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ESG, Pallini: “Ecco lo standard che certifica la compliance delle aziende”

ESG, Pallini: “Ecco lo standard che certifica la compliance delle aziende”

Nasce da cinque anni di studi il primo schema di certificazione per l’ESG riconosciuto da Accredia, pronto per essere adottato dalle organizzazioni che vogliono misurare il proprio impegno nel campo della Sostenibilità. A metterlo a punto sono stati i ricercatori della Scuola Etica di Alta Formazione e Perfezionamento “Leonardo”, associazione culturale senza fini di lucro che è ora lo “Scheme Owner” della SRG88088. A coordinare il progetto è stato il professor Mauro Pallini, che è anche presidente della Scuola Etica, e che in questa intervista a Esg360 spiega il percorso e le potenzialità dell’iniziativa.

Professor Pallini, ci racconta come siete riusciti ad arrivare a questo risultato?

È stato un lungo lavoro, iniziato in tempi “non sospetti”, cinque anni fa, quando il tema dell’ESG non era ancora sulla “cresta dell’onda” come oggi. Siamo riusciti a riunire in un unico sistema un insieme di requisiti che riguardano ambiente, sociale e governance, facendo una sintesi grazie allo sviluppo di una serie di principi che oggi stanno ottenendo apprezzamento in tutto il mondo. Essenzialmente abbiamo identificato la risposta a un bisogno che con il passare del tempo è sempre più sentito: quello di valutare secondo principi standard le prestazioni delle aziende nel campo dell’ESG, restituendo una fotografia attendibile del loro impegno su tutti e tre i pilastri da cui è composta. Oggi in questo campo c’è ancora una grande confusione, a causa di una complessità che si è rivelata difficile da gestire. Abbiamo deciso di accettare la sfida e di misurarci con questo argomento, con la pubblicazione della norma SRG88088:20. Il percorso di validazione è durato quattro anni abbondanti, un tempo che ci è servito per testare lo schema di certificazione in circa 20 aziende, da soli e con il supporto di Accredia. Così oggi siamo in grado di dare una valutazione dei sistemi di gestione per la Sostenibilità delle aziende, alle quali è possibile rilasciare un rating univoco sulla base dei 17 Sustainability Development Goals delle Nazioni Unite.

Qual è il vantaggio di questo sistema di certificazione?

Il principale vantaggio è che racchiude in un unico sistema i rating che oggi sono “polverizzati”, includendo un sistema di controlli che rende le valutazioni effettivamente attendibili. Il rilascio della certificazione del sistema di gestione e della dichiarazione del Rating necessita di un audit presso le aziende che vogliono ottenere la certificazione con un team di auditor incaricato dall’Organismo di certificazione: si tratta di specialisti, che per più giorni fanno i controlli del caso, acquisiscono tutte le informazioni di cui hanno bisogno e le sintetizzano in una valutazione complessiva. Di fatto questo processo apre anche la strada a nuove professioni: i percorsi per la formazione degli auditor li abbiamo messi in campo ormai da 15 mesi, perché non avrebbe avuto senso disporre di uno standard senza la disponibilità di personale specializzato per le verifiche.

Come funzionano le attività di verifica nelle aziende?

Tutto viene attenzionato e valutato come se passasse all’esame di uno scanner, con una particolare attenzione ai concetti di governance e della sostenibilità sociale. Il valore è nei contenuti della norma SRG88088, perché è ampia e avvolge l’azienda nella sua interezza. Nel corso delle verifiche si va a vedere tutto: dagli obblighi legislativi al coinvolgimento degli stakeholder, dalle strategie imprenditoriali alla gestione sociale, dalla partecipazione della comunità agli istituti di credito: abbiamo generato un framework per valutare tutti gli ambiti e gli aspetti della sostenibilità.

Che vantaggio ha un imprenditore che ottiene la certificazione?

Dal momento che si tratta di uno schema accreditato, i vantaggi possono essere importanti. Nelle ultime settimane, ad esempio, mi sono confrontato con i vertici di Intesa Sanpaolo, che mi hanno ribadito come loro riconoscano la certificazione della SRG88088:20 e siano intenzionati – come già hanno fatto in alcuni casi – ad applicare tassi più convenienti alle aziende che ottengono la nostra certificazione. Parliamo di agevolazioni, per esempio i tassi di interesse sui finanziamenti, possono essere ridotti anche del 40/50% rispetto a quelli che vengono applicati a chi non ha la certificazione. In sostanza, quando la banca concede un prestito, con il nostro strumento ha la possibilità non soltanto di verificare le questioni legate al credito, ma riesce ad avere un quadro più ampio e attendibile su chi ha di fronte, e può quindi premiare chi adotta comportamenti più virtuosi verso l’ambiente o verso i propri dipendenti e fornitori, grazie ad una visione imprenditoriale che può assicurare la Business Continuity.

Cosa succede ora che avete ottenuto l’accreditamento?

Intanto sta crescendo l’attenzione delle aziende, che ci chiamano per informarsi e per vedere se è possibile iniziare il percorso che le porterà a ottenere la certificazione. Di pari passo stiamo procedendo con la qualificazione degli organismi di certificazione: abbiamo già iniziato, dei circa 150 presenti in Italia, contiamo di arrivare al 35-40% entro i prossimi mesi. Questo consentirà di poter coprire, potenzialmente, una platea di oltre 400mila imprese su tutto il territorio nazionale.

A questo punto subentra il fattore culturale: le imprese sono pronte?

Ovviamente non tutte si certificheranno, ma la questione culturale si può vincere se si continuerà a fare sensibilizzazione su questi temi, se in altre parole passerà il concetto che la “trasformazione ESG” è un passaggio centrale se vogliamo mettere le basi per un futuro sostenibile da ogni punto di vista. Senza questa volontà, purtroppo, non potranno esserci prospettive di sviluppo per l’uomo sul pianeta. Che sia il momento della sensibilizzazione ce lo confermano i fatti: quando andiamo nelle imprese il primo feedback che abbiamo è che rimangono stupite dai contenuti e si lasciano attrarre da questa soluzione per la transizione.

Anche per creare attenzione attorno a questi temi il 26 maggio avete in programma un appuntamento importate a Milano…

Sì, l’appuntamento è nei locali della Fondazione Culturale Ambrosianeum. A moderare gli interventi sarà il giornalista esperto di sostenibilità Aldo Bolognini, mentre tra i relatori avremo Marco Belardi del centro studi ESG-SRG e Barbara Colombo della Scuola Etica Leonardo che illustrerà i principi dello standard Esg-Srg88088. Per Accredia parteciperà Elena Battellino, che illustrerà il ruolo di Accredia nel nuovo scenario della certificazione dei sistemi di gestione per la sostenibilità. Tra i relatori anche Stefano Bertini di Apave Certification Italia che illustrerà la posizione degli enti di certificazione, Nancy Saturnino dell’Odcec Milano, il vicedirettore di Cassa Lombarda Filippo Casolari e il vicepresidente di Emilbanca Gianluca Galletti. Avremo la testimonianza di un imprenditore che ha già ottenuto la certificazione Roberto Di Domenico della Spiedì srl. Alla tavola rotonda, a cui parteciperò anch’io, è prevista la presenza di Stefania Brancaccio vicepresidente di Coelmo, Michela Turri di Aksilia, di Luigi Guarise consulente di management, di Anna Danzi e Angelo Artale di Finco.

Per concludere, uno dei problemi di questo momento storico è il greenwashing. Il vostro standard è una risposta?

Il nostro standard permette di dare certezza sul tipo di valutazione che le aziende ottengono nel campo della sostenibilità a 360 gradi, quindi anche a livello ambientale. Con questa certificazione, quindi, non c’è rischio greenwashing. Ma a contribuire a risolvere il problema arriverà presto anche una nuova direttiva UE, che ha l’obiettivo di sanzionare chi enuncia attività che non rispondono alla realtà nel campo dell’impegno per la sostenibilità. Potrebbe essere uno strumento di persuasione in più. L’Europa in questo campo vuole essere in prima linea, e se pure il conflitto in Ucraina ne abbia rallentato il percorso, tutti gli analisti sono concordi nel dire che non ci sarà uno stop.




Nasce Diligentia Ets per definire linee guida per la rendicontazione di Sostenibilità

Nasce Diligentia Ets per definire linee guida per la rendicontazione di Sostenibilità

Nasce Diligentia Ets con obiettivi chiari: dettagliare le linee guida per la rendicontazione di Sostenibilità. Ecco il battesimo, in questo articolo di Chiara Guizzetti, che fa parte del team.

Diligentia Ets è il bell’acronimo di Associazione Italici per la responsabilità d’impresa e sviluppo sostenibile.

Si tratta di una nuova realtà che ha a cuore la rendicontazione della Sostenibilità e per questo è stata costituita – attorno a una comunità molto attiva su Linkedin – lo scorso dicembre, con l’intenzione di promuovere azioni e progetti per aggregare imprese e professionisti che avvertono l’esigenza di agire, in modo concreto, per modificare il sentiero di sviluppo economico.

Tra i professionisti che la compongono ci sono consulenti, revisori, amministratori ed è massima l’apertura ad altre associazioni ed enti di accreditamento, tipo Accredia.

All’interno della neocostituita associazione sono nati diversi gruppi di progetto; di particolare interesse quelli dedicati al mondo degli Standard di rendicontazione del report di Sostenibilità.

A tale proposito, all’interno di Diligentia è stato creato l’Osservatorio sugli Standard di Sustainability Reporting, aperto alla partecipazione di Enti, Associazioni, accademici, imprese e professionisti, con l’obiettivo di lungo termine di seguire lo sviluppo e l’evoluzione degli standard di Sostenibilità, promuovendo inoltre a corretta applicazione degli stessi.

Le attività progettuali che hanno interessato l’Osservatorio, a oggi, sono state due: la prima, relativa all’analisi dei documenti pubblicati, in modalità draft exposure, rispettivamente dagli standard setter Issb ed Efrag, per arrivare alla definizione di standard di rendicontazione da applicare a livello europeo e internazionale.

La seconda, finalizzata alla definizione e alla redazione di una linea guida che possa essere un supporto per le attività di certificazione del rapporto di Sostenibilità.

Il primo progetto, di taglio operativo, ha quindi visto la raccolta di commenti e feedback da parte dei membri di una commissione tecnica, costituita all’interno dello stesso Osservatorio e l’invio formale di una lettera di commenti a Issb e a Efrag entro le scadenze previste dai due enti (rispettivamente il 29 luglio e l’8 agosto).

Il secondo progetto si propone di colmare un vuoto normativo relativo alle attività di certificazione del report di Sostenibilità da parte di soggetti terzi indipendenti (principalmente revisori contabili e organismi accreditati). In base a quale procedura o standard i soggetti identificati dalla Direttiva potranno svolgere il loro incarico? Quali sono i requisiti del processo? Quali gli output? Come si determinano i livelli di affidabilità (assurance levels)?

Queste sono le principali domande a cui il gruppo di progetto vuole rispondere, arrivando a elaborare una linea guida per la certificazione del rapporto di Sostenibilità; la linea guida sarà impostata con riferimento alla struttura dell’indice della norma Iso 17029 General Principles and requirements for validation and verification bodies e terrà conto anche dei requisiti della norma Iso 14016 Guidelines on the assurance of sustainability report.

“La Linea Guida per la certificazione di terza parte indipendente del rapporto di sostenibilità si propone di soddisfare uno dei requisiti della proposta di Direttiva sul rapporto societario di sostenibilità. Attualmente – sostiene Cesare Saccani, presidente di Diligentia Ets – non esiste in Italia (e in Europa) uno standard riconosciuto che definisca i principi e i criteri del processo di certificazione nonché i requisiti di competenza dei valutatori e i criteri dei soggetti che erogano il servizio di certificazione del rapporto. Diligentia intende colmare questo vuoto normativo coinvolgendo il più ampio numero di parti interessate“.

Da notare che la politica decisa dal consiglio direttivo è di limitare i soci individuali e di avere invece soci imprese; per le collaborazioni c’è apertura e crediamo che dipenda anche dalla tipologia di progetto.

La timeline di progetto prevede la definizione di un documento da portare all’approvazione del consiglio direttivo di Diligentia entro la fine di settembre, per poi organizzare, in ottobre, un webinar aperto per favorire la conoscenza e la divulgazione del documento.




Patagonia, la famiglia cede l’azienda a no profit per salvare il pianeta

Patagonia, la famiglia cede l'azienda a no profit per salvare il pianeta

La decisione è rivoluzionaria. Patagonia, famosa società statunitense di abbigliamento outdoor valutata circa 3 miliardi di dollari, sarà ceduta a un fondo ad hoc e a un’organizzazione no-profit.

Lo scrive il New York Times, che ha intervistato Yvon Chouinard, 83enne alpinista che possiede l’azienda con la moglie e i suoi due figli. L’obiettivo è garantire che tutti i profitti, circa 100 milioni di dollari l’anno, siano utilizzati per combattere il cambiamento climatico e proteggere i terreni non sviluppati in tutto il mondo.

La mossa arriva in un momento di crescente attenzione per i miliardari e le aziende, accusati di non contribuire  – come invece sostengono – ai problemi del pianeta. Per altro, solo pochi giorni fa un noto filantropo come Bill Gates aveva lanciato l’allarme – in un colloqui con il Financial Times – sul fatto che la tragedia della guerra in Ucraina stesse distraendo l’impegno dei governi europei verso lo stanziamento di aiuti umanitari verso i Paesi bisognosi.

Allo stesso tempo, la rinuncia di Chouinard al patrimonio di famiglia è in linea con la sua lunga tradizione di sostanziale disinteresse verso le regole tradizionali commerciali e con l’amore che da sempre nutre per l’ambiente. “Speriamo che questo influenzi una nuova forma di capitalismo che non finisca con pochi ricchi e un mucchio di poveri”, ha dichiarato Chouinard al New York Times. “Daremo la massima quantità di denaro alle persone che lavorano attivamente per salvare il pianeta”.

Patagonia continuerà ad operare come società privata a scopo di profitto, con base a Ventura, in California, vendendo oltre 1 miliardo tra giacche, cappelli e pantaloni da scii ogni anno. Ma i Chouinard, che hanno controllato Patagonia sino ad agosto, non saranno più proprietari dell’azienda. La famiglia ha trasferito irrevocabilmente le azioni con diritto di voto, pari al 2% del totale, in una nuova entità denominata Patagonia Purpose Trust. Il fondo, che sarà supervisionato da membri della famiglia e da loro stretti consiglieri, mira a garantire che Patagonia tenga fede al suo impegno di gestire l’attività in modo socialmente responsabile e ceda i profitti.

A causa di questa donazione, i Chouinard pagheranno 17,5 milioni di tasse. La famiglia ha inoltre donato il restante 98% delle azioni comuni a una nuova no-profit chiamata Holdfast Collective, che riceverà tutti i profitti della compagnia e li userà per contrastare il climate change. Un’operazione, quest’ultima, che non comporta alcun beneficio fiscale.




Consulenza per ESG e sostenibilità in grande crescita: verso i 16 MLD $ entro il 2027

Consulenza per ESG e sostenibilità in grande crescita: verso i 16 MLD $ entro il 2027

Sustainability transformation e roadmap ESG vogliono dire anche e soprattutto advisory. I servizi di consulenza destinati ad aiutare le imprese a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e a “scalare” i rating ESG rappresentano un mercato in grande crescita, con un CAGR del 17% nel periodo tra il 2022 e il 2027 e destinato a superare i 16 miliardi di dollari.

Advisory ESG: 6,24 miliardi di dollari nel 2021

La società di ricerca britannica Verdantix ha analizzato le potenzialità di un settore che alla fine del 2021 era arrivato a generare qualcosa come 6,24 miliardi di dollari e che avverte da vicino gli stimoli che stanno arrivando da una normativa sempre più stringente e incalzante. Tutti i servizi di consulenza ESG e sustainability godranno di una crescita media a due digit nel periodo 2022 – 2027, ma per i servizi legati a corporate reporting and disclosure è previsto un CAGR più consistente pari al 21%. Dal punto di vista dei mercati la ricerca vede una crescita importante nella regione EMEA, nelNord America e nell’APAC.

Le ragioni di questa accelerazione sono infatti da ricercare primariamente nelle normative che sono in arrivo e che rendono alcune scelte aziendali sempre più vincolanti, strettamente legate a fattori di compliance. Nello stesso tempo la ricerca mette in evidenza che sono in corso tante azioni che hanno lo scopo di incoraggiare una trasformazione energetica ed ecologica come i Piani di Ripresa e Resilienza PNRR in Europa, percorsi di sviluppo che portano benefici sia sul PIL sia su progettualità specifiche legate alla transizione ecologica. Inoltre, per molte imprese si avvertiranno sempre di più le pressioni esercitate dai consumatori che aumentano le loro preferenze verso brand e prodotti sostenibili e dal mondo della finanza che guarda con estrema attenzione alle logiche ESG.

Una connessione sempre più stretta tra normative, rendicontazione e consulenza ESG

Nell’ambito della ricerca di Verdantix “ESG and Sustainability Consulting: Market Size and Forecast 2021-2027” si coglie una connessione sempre più stretta tra il ruolo svolto da un framework normativo che si sta definendo e i cambiamenti di aziende che stanno portando la sostenibilità a livello di core business e che stanno esplorando e attuando nuovi modelli di business. Ecco che sulla spinta di consumatori e cittadinifinanzanormativecrescita del PILincentivi e ricerca di nuove forme di vantaggio competitivo, si consolida una trasformazione economica, industriale e sociale che ha sempre più bisogno di orientamento e advisory per tutti i cambiamenti strategici a livello di modello di business, di operations, di trasformazione nelle supply chain.

ESG consultancy: nei prossimi 5 anni servono competenze su prodotti, processi, rendicontazione e modelli di business

La ricerca sottolinea che nei prossimi cinque anni le aziende saranno nella condizione di porre al centro dei loro obiettivi le priorità dettate dalla sostenibilità e dall’ESG e dovranno disporre di nuove competenze e di una visione dello scenario competitivo e normativo in costante evoluzione in particolare per quanto riguarda i cambiamenti a livello di esigenze di rendicontazione.I servizi di consulenza secondo Verdantix si collocheranno primariamente nell’innovazione di prodotto e di processo, nella trasformazione delle catene di approvvigionamento, nelle soluzioni per fornire dati e informazioni in modo trasparente su tutti gli attori delle supply chain.




TESI DI LAUREA: ANALOGIE TRA SISTEMI BIOLOGICI E SISTEMI SOCIALI E AZIENDALI: ALLA RICERCA DELL’OMEOSTASI PER AUMENTARE VALORE E LICENZA DI OPERARE

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE MARKETING E DIGITAL MEDIA

Anno accademico 2021/22

INTRODUZIONE

Scopo della presente tesi è dimostrare l’esistenza di affinità tra i sistemi biologici, esemplificati qui con l’organismo umano e le interazioni fra i suoi componenti e con l’ambiente esterno, i sistemi sociali, intesi come interazioni degli individui all’interno di un dato ambiente culturale e in relazione con altri ambienti culturali, e infine le aziende, intese come sistemi complessi di interazioni tra le varie componenti interne e come rapporti con la società in cui operano. Queste tre realtà complesse hanno in comune di essere riconducibili alla teoria generale dei sistemi descritta originariamente da Ludwig von Bertalanffy (1901-1972) (1) che enfatizza l’organizzazione complessiva dei rapporti e delle interazioni e, più in generale, segue la logica compositiva che lega le parti al tutto. von Bertalanffy (1) infatti sosteneva anche che ‘L’intero è più della semplice somma delle parti….Le caratteristiche del complesso pertanto appaiono nuove o emergenti’.
In particolare, la tesi si focalizza sul concetto che tutti i sistemi tendono a mantenere un equilibrio interno fra i loro componenti, un equilibrio che però non è fisso, statico ma in continuo movimento e rinnovamento. È il concetto di omeostasi, attitudine propria degli esseri viventi di autoregolarsi mantenendo costante l’ambiente interno pur al variare delle condizioni dell’ambiente esterno. Il termine fu coniato da Walter Bradford Cannon (1871-1945) (2) dal greco ὅμοιος (simile) en s (stabilità) proprio per sottolineare come la condizione di equilibrio non sia fissa ma mantenuta dinamicamente entro un ambito (seppur relativamente ristretto) da processi autoregolati.

(…)

Il testo integrale della tesi (40 pagine. in pdf) è disponibile a questo link