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Dalla Cina un cambio di rotta: scatta l’obbligo di rendicontare la sostenibilità. Ecco cosa vuol dire

Dalla Cina un cambio di rotta: scatta l’obbligo di rendicontare la sostenibilità. Ecco cosa vuol dire

Le recenti mosse della Cina, con l’introduzione di linee guida più stringenti sulla sostenibilità per le società quotate, segnano un punto di svolta significativo nel panorama finanziario globale. Le borse di Shanghai, Shenzhen e Pechino hanno annunciato l’implementazione di nuove direttive per la rendicontazione della sostenibilità, che entreranno in vigore nel 2026. Questa iniziativa colloca la Cina a fianco di altri grandi mercati, come l’Ue con la sua Direttiva sulla Rendicontazione Sostenibile Aziendale (CSRD), gli Stati Uniti con le prossime regole sulla divulgazione climatica della SEC, e altre giurisdizioni come Australia, Brasile, Singapore e Regno Unito.

Queste linee guida riguardano quattro temi “core” – governance, strategia, gestione dell’impatto, rischi e opportunità, e indicatori e obiettivi – adottando un approccio di “doppia materialità” che considera sia i rischi e l’impatto delle questioni di sostenibilità sull’impresa, sia l’impatto dell’impresa sull’ambiente e sulla società. Ciò implica un rafforzamento della trasparenza e dell’impegno aziendale verso problemi cruciali come il cambiamento climatico, la protezione degli ecosistemi e della biodiversità, l’economia circolare, l’uso dell’energia, la sicurezza della catena di approvvigionamento, la rivitalizzazione rurale e la lotta contro corruzione e tangenti.

L’obbligo di rendicontazione si applicherà a grandi aziende, inclusi gli indici Shenzhen 100, SSE 180 e Shanghai Science and Technology Innovation 50, oltre alle società quotate sia sui mercati domestici che esteri. In totale, sono coinvolti oltre 450 società, rappresentando circa la metà del valore di mercato quotato. La borsa di Pechino, che ospita principalmente piccole e medie imprese, introdurrà le linee guida su base volontaria.

Questa tendenza riflette una più ampia evoluzione mondiale, dove paesi tradizionalmente meno focalizzati sui temi ambientali stanno avanzando verso una maggiore consapevolezza e azione in questo ambito. Questo cambio di rotta è guidato dalla pressione globale e dalla consapevolezza dell’urgenza dei problemi ambientali. L’investimento in tecnologie sostenibili e pratiche aziendali ecologiche si sta rivelando non solo un dovere etico ma anche un’opportunità economica, stimolando l’innovazione e creando nuovi mercati.

La pressione degli investitori e dei consumatori, insieme alla necessità di gestire i rischi associati ai cambiamenti climatici, spinge i governi a implementare politiche favorevoli alla sostenibilità. Inoltre, la cooperazione internazionale e gli accordi multilaterali stanno stabilendo obiettivi chiari, spingendo le nazioni a prendere misure concrete.

In conclusione, l’iniziativa della Cina rappresenta un passo importante verso un futuro più sostenibile, dimostrando un riconoscimento globale dell’interdipendenza tra salute ambientale, prosperità economica e benessere sociale. Questo movimento verso la sostenibilità, che si sta diffondendo anche in paesi meno tradizionalmente attivi in questo campo, è un segnale incoraggiante per il futuro del nostro pianeta.