Professione ghost post
Vita digitale: lo scrittore “fantasma” passa dalla carta a internet. E non elabora testi ma frasi brevi ed efficaci. Ecco la storia di una ragazza che si è inventata un lavoro che non c’era: la personal digital vip.
Se solo si potesse brevettare una professione, Sara Caminati avrebbe il copyright del personal digital vip. Un lavoro che prima non esisteva. Poi Sara, 27 annio non ancora compiuti, se lo è inventato e gli ha dato un nome. Che cosa fa un personal digital vip? Cura l’immagine online di politici, imprenditori e pesonalità. Tradotto: scrive per loro su Facebook e Twitter, carica video su Youtube, risponde alle domande dei forum, twitta e chatta per conto di terzi. Forze per questo non conosceremo mai l’identità di chi si è rivolto Sara. Perchè altrimenti avremmo sempre un dubbio: sono proprio i vip o è sempre lei a postare su Facebook? Come una ghost writer, ma solo online, Sara (e il suo staff, sono in otto) lavora 24 ore su 24, festivi compresi. Perchè il web non dorme mai, e se il politico risultasse online soltanto durante gli orari di ufficio, qualcuno potrebbe insospettirsi. Lo stesso per manager e aziende: dalle 9 alle 18 non vale più. Molto più genuino (e redditizio) un commento inviato sabato notte. Chiunque sia a scriverlo.
Tentar non nuoce: chi sono i vip che si servono di un ghost writer?
Segreto professionale. In realtà, sono i top manager e le grandi aziende che mi creano quando decidono di investire sui social network.
Ci sono già tante agenzie di pubbliche relazioni online…
Ma nessuna che lavori di sera o nel weekand, quando il web si anima e le persone chiacchierano di più. La differenza rispetto a un’agenzia vecchio stampo è che il personal digital vip prima studia una strategia di comunicazione, poi però si sporca le mani con il lavoro di tutti i giorni: blog da scrivere, forum da seguire, video e foto da condividere. A qualunque ora..
Quindi se un cliente la chiama un sabato notte…
è successo. Un imprenditore che aveva accettato un invito a cena via facebook, mi telefona disperato: non riesce ad andare, ma non sa come dirlo a tutti nella maniera migliore. Ho inviato io per lui un messaggio di scusa a tutti i commensali.
Un servizio cosi personale immagino abbia certi costi.
Da 200 a 1500 euro al mese, dipende quanto è importante l’immagine e la reputazione da difendere sul web. Per farsi, o rifarsi, un’immagine online non basta più avere il curriculum su Linkedin. Bisogna essere su tutti i social network ed esserci sempre.
In quanto tempo un perfetto sconosciuto diventa qualcuno?
Quattro mesi sono sufficienti per farsi, o rifarsi, una reputazione digitale. Mille amici su Facebook, 500 follower su Twitter e il proprio nome fra i primi tre risultati si google lo considero un primo successo, ma è solo l’inizio.
Quindi, chiunque può diventare una star?
Non sono un avvocato d’ufficio. Ho detto no a un imprenditore edile che voleva rifarsi un nome dopo una serie di articoli negativi su di lui apparsi su giornali e rete. C’è anche un’etica in questo mestiere: va bene sottolineare gli aspetti positivi di una persona e mettere in diversa luce quelli negativi. Ma guai a chi altera la realtà o inganna. La gente se ne accorge.
Che cosa ci guadagna un’azienda ad avere una bella pagina di Facebook?
Che gli amici diventano clienti, i clienti vengono fidelizzati e ne avvicinato altri potenziali.
Ma quel pulsante non esiste su Facebook.
C’è, basta sapere dove indirizzare in modo corretto il potenziale cliente. Un esempio: su Facebook non deve parlare l’azienda, sembrerebbe uno spot pubblicitario. Dovevano farlo i suoi dipendenti.
Dov’è meglio essere social?
Per il business, Facebook da solo vale tre Linkedin. Poi ci sono le new entry come Fursquare. Ma è la somma di tutti i canali che fa la differenza. Manager, vip o aziende devono essere li dove si trovano i clienti.
Un lavoraccio, ci saranno centinaia di social network là fuori…
Siamo in otto in ufficio, più i collaboratori esterni.
L’errore che un personal digital vip non si può permettere?
Essere offline. Ma con tre cellulari più tre batterie di riserva, un portale e cinque chiavette internet il rischio per lo meno è scongiurato.