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Così gli algoritmi stanno cambiando la cultura pop

Così gli algoritmi stanno cambiando la cultura pop

Secondo il report di Hootsuite e We Are Social, nel 2022, quasi 9 italiani su 10 guardano almeno un video alla settimana sul web, dai vlog a quelli divertenti, fino ai tutorial per i lavoretti da fare in casa. Del resto, gli italiani trascorrono in media quasi 2 ore sui social network. Una quota di tempo che si sta sempre più avvicinando a quella riservata alla televisione – in streaming o tradizionale -, che supera di poco le 3 ore.

Non è un caso che, nel 2020, per la prima volta Netflix abbia individuato TikTok come uno dei suoi competitor principali. Perché quelli che erano due strumenti che, fino a qualche tempo fa, funzionavano anche piuttosto bene insieme, come la tv e i social network, sono sempre più in competizione. Del resto, le piattaforme sociali sono sempre più orientate all’intrattenimento, più che alle relazioni, come dimostrano le recenti evoluzioni di Instagram e Facebook.

E sempre di più sono i social network a determinare gli argomenti del nostro dibattito pubblico. Pensate al corsivo, ai tormentoni nati su TikTok o all’interesse per il processo Depp-Heard: una parte consistente della cultura pop passa attraverso i video che vediamo online.

Lo sa bene YouTube, che ha pubblicato un documento che si chiama Culture & Trends Report 2022, che racconta proprio il modo in cui la fruizione di video online stia cambiando la cultura popolare, specialmente quella della Generazione Z. I ragazzi e le ragazze, infatti, vedono nelle immagini in movimento una modalità fondamentale di espressione: quasi 9 su 10 ne hanno pubblicato almeno uno nell’ultimo anno.

Gli algoritmi e i video personalizzati

Vedere video online è molto diverso da guardarli in tv o su una piattaforma di streaming. Soprattutto perché, quando siamo sui social network, viviamo un’esperienza personalizzata. In altre parole, gli algoritmi ci suggeriscono quello che è più adatto ai nostri gusti; in questo modo, trascorriamo tempo guardando cose che ci piacciono ma non necessariamente quello che altri stanno guardando. Sempre secondo i dati raccolti da YouTube, il 65% di ragazzi e ragazze ritiene di fruire di tipologie di contenuti che nessun altro che conoscono guarda.

La personalizzazione, secondo YouTube, genera tendenze, cambia radicalmente le abitudini di consumo degli utenti. E ha creato, nel medio periodo, almeno 3 trend principali da tenere d’occhio.

Le comunità di interesse e le nicchie

TikTok, YouTube Shorts, Instagram Reels. La vera sfida dei social network di oggi – e di domani – è la capacità di costruire network basati sugli interessi. Di suggerire, in altre parole, i contenuti giusti alle persone giuste, sulla base di un modello inaugurato proprio dal social network cinese di proprietà di ByteDance. Questa tendenza, secondo il report di YouTube, genera la nascita e il consolidamento di comunità forti basate su interessi, dal cinema alla fotografia alle collezioni di francobolli. Figlia delle comunità è il fenomeno del fandom: oltre 6 ragazzi su 10 si definiscono fan accaniti di qualcuno o qualcosa. E quello che nasce come un effetto collaterale del business dell’entertainment diventa così una parte concreta dell’intrattenimento stesso. Basti pensare al caso del processo che ha coinvolto Johnny Depp e Amber Heard, che ha generato una mole impressionante di contenuti, tanto che, secondo il Washington Post, gli unici a uscirne davvero vincitori sono stati i content creator.

Tutto è meme: il valore del remix

Seguire i trend vuol dire anche remixare, rigenerare continuamente contenuti che circolano in maniera virale. In altre parole, creare meme. Secondo il report di YouTube, il remix è una delle tendenze culturali del 2022. Del resto, da TikTok fino a Shorts e Reels, al centro di tutto c’è il suono, la musica o la voce che può essere riutilizzata dai creatori in modi diversi e imprevedibili. Come nel caso di Povero Gabbiano, di cui vi avevamo parlato qualche tempo fa: una canzone neomelodica che, trascinata fuori dal suo contesto originale, diventa un modo per esprimere insoddisfazione in maniera ironica, divertente.

I video come strumenti di fuga dalla realtà

Anche a causa della pandemia, online siamo sempre più alla ricerca di contenuti che ci rilassino, che ci trasportino in qualche altro luogo, anche solo per pochi minuti. Sono quelli che YouTube definisce di Responsive creativity, in grado di far sentire lo spettatore in un posto diverso. Rientrano in questa categoria i contenuti che mostrano paradisi tropicali o scenari da sogno, o anche l’ASMR, quei video o audio che generano un senso di benessere in chi li ascolta.