L’economia circolare va al mare
La buona notizia di questa settimana è che per un’impresa adottare l’analisi del ciclo di vita (LCA) per valutare gli impatti ambientali dei prodotti e delle attività produttive può portare ad interessanti scoperte. È il caso di Aquafil, azienda trentina che da anni investe per trovare soluzioni innovative utili al business ma anche all’ambiente.
L’impresa ha scoperto che la maggior parte dell’impatto della produzione di un filo di nylon è dovuto alla produzione delle materie prime: da qui è partito il progetto ECONYL Regeneration System, un sistema innovativo che permette di sostituire la materia prima vergine di origine non rinnovabile con materia prima seconda derivante dal riciclo di rifiuti raccolti in mare.
Dal mare, per il mare: reti da pesca, scarti tessili e scarti di altri tessuti vengono raccolti, ripuliti, triturati e imballati e si trasformano in costumi da bagno venduti in tutto il mondo. Un processo di trasformazione e rigenerazione che rimette in circolo materiali trasformati in fili per tappeti e tessili. Aquafil può affermare che l’economia circolare non è una interessante teoria ma una realtà che migliora il business.
Cosa c’è di nuovo
Riciclare è sempre meglio che produrre consumando risorse preziose ma il riciclo non è sufficiente per sostenere l’industria nel suo sviluppo futuro. Per questo Aquafil coinvolge diversi partner della catena di fornitura per trovare soluzioni sempre nuove: grazie al progetto ECONYL® Qualified l’azienda cerca di stimolare l’eccellenza nella catena di fornitura per rendere la filiera sempre più virtuosa. Con quattro aziende con cui collabora ha creato alcune Linee Guida con cui i fornitori dovranno misurarsi per ottenere il riconoscimento di fornitore ECONYL® Qualified.