Con Zanichelli 'la cultura si fa (in) strada'
Zanichelli dà inizio in questi giorni a una campagna di sensibilizzazione sulla lingua, italiana e straniera che porta direttamente sui marciapiedi,
in forma di graffiti urbani, occasioni di riflessione sulle nostre capacità di espressione. L’editore, storicamente punto di riferimento per l’italiano e le altre lingue, conferma con questa azione di “didattica urbana” il proprio ruolo di educatore e divulgatore.
Particolare attenzione viene dedicata alle “Parole da salvare”: voci ricche di sfumature ed espressività ma che stanno finendo nel dimenticatoio perché nella lingua corrente si privilegiano i loro sinonimi più comuni; diciamo infatti profumo anziché fragranza, chiacchierone anziché garrulo, diligente anziché solerte, saporito e non sapido.
Sono parole che rendono il lessico più variopinto e più interessante, la lingua italiana più ricca e completa: può forse l’italiano permettersi di perdere parole affascinanti come ghiribizzo o beffardo? Come faremmo a cucinare certe pietanze senza usare il pane raffermo? Esiste una parola più onomatopeica di ondivago? Che cosa ruberanno i banditi d’ogni crime-story che si rispetti se sarà scomparso il malloppo? Quale aggettivo descriverebbe Zio Paperone meglio di taccagno?
Nelle pagine del vocabolario Zingarelli queste parole a rischio sono evidenziate con il segno grafico del “fiore”:♣. Un richiamo anche visivo e un invito a utilizzare più spesso quelle voci. Tra le 3125 voci riportate dallo Zingarelli, Zanichelli ne ha scelte ora cinque, e le propone all’attenzione dei passanti aggiungendo al semplice significato anche l’etimologia completa, la data di prima attestazione in lingua scritta e qualche esempio d’uso. Si tratta di: boria, denigrare, insigne, solerte e corroborare.
La campagna non si limita alle Parole da salvare: vengono tradotti in graffiti anche figure retoriche come Anacoluto, Iperbole, Metonimia, Onomatopea, descritte tramite citazioni da autori classici. Alcuni graffiti saranno poi dedicati ai ‘falsi amici’, cioè parole straniere che sembrano simili a parole italiane ma hanno tutt’altro significato, come il francese Limon (‘fango’), lo spagnolo Burro (‘asino’), l’inglese Terrific (‘straordinario’). Infine gli Intraducibili: parole di altre lingue che non hanno un corrispondente diretto in italiano e richiedono, per la traduzione, una lunga perifrasi. Il termine giapponese Tsundoku, ad esempio, indica la mania di accumulare libri, senza leggerli.
I graffiti saranno 50 per città, e verranno realizzati in prossimità delle scuole o in zone pedonali per offrire a studenti e passanti uno spunto di riflessione sulla nostra lingua e sulle lingue straniere. L’hashtag #laculturasifastrada, riportato su ogni graffito, aumenta il coinvolgimento di tutti e stimola il passaparola. L’operazione è partita da Milano, poi Torino, Padova e Napoli. L’hashtag #laculturasifastrada ha iniziato fin da subito ad avere grande diffusione spontanea a Torino e Milano. La tecnica è quella dei green graffiti, che utilizza una miscela completamente naturale per realizzare i graffiti sull’asfalto. Quando la campagna è finita, i messaggi vengono cancellati usando soltanto acqua. I residui del graffito che finiscono nel sistema di scarico sono totalmente innocui per l’ambiente.