Le utilities puntano sul fotovoltaico e sostengono la musica “zero”
Le fasce orarie che prevedono consumi ridotti sono ormai entrate nella routine quotidiana di molte case: la sera, nei week and, i giorni festivi si può utilizzare energia spendendo meno. Ma l’impegno dei grandi player del mercato va anche oltreNel 2008, per esempio, Enel ha dato ufficialmente vita a Enel Greenpower, società che si occupa prevalentemente di realizzare impianti utilizzando diverse tecnologie che rispettino l’ambiente e di rinnovare i poli esistenti – soprattutto geotermici e idroelettrici – per renderli ancora più preformanti. “Nel periodo 2011-2014 prevediamo investimenti per 6 miliardi di euro per aumentare la nostra capacità. Di questi poco meno di un quarto sarà destinato al mercato italiano”, spiega Roberto Deambrogio, responsabile dell’area Italia/Europa di Greenpower. “Per quanto riguarda poi i cittadini abbiamo un franchising, Enel.si, con circa 500 affiliati impegnati nell’istallazione di impianti fotovoltaici sui tetti. E in questo ambito siamo leader del settore con 150 MW sugli 800 MW totali posizionati in Italia nel 2010”.
Chi porta avanti, invece , una battaglia per la riduzione di emissioni di CO2 è Edison: “Abbiamo un parco di centrali che dimezza l’inquinamento grazie a fonti rinnovabili e un piano di check up energetici che vengono incontro alle esigenze del cittadino per aiutarlo a diminuire i propri consumi attraverso interventi di ottimizzazioni e auto produzione di energia”, precisa Andrea Prandi, direttore relazioni esterne. Ma non è tutto, perchè la società concentra grandi sforzi anche su un progetto legato alla musica. “Si chiama “Edison – Change the Music” e quest’anno è sostenuto da Legambiente. Quello che ci proponiamo è di ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia attraverso manifestazioni musicali, come accadrà nei prossimi mesi con Milan Jazzin’ Festival e la Prima della Scala”, continua Prandi. Ma cosa prevede un concetto sostenibile? Per prima cosa l’utilizzo di un generatore alimentato a biodiesel, poi strutture di eco design riciclabili al termine dell’evento, il ricorso a spostamenti sopratutto con mezzi pubblici e auto a basse emissioni, una comunicazione efficace attraverso i mass media per limitare il consumo di carta e, infine un’efficace raccolta differenziata. Conti alla mano un concerto tradizionale produce circa 78.903 kg di CO2, lo stesso in versione eco-compatibile arriva a 17.5337 kg di CO2.