LifeGate PlasticLess®
Cos’è il progetto LifeGate PlasticLess®
Gli obiettivi
Per tutelare la salute del mare e la nostra è nato LifeGate PlasticLess®, il progetto di LifeGate che intende contribuire alla diminuzione dell’inquinamento dei mari italiani attraverso la raccolta dei rifiuti plastici nelle acque dei porti e nei circoli nautici e a promuovere un modello di economia e di consumo davvero circolare con lo scopo di ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti, soprattutto i più dannosi per l’ambiente come le plastiche.
Le attività
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Riduzione dell’inquinamento nei mari italiani
La presenza di rifiuti plastici nel mar Mediterraneo è un’emergenza da affrontare subito. Per l’Une, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, il Mediterraneo è costretto ad accogliere ogni giorno 731 tonnellate di rifiuti in plastica, che potrebbero raddoppiare entro 2025. Ecco perché LifeGate intende contribuire in maniera concreta al recupero di rifiuti plastici nei mari italiani mettendo nei porti e nei circoli nautici di dispositivi Seabin, che raccolgono dai mari la plastica, la microplastica fino a 2 mm e microfibre fino a 0,3 mm.
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Campagna di sensibilizzazione
Il cambiamento parte dalla consapevolezza che tutti i nostri comportamenti hanno delle conseguenze. Conoscere e comprendere quale sarà il risultato finale delle nostre azioni è il primo passo per modificare abitudini scorrette. Per questo motivo LifeGate, con l’aiuto della sua redazione, ha deciso di dare un’ampia copertura giornalistica ai temi dell’economia circolare focalizzandosi sul grave fenomeno della presenza di plastica nei fiumi, nei mari e negli oceani del mondo. Tutti gli articoli del sito lifegate.it legati al tema del progetto sono contraddistinti dalla tag Plastica.
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Promozione di buone pratiche
Una volta presa la decisione di cambiare comportamenti e consumi per avere uno stile di vita più virtuoso nei confronti dell’ambiente, bisogna sapere cosa cambiare. Obiettivo di LifeGate è dunque anche suggerire quali sono le pratiche quotidiane più sostenibili, come ad esempio la riduzione degli imballaggi, il riutilizzo di materie riciclate e la corretta differenziazione dei rifiuti. Il racconto di esperienze di successo esistenti oggi in Italia e all’estero ha lo scopo di aiutare i lettori ad avere un’idea ancora più chiara del problema e delle sue soluzioni.
Perché nasce LifeGate PlasticLess?
Perché i mari del mondo sono sempre più sommersi dalla plastica e il Mediterraneo, casa del 7,5 per cento delle specie marine conosciute, è una delle aree più colpite: per l’Unep, (il programma ambientale delle Nazioni Unite) sui suoi fondali si troverebbero fino a 100.000 frammenti di varie dimensioni di questo materiale per kmq. Tra i motivi: una cattiva raccolta e gestione dei rifiuti, le attività produttive, il turismo balneare, le attività portuali e i comportamenti noncuranti di ancora troppe persone, che fanno finire in mare tonnellate di plastica ogni giorno.
Tra queste, le più insidiose sono le microplastiche, frammenti del diametro inferiore ai 5 mm: sempre più diffuse, si attaccano alle alghe e vengono ingerite dai pesci che le scambiano per cibo. Da lì possono poi raggiungere i nostri piatti. Nelle specie come pesce spada, tonno rosso e tonno alalunga si troverebbero microplastiche nel 18,2 per cento dei casi, come afferma uno studio Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, svolto su 121 campioni di specie ad alto valore commerciale.
L’impegno delle istituzioni è infatti importante, ma non sufficiente. La strategia decisa dall’Unione europea prevede tra le varie azioni che tutti gli imballaggi di plastica sul mercato dell’Ue siano riciclabili entro il 2030; l’Italia ha vietato la produzione e la messa in commercio di cottonfioc di plastica, tra i rifiuti maggiormente gettati negli scarichi domestici, a partire dal primo gennaio 2019, e poi, dal 2020, anche di cosmetici contenenti microplastiche, le cosiddette microsfere presenti in scrub e dentifrici che, una volta finite in mare, vengono ingerite dalla fauna ittica.
Un primo passo per affrontare il problema dovrebbe essere quello di iniziare a consumare meno plastica. Eppure, secondo il quarto Osservatorio Nazionale sullo Stile di Vita Sostenibile, l’indagine nazionale realizzata da LifeGate in collaborazione con Eumetra MR, anche se oltre il 53 per cento dei connazionali mostra un’elevatissima attenzione ai temi che riguardano l’acqua, il 67 per cento non rinuncia a mettere in tavola la classica bottiglia di plastica perché la ritiene un materiale “sicuro”.
Ciò non impedisce che diventi rifiuto immediatamente dopo l’uso. Per poi potenzialmente finire in mare.
LifeGate PlasticLess per il mare, con Seabin
Cos’è Seabin e come funziona
Seabin è un cestino di raccolta dei rifiuti che galleggiano in acqua di superficie in grado di catturare circa 1,5 kg di detriti al giorno, ovvero oltre 500 Kg di rifiuti all’anno (a seconda del meteo e dei volumi dei detriti), comprese le microplastiche da 5 a 2 mm di diametro e le microfibre da 0,3 mm. Seabin inoltre potrà catturare molti rifiuti comuni che finiscono nei mari come i mozziconi di sigaretta, purtroppo anch’essi molto presenti nelle nostre acque.
Scopri dove sono i Seabin in Italia
Il Seabin viene immerso nell’acqua e fissato ad un pontile con la parte superiore del dispositivo al livello della superficie dell’acqua.
Grazie all’azione spontanea del vento, delle correnti e alla posizione strategica del Seabin, i detriti vengono convogliati direttamente all’interno del dispositivo. La pompa ad acqua, collegata alla base dell’unità, è capace di trattare 25.000 litri di acqua marina all’ora.
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I rifiuti vengono catturatati nella borsa, che può contenere fino a un massimo di 20kg, mentre l’acqua scorre attraverso la pompa e torna in mare.
Quando la borsa è piena, viene svuotata e pulita.
Funziona 24 ore al giorno e quindi è in grado di rimuovere molto più spazzatura di una persona dotata di una rete per la raccolta. Sebbene il dispositivo non possa essere utilizzato in mare aperto, perché richiede il collegamento elettrico, risulta straordinariamente efficace in aree come i porti poiché sono “punti di accumulo”, in cui convergono la maggior parte dei rifiuti in mare.
Come vogliamo usare Seabin
LifeGate ha l’obiettivo di posizionare il maggior numero possibile di dispositivi Seabin, per farlo sta creando una rete di aziende e personeche possano sostenere la sfida della raccolta dei rifiuti plastici nei mari italiani, dove finiscono circa 90 tonnellate di plastica ogni giorno (dati Unep).
Grazie agli sponsor del progetto, la percentuale di plastica raccolta, riutilizzabile a scopo industriale, debitamente integrata con altra plastica riciclata proveniente anche dagli oceani, potrà essere utilizzata da LifeGate per produrre ad esempio teli mare e felpe.
Perché Seabin
Le soluzioni esistenti che affrontano i problemi di inquinamento degli oceani e dei mari non risultano efficaci ed efficienti per rispondere alle reali necessità. Tali soluzioni sono le “trash boats”, ovvero imbarcazioni che navigano intorno ai porti raccogliendo la spazzatura galleggiante tramite reti integrate alle imbarcazioni. Un sistema costoso da gestire e mantenere e che non risulta davvero efficace secondo le marine che lo gestiscono. L’altro sistema è la raccolta manuale, ovvero tramite addetti nel porto e nelle marine che raccolgono tramite reti la spazzatura che si accumula negli angoli del porto. Questo sistema è poco efficace perché agisce solo sui rifiuti visibili e non sulle microplastiche, inoltre implica un grande impegno di tempo da parte del personale portuale.
Per questo LifeGate ha scelto Seabin che consente una efficace e continuativa raccolta dei rifiuti plastici galleggianti con minimo sforzo da parte del personale addetto.
Dove sono i Seabin in Italia
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A settembre 2018, grazie a Volvo Car Italia, main partner dell’iniziativa, sono stati installati tre nuovi Seabin a Marina di Cattolica (RN), Marina di Varazze (SV) e un secondo dispositivo per il Venezia Certosa Marina (VE).
Con il sostegno di Whirlpool EMEA, due Seabin sono stati installati nelle Marche ed in particolare nel Porto turistico di Fano (PU) e nel Circolo nautico Sambenedettese (AP).
Grazie a Coop, in accordo con l’associazione nazionale ANCC Coop, un Seabin è stato installato a Sestri Ponente, presso il Marina Genova.
LifeGate sostiene le Amministrazioni italiane che si stanno impegnando per ridurre l’utilizzo della plastica, causa del sempre più evidente disastro ambientale che sta soffocando il Pianeta premiando le politiche ambientali adottate per sensibilizzare i cittadini sul ruolo che devono assumere nella lotta contro l’inquinamento da plastica.
L’iniziativa è partita con il riconoscimento delle prime Amministrazioni che hanno deciso di impegnarsi sul tema che potete trovare nella mappa qui sopra. Lo sviluppo di azioni da parte di nuovi Enti locali sarà monitorato e successivamente premiato e promosso attraverso i canali del media network LifeGate.
Cosa puoi fare tu
Ci sono inoltre tante buone pratiche, tante semplici azioni quotidiane che possono concretamente prevenire l’inquinamento dei mari e di tutto l’ambiente, come per esempio ridurre l’uso dei prodotti imballati nella plastica, preferire gli oggetti in materiali durevoli al posto di quelli usa e getta, prestare attenzione alla differenziazione dei rifiuti.
Eccone alcune: