Economia circolare: facciamo il punto
Un ripensamento delle strategie di mercato che consenta di salvaguardare le risorse naturali e la competitività dei settori industriali. Quello che l’economia circolare comporta è nientemeno che un cambiamento radicale di mentalità e priorità. Senza scuse né scorciatoie: la circular economy è una necessità, che necessita a sua volta di essere regolamentata e misurata.
In Italia i primi passi sono stati la pubblicazione, nel novembre del 2017, del documento “Verso un modello di economia circolare per l’Italia” a opera del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Mattm) insieme al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise).
Successivamente – con l’obiettivo di dare strumenti attuativi al modello adottato e renderlo quanto più funzionale possibile al sistema Italia – la direzione generale per i rifiuti e l’inquinamento del Ministero dell’Ambiente ha redatto – il documento “Economia circolare e uso efficiente delle risorse – indicatori per la misurazione dell’economia circolare” su cui è stata avviata una consultazione pubblica aperta a privati cittadini, imprese, organizzazioni e stakeholder. Tra i soggetti aderenti (pubblici e privati) si è attivata anche Prioritalia, che ha come terza area di intervento “Economia circolare ed educazione alla sostenibilità dello sviluppo”, compilando on line il questionario predisposto dal Ministero.
L’azione terminata il 1° ottobre 2018 ha visto la partecipazione di 87 soggetti, di cui 67 in rappresentanza dell’organizzazione per cui lavorano e 20 come privati cittadini. Per Prioritalia, il veicolo per portare il contributo dei manager nella società costituito in Fondazione da Cida e Manageritalia, ha partecipato Piera Magnatti, già direttore generale di Nomisma ed esperta in campo economico della Commissione europea, membro del Consiglio direttivo di Manageritalia Emilia Romagna.
Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato nei giorni scorsi la versione integrata del documento “Economia circolare ed uso efficiente delle risorse – indicatori per la misurazione dell’economia circolare” valorizzando i contributi frutto della consultazione pubblica.
Abbiamo chiesto a Piera Magnatti di raccontarci il ruolo di Prioritalia, lo stato dell’arte circa l’economia circolare e i prossimi passi.
Cosa intendiamo per economia circolare e come ci tocca come cittadini e soggetti economici?
Vi sono numerose modalità per definire l’economia circolare; secondo quella che preferisco per chiarezza e capacità di visione “l’economia circolare è un’economia in cui i prodotti di oggi sono le risorse di domani”.
Si può proseguire dicendo che è l’economia in cui si tende a mantenere il valore dei materiali e in cui c’è una minimizzazione degli scarti e della pressione sull’ambiente.
L’impatto su noi cittadini e/o soggetti economici è enorme poiché la transizione verso un’economia circolare richiede un cambiamento culturale tale da indurre una modifica strutturale e innovativa nei modelli di produzione, distribuzione e consumo.
Quali sono gli obiettivi della consultazione e del documento successivo?
Il percorso intrapreso dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Ministero dello Sviluppo Economico ha previsto due tappe, accompagnate da altrettanti momenti di consultazione.
La prima tappa ha definito un inquadramento generale dell’economia circolare e il posizionamento strategico del Paese sul tema. Il cambiamento implicito nella transizione verso l’economia circolare richiede, infatti, interventi strutturali per salvaguardare la competitività dei settori industriali e, nello stesso tempo, il patrimonio naturale. Le leve previste nel Documento comprendono:
• una revisione dell’assetto normativo per creare un contesto di riferimento che sia di concreto
supporto e di stimolo allo sviluppo dell’economia circolare, anche semplificando i processi;
• l’ottimizzazione della governance ambientale;
• la rimozione degli ostacoli nell’attuazione della normativa stessa.
Avendo quindi individuato nella misurazione della circolarità un requisito essenziale per perseguire azioni trasparenti e concrete, la seconda tappa è consistita nella presentazione di una proposta operativa di monitoraggio della “circolarità” a livello macro (sistema paese), meso (regione, distretto ecc.) e micro (singola impresa, organizzazione, amministrazione).
Nella consultazione e nel documento finale si punta anche ad individuare strumenti economici che – attraverso una riforma fiscale ambientale – incentivino l’adozione di modelli sostenibili e quali?
L’approccio dei nostri Ministeri vuole essere concreto e per questo ha immaginato l’introduzione di strumenti volti a favorire la transizione verso un modello di economia circolare senza interferire con gli obiettivi economici e sociali. Dal lato della domanda si immagina in primo luogo uno spostamento del carico fiscale dal reddito ai consumi, introducendo anche un differenziale di tassazione tra consumi “sostenibili” e “non sostenibili”. Inoltre si ritiene necessario favorire una più ampia diffusione di schemi “pay-as-you-throw”, ovvero paga per quello che butti.
Dal lato della produzione, lo stimolo all’innovazione tecnologica attraverso appropriate leve fiscali è certamente il punto di partenza; ad esso si associa la proposta di trasferire una parte del carico fiscale dal fattore lavoro a quello delle risorse naturali, con un duplice risultato: ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza economica.
Si punta anche a stimolare attività di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini sui nuovi modelli di consumo. Quanto contano e come farle?
Si tratta di un obiettivo difficile ma imprescindibile. Difficile perché la modifica dei comportamenti e delle scelte personali dipende da una grande molteplicità di sensibilità, bisogni, esigenze e desideri, priorità, abitudini, storie personali. Imprescindibile perché l’impatto potenziale di queste misure è elevatissimo.
Sul fronte educativo i policy-maker immaginano un piano integrato denominato “Piano nazionale di educazione e comunicazione ambientale”, declinato anche localmente che, partendo dalle scuole dell’obbligo fino ad arrivare alle famiglie, contribuisca a formare una generazione di cittadini critici, consapevoli e informati. in grado di decidere consapevolmente e incidere con le proprie scelte sui meccanismi economico-produttivi e sociali del paese.
Ma è necessario anche agire sulla comunicazione ambientale per combattere la pubblicità ingannevole,
per promuovere la conoscenza e l’uso dei marchi riconosciuti (ad esempio l’Ecolabel) e incentivare nuove modalità di consumo: riparare anziché buttare, condividere piuttosto che possedere.
Parlando di circolarità nel documento si parla anche di obiettivi e di come misurarli?
Sì: nel secondo documento “Indicatori per la misurazione dell’economia circolare” il Tavolo di Lavoro tecnico coordinato dal Ministero dell’Ambiente dal Ministero dello Sviluppo Economico, con il supporto tecnico-scientifico dell’Enea, ha individuato una serie indicatori di misurazione e monitoraggio nell’ottica di perseguire azioni concrete e raggiungere risultati quantificabili.
L’obiettivo finale è tendere a un nuovo modello economico che sia contemporaneamente efficiente, sostenibile e soprattutto trasparente per il mercato e per il consumatore. Quanto siamo lontani?
È questa la sfida: costruire un modello economico che coniughi efficienza, sostenibilità e trasparenza. In Italia non mancano imprese eccellenti in tal senso, e il rapporto ne cita alcune. La difficoltà, la sfida vera, è indurre modifiche realmente strutturali nei modi di produrre, distribuire e consumare. La strada è a mio parere ancora lunga.
Quale è stato il suo ruolo e dal suo impegno volontario cosa s’è portata a casa?
Ho rappresentato Prioritalia nell’ambito della consultazione pubblica che il Ministero dell’Ambiente ha promosso con imprese, organizzazioni e istituzioni al fine di consolidare i documenti sotto il profilo operativo e applicativo e renderli quanto più funzionali al sistema Italia.
Ho portato a casa informazioni qualificate su una nuova e concreta prospettiva per il Paese. Mi occupo da sempre di economia industriale, considero questa sfida come un’opportunità importante per le imprese italiane. Ho portato a casa la volontà di dare una mano affinché il disegno strategico si trasformi in valore per il Paese.
Per far muovere l’economia circolare qual è il ruolo dei manager?
Nessuno può stare alla finestra nella prospettiva delineata per il nostro Paese, tanto meno le imprese e i loro manager. Il passaggio più complesso che ogni manager dovrà gestire – in particolare culturalmente – è il superamento dell’apparente trade-off tra risultati economici e sostenibilità ambientale. I manager dovranno essere pronti a mettere in discussione i modelli di business sino ad oggi perseguiti e a confrontarsi con nuovi modelli d’impresa.
E quello dei cittadini?
I cittadini devono impegnarsi a compiere scelte consapevoli nella direzione del riuso e di abitudini non inquinanti. In quanto consumatori, possono svolgere un ruolo importante privilegiando prodotti e servizi di imprese virtuose in campo ambientale.
Quindi Prioritalia diventa un attore importante per arrivare davvero a un’economia circolare efficace ed efficiente e come?
Prioritalia può svolgere un ruolo chiave all’interno del quadro delineato, come prevede la sua mission, in cui si evidenzia come le competenze manageriali debbano dare un contributo fattivo per lo sviluppo dell’economia circolare e dell’educazione alla sostenibilità. Come? Con iniziative per l’informazione, l’aggiornamento e la condivisione di esperienze e buone prassi, con la diffusione delle opportunità legate all’economia circolare, con l’attivazione di dinamiche di knowledge-sharing. Ma anche attraverso la promozione di progetti di innovazione sociale e ambientale che si traducano in azioni concrete sul territorio e diventino modelli virtuosi da replicare.
I risultati completi della consultazione sono illustrati nel Resoconto della consultazione pubblica del documento “Economia circolare ed uso efficiente delle risorse. Indicatori per la misurazione dell’economia circolare” e sono stati utilizzati per implementare il documento del Mattm disponibile, nella sua versione consolidata, a questo link.