Facciamo i conti con la Me Economy
Il concetto di Me Economy sta guadagnando terreno nelle dinamiche aziendali, con una crescente enfasi sulla flessibilità degli orari e dei luoghi di lavoro, nonché sulla personalizzazione dei percorsi di sviluppo di carriera. L’indagine The age of adaptability di ManpowerGroup identifica queste come tendenze chiave nell’evoluzione del panorama lavorativo, già influenzato da innovazioni tecnologiche e cambiamenti demografici che plasmeranno il futuro dell’occupazione.
Il progresso tecnologico, inclusa l’Intelligenza Artificiale (AI), è un trend cruciale, che offre opportunità per lavori più significativi. Tuttavia, le sfide riguardano la formazione dei lavoratori per sfruttare l’AI e la ricerca di talenti qualificati. La prevalenza dell’AI conversazionale nel reclutamento (71%) e le prospettive positive sull’impatto dell’AI e della Realtà virtuale (58%) delineano un futuro dove la preparazione alle nuove tecnologie è essenziale per il successo organizzativo.
“Il mondo del lavoro sta cambiando molto rapidamente. Nuove priorità personali dei lavoratori, specie quelli più giovani, cambiamenti demografici e progresso tecnologico portano allo stesso tempo nuove sfide e nuove opportunità alle organizzazioni”, ha commentato Anna Gionfriddo, Amministratrice Delegata di ManpowerGroup Italia.
Nuovi strumenti per colmare il divario generazionale
La Me Economy applicata al mondo del lavoro si traduce nell’aspirazione dei lavoratori a un equilibrio tra vita privata e professionale, con una preferenza per flessibilità e autonomia. In particolare, il report evidenzia che i candidati ricercano una settimana lavorativa di quattro giorni (64%), la possibilità di determinare gli orari di lavoro (45%) e l’opportunità di lavorare da casa (35%). La Generazione Z, rappresentante significativa del futuro del lavoro, si attende percorsi di sviluppo di carriera personalizzati, mentorship qualificate e piani di progressione trasparenti.
Ma la ricerca evidenzia anche come la Gen Z influenzi le aspettative delle generazioni più adulte, con il 93% dei senior che hanno dichiarato un impatto significativo su vari aspetti, tra cui il confine tra lavoro e vita privata, l’apertura alle nuove tecnologie, il desiderio di successo professionale, la remunerazione equa e l’interesse del datore di lavoro nelle questioni sociali. “Accanto alle innovazioni come l’Intelligenza Artificiale (AI), oggi assistiamo a una rinnovata importanza delle scelte individuali delle persone, del lato umano del lavoro. Da un lato questo significa nuove necessità a cui rispondere per attrarre e trattenere i talenti, come una maggiore flessibilità su orari e luoghi di lavoro e più attenzione ai bisogni individuali dei lavoratori. Dall’altro, questo sottolinea ancora una volta l’importanza della formazione per tutte le generazioni, per aggiornare le competenze dei lavoratori più ‘senior’ alle nuove tecnologie e per trasmettere ai più giovani l’esperienza dei loro colleghi senior”, ha aggiunto Gionfriddo.
La coesistenza di diverse generazioni sul luogo di lavoro presenta sfide organizzative che richiedono strategie di reskilling mirato e mentorship per colmare il divario di competenze. Investire nella Diversity & Inclusion emerge come una scelta sempre più vantaggiosa, con aziende caratterizzate da elevata diversità che superano le performance di quelle con una minore diversità interna.