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La business diplomacy a bordo dell'ammiraglia Cavour

Un recupero di competitività del nostro Paese che passi anche attraverso un contributo alla sicurezza internazionale: è il progetto Sistema Paese in Movimento, che vedrà aziende ed enti privati italiani impegnati in un periplo nel Golfo Arabico e in Africa per promuovere il Made in Italy.
La Sala di Alta Rappresentanza di Palazzo Barberini ha ospitato, lo corso 5 novembre, la conferenza stampa di presentazione di Sistema Paese in Movimento, la nuova campagna navale della Marina Militare. Accompagnate dall’*Ammiraglio de Giorgio* a bordo della portaerei Cavour, una serie di aziende ed enti privati quali Eni, Finmeccanica, Fincantieri, Selex Es, Pirelli, Piaggio AeroFederLegnoArredo si presenteranno in ben 7 Paesi del Golfo Arabico e 13 Paesi Africani. A promuovere questa iniziativa è il Ministero della Difesa, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo.
Luigi Maria Vignali, capo dell’Unità di coordinamento della Farnesina, descrive l’idea come “un’azione multidisciplinare messa in campo per promuovere l’Italia in quella che possiamo definire diplomazia della crescita, che conferma anche i nostri legami con tutti i Paesi che saranno interessati”. L’Italia si muoverà, forse per la prima volta nella storia, come Sistema Paese per promuovere il Made in Italy partendo dall’industria tecnologica per arrivare al food, al design e alla moda. Un periplo che toccherà i porti di Gedda (Arabia Saudita), Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti), Mina Sulman (Bahrein), Shuwaaikh (Kuwait), Ad Dawhah (Qatar), Dubai, Mina Qabus (Oman), per poi raggiungere gli scali di Mombasa (Kenya), Cape Town (Sud Africa), Pointe Noire (Congo) e Dakar (Senegal), e infine fare tappa in quelli mediterranei di Casablanca e Algeri.
“Non può esserci vero sviluppo senza sicurezza”, così il Ministro della Difesa, Mario Mauro, spiega invece come questo piano, che coinvolge anche Operation SmileFondazione Francesca Rava, sia volto a promuovere un recupero di competitività del nostro Paese che passi anche attraverso un contributo alla sicurezza internazionale. Infatti il progetto prevede non solo un enorme salone itinerante dell’industria italiana, ma anche diverse attività di sostegno e formazione delle marine nascenti e operazioni antipirateria e di protezione del traffico mercantile internazionale.
Insomma, finalmente sembra che qualcosa stia partendo dal nostro Paese. Quello che ci si augura è che questo impulso venga colto anche dai media nazionali, che sappiano comunicare in maniera adeguata uno sforzo che vede protagonisti insieme lo Stato e le imprese.
Verranno spesi complessivamente 20 milioni di euro, di cui 13 forniti dagli sponsor e 7 di stipendio per i militari impegnati: l’investimento è quindi rilevante. Un’iniziativa come questa merita dunque un’ottima copertura mediatica, soprattutto in un periodo delicato come quello che il nostro Paese sta affrontando oggi.
Comunicare non solo che l’Italia può ancora dire la sua, ma anche che il 13 novembre partirà per farlo in un mercato importante come quello arabo stimolerebbe una ventata di ottimismo, che di questi tempi, sicuramente non ci farebbe male.