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Kevin Kelly e l’inevitabile destino della natura umana

Il famoso scrittore Kevin Kelly ha scritto un saggio molto affascinante e razionale sulle tendenze tecnologiche presenti e future: “L’inevitabile” (il Saggiatore, ottobre 2017, 329 pagine, euro 24).


Negli ultimi anni Google ha comprato almeno 14 società che operano nel campo dell’intelligenza artificiale. Ad esempio Deepmind ha sede a Londra e utilizza un algoritmo molto speciale per imparare a giocare, attraverso l’apprendimento automatico per rinforzo approfondito (p. 40). Probabilmente “Google usa le ricerche per migliorare la sua IA” (p. 45), e solo in un secondo momento utilizza la sua Intelligenza Artificiale per aumentare la sua capacità di ricerca.
Rodney Brooks è l’ex professore del MIT che ha progettato l’aspirapolvere Roomba. Nel 2008 ha fondato Rethink Robotics. Secondo Brooks “quando l’avvento dei robot farà crollare i costi di produzione, saranno i costi di trasporto a diventare il fattore decisivo: vicino vorrà dire economico. Si creeranno quindi delle reti locali di fabbriche in franchising, la cui quasi totalità della produzione verrà distribuita entro un raggio di 10 chilometri” (p. 60 e 61).
Quindi il nostro futuro seguirà quello della rete, “la più grande fotocopiatrice del mondo… copia ogni azione, ogni digitazione, ogni pensiero che facciamo mentre stiamo navigando… alcuni pezzi di informazione possono venire copiati anche dozzine di volte, in un ciclo ordinario, attraverso memorie, cache, server, router e ritorno. Molte aziende informatiche guadagnano parecchi soldi dalla vendita di equipaggiamenti che facilitano questo processo incessante” (p. 69).
I percorsi delle nostre vite si riempiranno di schermi e nei prossimi anni “ci sembrerà strano guardare uno schermo senza che qualche parte del nostro corpo risponda ai contenuti… la visualizzazione ci sprona a creare velocemente degli schemi, ad associare un’idea a un’altra… Con gli schermi in Rete, ogni cosa è collegata a tutto il resto, e lo status di una nuova creazione non viene determinato dalle valutazioni dei critici ma dal grado con cui è collegata al resto del mondo” (p. 109). Però gli “schermi potranno osservarci a loro volta, saranno i nostri specchi” e la nostra coscienza sociale. In molte situazioni saremo quasi sempre sotto osservazione e finiremo per apprezzare sempre di più l’intimità della nostra casa e la qualità delle nostre conversazioni.
Comunque anche in una nuova società centrata sulle immagini ogni popolazione “si espande esattamente fino a un limite superato il quale c’è la fame. Oggi, in un mondo reso abbondante dalla tecnologia, la minaccia alla sopravvivenza è rappresentata dall’eccesso di cose buone: troppa bontà mette fuori uso il nostro metabolismo e la nostra psicologia… non ci siamo evoluti per percepire la pressione sanguigna e la glicemia. Tuttavia, la tecnologia è in grado di farlo” attraverso i sensori e l’autotracciamento (p. 245, ad esempio il dispositivo Scout di Scanadu).
La fiducia non sarà programmabile e nemmeno vendibile. Molti di noi avranno prima o poi “accesso a un robot personale” (p. 65), e a una forma di intelligenza artificiale a distanza, accessibile tramite la rete o attraverso un chip personalizzato inserito nel nostro corpo. Purtroppo non sarà così per la maggioranza della popolazione e “Il vero punto debole è che le tecnologie creano una fascia di esseri umani che non è in grado di adoperarle, e che viene quindi emarginata, spazzata via, distrutta, lacerata, trasformata in prodotto di scarto”(Roberto D’Agostino, lezione all’Università Sapienza di Roma sulla Rivoluzione Digitale). La tecnologia costa e i poveri sono tanti.
In ogni caso “In un mondo ricco di informazioni, l’abbondanza di queste ultime comporta la mancanza di qualcos’altro: la penuria di qualunque cosa le informazioni consumino… l’attenzione dei loro destinatari” (Herbert Simon, 1971, premio Nobel nel 1978, citato a p. 179). La carenza di tempo, la carenza di spazio vitale, la carenza energetica individuale saranno da includere nelle prossime situazioni molto spiacevoli che riguarderanno miliardi di abitanti del pianeta. Più aumenteremo, più informazioni ci scambieremo, e molto più prezioso diventerà il tempo per tutti noi (ogni giornata avrà sempre le solite 24 ore, comprese le circa sette ore di sonno).
Forse fra pochi anni molti di noi diventeranno l’assistente personale di un robot o di un sistema operativo. I nuovi sistemi di intelligenza artificiale lavoreranno tra di loro in rete e saranno formati da alcuni sistemi centralizzati di autoapprendimento più o meno specializzati o generici. Di sicuro “Tendiamo a sopravvalutare gli effetti a breve termine della tecnologia e a sottovalutare quelli a lungo termine” (Roy Charles Amara, Legge di Amara, presidente dell’Istituto per il Futuro, Palo Alto California; Italian Institute for the Future).

Per approfondimenti economici e tecnologici italiani: www.giudittamosca.it/chi-sono(giornalista), www.innovation-nation.it (la terza edizione del forum ci sarà il 18 ottobre 2019 a Milano).
Nota personale – Forse i migliori risultati riguardanti l’intelligenza artificiale li potrebbe ottenere un assistente politico artificiale molto bravo nelle mediazioni e nelle negoziazioni. Ma si può agire in modo veramente imparziale lavorando per gli esseri umani?
Nota sul Web – “Internet non è una tecnologia neutra perché nel lungo periodo la comunicazione fra le persone che la rete abilita crea tolleranza, conoscenza e innovazione” (Riccardo Luna, Cambiamo tutto! La rivoluzione degli innovatori, Laterza, 2013, p. 70). E le persone sono destinate a diventare quello che vedono e che incontrano più spesso (a livello reale o digitale).
Nota cinematografica – Tra i film di fantascienza più emozionanti segnalo Blade Runner (di Ridley Scott, 1982); Gattaca (la porta dell’universo, di Andrew Niccol,1997); Her (di Spike Jonze, 2013, ha vinto il premio Oscar per la miglior sceneggiatura); Ghost in the Shell (di Rupert Sanders, 2017); Eagle Eye (di D.J. Caruso, 2008, l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale al servizio dello Stato totalitario).
Nota aforistica – “Le idee hanno una vita che è tutt’altro che ideale” (Miller Levy); “Avere talento permette di raggiungere un fine che gli altri non possono raggiungere; avere genio permette di raggiungere un fine che gli altri non possono nemmeno vedere” (Schopenhauer, citati in La bicicletta di Einstein, Ponte alle Grazie, 2017).
Nota difensiva – Anders Sandberg studia le minacce per la vita umana presso il Future of Humanity Institute: https://twitter.com/anderssandbergwww.fhi.ox.ac.uk/team/anders-sandberghttps://en.wikipedia.org/wiki/Anders_Sandbergwww.youtube.com/watch?v=1Kduq2IxyM8.
Nota energetica – Secondo il premio Nobel Carlo Rubbia l’estrazione del metano solido (il clatrato) potrebbe essere una produzione energetica del futuro: www.youtube.com/watch?v=z0o9jz7UZDw (2014). Inoltre alcuni scienziati italiani stanno facendo esperimenti molto interessanti sulle nuove reazioni nucleari LENR: www.youtube.com/watch?v=54Sm7pcmpJo(5 gennaio 2019).