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Aprilia: una ripresa virtuosa grazie alle alleanze strategiche

Aprilia: una ripresa virtuosa grazie alle alleanze strategiche

Dopo anni di forte crescita e gradi successi dovuti
all’innovatività e la qualità tecnologia dei propri prodotti, nel 1989 Aprilia
ha dovuto affrontare un momento di grave difficoltà dovuta alla concorrenza da parte
dei competitor giapponesi, come Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki i quali
godevano di un costo del lavoro minore, maggiori risorse economiche e migliori
tecnologie. L’azienda veneta iniziò quindi a perdere quote di mercato a favore
dei competitor asiatici.

L’amministrazione decise di affidare ad una società di
consulenza il compito di effettuare un’analisi di mercato, al fine di
verificare la miglior strategia possibile per fronteggiare la concorrenza
giapponese. I risultati fecero emergere che, per esser competitivi sul mercato
dei motocicli, l’azienda avrebbe dovuto fatturare tra i 1000 e 1200 miliardi di
lire a fronte di un fatturato per l’anno 1989 di 200 miliardi di lire. Si
sarebbero poi resi necessari importanti investimenti in innovazione tecnologica
e sviluppo prodotto.

A seguito di questa analisi di mercato l’AD dell’azienda di
motocicli decise di scomporre la produzione della moto nei suoi 13 elementi
fondamentali e di verificare chi fosse il miglior fornitore, per ogni pezzo,
dal punto di vista tecnologico e innovativo. Vennero individuate le 13 aziende
e Aprilia, senza stipulare un contratto, affidò loro il compito di creare una
specifica parte della moto. A queste aziende venne lasciata molta autonomia,
esse infatti avrebbero potuto, previa comunicazione, lavorare anche per competitor
di Aprilia e scegliere in libertà i propri fornitori. La casa madre si sarebbe
occupata solo di design, marketing e gestione dell’immagine.

La scelta strategica di Aprilia, per quanto ‘’pericolosa’’
sotto alcuni punti di vista ha portato una notevole ripresa, in termini di
quota di mercato e fatturato, per l’azienda veneta. Se da una parte i vantaggi
per l’impresa sono facilmente intuibili come l’abbattimento dei costi fissi in
termini di impianti e personale il miglioramento del rapporto con gli attori
della filiera dall’altra, esternalizzando completamente la produzione, ha perso
il know-how specifico. Inoltre, soprattutto vista l’assenza di un contratto
scritto, ha rischiato che le aziende fornitrici potessero interrompere il
rapporto di fornitura con pochissimo preavviso e così di trovarsi senza una
componente necessaria impossibile da riprodurre all’interno.