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Autore: Linda Tommasi


 

L’avvento dell’equity crowdfunding in Italia

L’avvento dell’equity crowdfunding in Italia

Il 2019 è stato l’anno da record
per il crowdfunding in Italia. A sostenerlo è l’osservatorio
enterpreneurship&finance del politecnico di Milano, il quale, dopo aver
analizzato i dati sul crowdfunding nel periodo 2014-2019 ha osservato come ci
sia stata un’impennata nella raccolta nel primo trimestre del 2019. Se infatti
alla fine del primo semestre dello scorso anno risultavano circa 82 milioni di
euro raccolti attraverso le piattaforme internet abilitate a partire dal 2014,
ben 27 milioni sono stati raccolti a partire da gennaio 2019.

Secondo lo studio, a partire
dall’introduzione della normativa sul crowdfunding, avvenuta nel 2012, al 30
giugno 2019, sulle piattaforme autorizzate sono stati presentati 401
collocamenti di cui 261 chiusi positivamente 103, senza raggiungere il target
minimo previsto e 37 ancora in corso nella data dell’analisi. Di queste ben 170
sono state presentate tra il primo luglio 2018 e il 30 giugno 2019, al ritmo di
una ogni due giorni. Anche il tasso di successo delle operazioni è aumentato
nel primo semestre del 2019, passando dal 71% (valore medio del campione a
partire dal 2014) al 75%. Nel dettaglio la maggior parte di queste richieste
sono avvenute da parte di start up innovative.

Cosa ha causato un aumento del crowdfunding nel 2019?

Ad attirare più investitori è stata
la modifica dell’assetto regolamentare. Sin dal 2018 sono stati introdotte
dalla consob  importanti novità come la
definizione dei requisiti per la copertura assicurativa minima da offrire agli
investitori sia a livello di singolo investimento sia a livello complessivo per
la piattaforma e a partire dal 2019 l’alzamento al 40% (dal 30%) delle aliquote
per le detrazioni fiscali (per le persone fisiche) e delle deduzioni (per le
persone giuridiche) a favore di chi investe nel capitale di rischio di startup
e PMI innovative.

Nonostante la maggior attrattività
dell’equity crowdfunding in Italia, i numeri sono ancora di molto inferiori
rispetto gli altri paesi europei. Uno studio condotto dal Cambridge Centre for
Alternative Finance sul crowdinvesting, con riferimento il 2017, ha evidenziato
come, a fronte di 581 milioni di euro investiti in Europa nel crowdfunding, 333
milioni fossero stati investiti nel Regno Unito, 48 milioni in Francia, 20 in Germania
e solo 11,5 in Italia. 

Le prospettive per il futuro

La sfida per il futuro è in mano
alle piattaforme le quali dovranno scegliere attentamente il target di aziende
da accompagnare alla raccolta e quali tipologie di investitori coinvolgere. Di
fatto nel mercato del crowdfunding non c’è spazio per tutte le aziende e la
crescita della raccolta oltre che qualitativa dovrebbe essere anche qualitativa.


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