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Csr: le aziende sostenibili vendono davvero cibo sano?

Alcune ricerche dimostrano che i consumatori spesso fanno deduzioni sbagliate a proposito dei prodotti alimentari, che li portano a scelte alimentari altrettanto sbagliate. In particolare, le informazioni sulle aziende tendono ad influenzare le considerazioni dei consumatori sulle caratteristiche dei prodotti. Cosa significa? Ad esempio significa che le aziende impegnate in attività di csr riescono a far percepire i propri prodotti come salutari e persino meno calorici, il che porta il cliente ad un consumo maggiore.
LO STUDIO – E’ comparso uno studio sul Journal of Public Policy & Marketing, che svela come si generi un “health halo”, una sorta di aura di salute attorno a certi prodotti che non sono affatto salutari. E tutto parte da performance delle aziende produttrici che non hanno nulla a che fare con filiera corta, scelta di materie prime di qualità o attività che si tradurrebbero in cibi più buoni per il nostro organismo. Tutto ruota attorno a pratiche di csr, che vengono comunicate all’esterno e generano nel consumatore l’idea che i cibi prodotti da quelle aziende siano salutari. Di conseguenza, le scelte di acquisto risultano errate, secondo John Peloza (University of Kentucky), Christine Ye (Westminster College) e William J. Montford (Florida State University), autori dello studio.
LE RISPOSTE DEI CONSUMATORI – A queste conclusioni si è arrivati dopo un’indagine precisa. Ai partecipanti è stato chiesto di avanzare commenti su un prodotto non ancora commercializzato, delle barrette di muesli. Le persone a cui è stato detto che le barrette erano state prodotte da un’azienda che aveva vinto vari premi per attività di servizio pubblico hanno giudicato il prodotto come estremamente salutare.

CONSEGUENZE – Questo, dicono gli autori, porta ad un consumo eccessivo e a sottostimare l’apporto calorico dei prodotti. In ultima istanza, occorrerebbe pensare anche a limiti per le aziende nell’includere informazioni sui programmi di csr nel packaging. Di fatto, senza ricorrere a rimedi drastici, gli autori sottolineano come siano le emozioni a giocare questo brutto scherzo al consumatore. Ma cos’è il marketing se non l’arte di dare appeal ad un prodotto che razionalmente forse non acquisteremmo affatto?