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Tavolazzi torna alla carica: Hera nasconde la verità

L’azienda dal bilancio sociale patinato (e costoso), dalle sbandierate ricadute economiche ed occupazionali nei territori in cui opera, dalla presunta trasparenza, perde ogni residua credibilità sociale, quando nega informazioni e documenti richiesti nell’interesse dei cittadini con accesso agli atti (allegato), da parte di un consigliere comunale di opposizione. Hera ha impiegato 35 giorni per scrivere in stile “azzeccagarburgli” una lettera (allegata), firmata dal direttore del teleriscaldamento Fausto Ferraresi, che nega informazioni da me richieste il 28 gennaio, in merito ai pozzi di Casaglia, dai quali estrae parte del calore necessario per alimentare il TLR a servizio di decine di migliaia di appartamenti. Pur partecipando, tramite Ferraresi, a costosi convegni in Italia e nel globo, per raccontare la finta geotermia e il raddoppio del TLR, basato sull’apporto fondamentale del cancro valorizzatore di Cassana, Hera, quando deve rendere conto ai cittadini/soci, fornendo dati ed informazioni, diventa opaca, si chiude nel linguaggio burocratico antitetico alla trasparenza, nega elementari risposte a chi è stato eletto per richiederle. In altri termini prende a pesci in faccia coloro (tutti noi) che garantiscono ai soci privati utili e dividendi, pagando salatissime e monopolistiche bollette per i servizi rifiuti e acqua. E’ evidente a tutti che l’interesse dei cittadini ad avere quelle informazioni è gigantesco.
E’ pure gravissimo che il presidente del Consiglio Colaiacovo, coinvolto fin dall’inizio in questa richiesta, abbia svolto un ruolo supino da passacarte, sottraendosi al dovere di difendere il mandato che la legge attribuisce al consigliere e che lui è tenuto a garantire quando viene calpestato, soprattutto se da una azienda partecipata a maggioranza pubblica. Non ci stupisce, e l’abbiamo spesso denunciato, la subalternità di Colaiacovo (da Ppf mai eletto), dimostrata anche nei giorni scorsi, con il silenzio sulle concessioni del sindaco, in materia di banchetti elettorali, ad un cittadino digiunante, cui va il nostro apprezzamento per la battaglia condotta. Quel silenzio assordante è insopportabile perché le stesse richieste erano state avanzate più volte,senza alcun risultato, da consiglieri comunali in conferenza dei capigruppo e pubblicamente. L’episodio segnala la scarsa considerazione che il sindaco ha dell’istituzione (se è vero che reagisce a un cittadino digiunante, ma non a consiglieri eletti dal popolo), ma soprattutto dimostra l’asservimento del garante di quella istituzione (Colaiacovo), che dovrebbe difenderla anche in contrasto con il sindaco.
Ma torniamo a Hera. I quesiti posti erano chiari, elementari, avanzati all’azienda tramite Colaiacovo: a) durata della concessione per l’utilizzo da parte di Hera del calore dell’acqua dei pozzi; b) durata della concessione per la coltivazione dei pozzi da parte del proprietario (gruppo Eni); c) corrispettivo pagato da Hera per l’utilizzo del calore dell’acqua geotermica; d) ogni altra informazione o documento atti ad inquadrare i rapporti tra Comune/Hera/Eni nella gestione dei pozzi, con riferimento all’estrazione del calore, alla sua cessione alla rete del TLR, alla gestione dell’impianto, alla regolazione dei rapporti tra Hera/utenti/Comune, riguardo a tariffe e condizioni contrattuali. Un bel “NIET” su tutti i fronti è stata la risposta di Hera, che per due pagine e mezzo si arrampica suscivolosi specchi, tra sentenze ed interpretazioni,al solo scopo di negare le informazioni e i documenti richiesti da un consigliere comunale, garantito nelle sue prerogative, se non da Colaiacovo, dalla legge. Hera, da azienda di proprietà maggioritaria degli enti locali e quindi dei cittadini, si comporta peggio di una qualsiasi multinazionale, dimostrando di non avere a cuore i rapporti con il territorio e la trasparenza delle proprie azioni.
A questo punto tocca al sindaco, ora informato da questa mia lettera aperta, dimostrare di non essere subalterno a Hera. Da socio dell’azienda e fino a ieri componente (tramite delegato) del consiglio di amministrazione, esiga quelle informazioni e quei documenti (posto che non se sia già in possesso) e li esibisca ai cittadini. In caso contrario confermerà quanto da noi sostenuto da tempo riguardo alla sua impresentabilità come candidato sindaco della città di Ferrara.




Il welfare secondo Ikea Italia

Codice di condotta, politiche di inclusione, requisiti per l’anticipo del Tfr: l’approccio del gruppo alla sostenibilità nell’ambito delle risorse umane anticipa le previsioni di leggeMeno sprechi e rifiuti, più energia e rispetto per l’ambiente e le persone. Sono gli obiettivi affidati a “People & Planet Positive” , la strategia per la sostenibilità di Ikea lanciata poco più di un anno fa e di cui sono stati resi noti i primi progressi sia nel bilancio di sostenibilità del Gruppo, sia in quello della filiale italiana.
Suddiviso in cinque sezioni (Ambiente, Food, Risorse Umane, Sociale e Progetti sociali condotti a livello locale), il report sintetizza i risultati raggiunti da Ikea in Italia nel periodo compreso tra settembre 2012 e agosto 2013.
Dal punto di vista dei numeri, la sezione dedicata all’ambiente ha riportato i risultati più importanti: nella gestione dei rifiuti i costi si sono ridotti di quasi il 70% nell’ultimo triennio mentre i consumi energetici sono diminuiti del 6% con un calo del 9,5% delle emissioni di Co2. Il 95% dell’energia utilizzata da Ikea Italia proviene da fonti rinnovabili e sette punti vendita sono dotati di impianti fotovoltaici che hanno prodotto oltre 6 milioni di Kwh di energia pulita. L’obiettivo è quello di arrivare a produrre entro il 2020 più energia di quanta ne venga consumata.
Sul fronte delle risorse umane, l’approccio sostenibile ai temi del lavoro si è tradotto nel 2013 nella definizione di un Codice di condotta. Definito come una sorta di contratto sociale, il codice punta a introdurre nelle relazioni tra le persone all’interno dell’azienda principi di correttezza, rispetto della privacy, sostegno delle pari opportunità e lotta alla corruzione. In caso di violazioni, è possibile inviare una segnalazione, anche in modo anonimo, ai propri responsabili all’interno dell’organizzazione.
Con la firma degli ultimi contratti integrativi sono state inoltre adottate nuove misure di welfare aziendale che estendono alle coppie di fatto, etero e omosessuali, i benefit previsti per i nuclei familiari tradizionali, come i congedi per matrimonio. Questo impegno ha permesso all’azienda di ottenere il primo posto nella classifica del Parks Glbt Diversity Index, l’indice che misura la capacità di inclusione aziendale realizzato da Parks – liberi e uguali, l’associazione di aziende che intendono valorizzare i collaboratori Glbt (gay, lesbiche, bisessuali e transessuali).
Per le famiglie con i figli sono stati introdotti permessi aggiuntivi per entrambi i genitori e rientri agevolati per le lavoratrici madri  a cui è stata fornita la possibilità di godere di un anno in più di aspettativa per maternità rispetto a quella già prevista dalla legge.
Sul fronte previdenziale, un tema già affrontato da Ikea a livello internazionale con un’iniziativa a favore della previdenza integrativa, sono state agevolate le modalità per ottnere anticipi sul Tfr, ampliando i motivi per le richieste, e dimezzando l’anzianità aziendale necessaria.




Riardo, nasce l'Oasi Ferrarelle Fai

I giorni 22 e 23 marzo, in occasione della ventiduesima edizione delle Giornate FAI di Primavera, Ferrarelle SpA ha inaugurato l’Oasi Ferrarelle FAI di Riardo. Dopo l’apertura pilota del 2013 e la conclusione degli ultimi lavori, l’azienda di imbottigliamento e il FAI – Fondo Ambiente Italiano celebrano quest’anno il battesimo dell’Oasi che porta i loro nomi, un’area di 145 ettari, che sovrasta le fonti delle acque minerali Ferrarelle, Natia e Santagata e impone sui comuni di Riardo, Teano, Rocchetta e Croce, nell’alta Campania, ai confini con Molise e Lazio. Un luogo dalla natura rigogliosa ed incontaminata nel quale il FAI ha patrocinato un’importante opera di valorizzazione realizzata da Ferrarelle SpA che ha consentito di mettere l’Oasi a disposizione della collettività attraverso visite guidate, passeggiate, attività ludico-didattiche e servizio di ristorazione di qualità.
Il progetto è stato avviato nel 2010 con un ampio piano di riconversione agricola, in cui sono state messe a dimora colture storicamente presenti nel compendio, come il nocciolo, il grano tenero e il grano duro. E’ stata arricchita la flora del parco con la piantumazione di nuovi alberi ed ulivi, che ad oggi sono più di 10000, e sono state collocate all’interno dell’area circa 100 arnie. E’ stata inoltre ristrutturata, secondo il profilo architettonico originale, la Masseria Mozzi, risalente alla fine del XVIII sec, che è oggi fulcro dell’intera Oasi ed anche punto di ristoro. Inoltre, attraverso l’azienda agricola biologica Masseria delle Sorgenti Ferrarelle, costituita in seguito all’avvio del progetto, si producono e commercializzano prodotti genuini frutto di queste terre: olio extravergine d’oliva, quattro varietà di miele biologico e pasta artigianale di grano duro. Sono stati inoltre portati a termine recentemente i lavori del punto informazioni e centro d’accoglienza FAI che sarà a breve aperto al pubblico con personale formato e gestito dalla Fondazione. Il centro FAI diventerà quindi il punto di partenza dello splendido percorso naturalistico all’interno dell’Oasi, in cui è inclusa la visita allo stabilimento di imbottigliamento e, per chi lo desiderasse, la sosta culinaria all’interno delle sale di Masseria Mozzi.
Una modalità inedita di fare CSR, frutto di una sinergia profonda tra l’azienda e il Fondo Ambiente Italiano, di cui Ferrarelle può anche fregiarsi del titolo di acqua ufficiale. Una collaborazione nata dalla volontà comune di custodire un pezzo di paesaggio italiano e che prosegue ancora oggi rafforzata e sempre più alimentata dallo stesso amore per il nostro paese e per le sue testimonianze naturali e paesaggistiche, di cui Ferrarelle considera espressione anche la propria acqua e il territorio incontaminato da cui essa ha origine e che il FAI contribuisce a proteggere e valorizzare.
Esiste un “modo Ferrarelle” di fare le cose che per noi è unico e distintivo, come lo è la nostra acqua, unica effervescente naturale certificata e pioniera, ormai ultracentenaria, della sua categoria ”, afferma Michele Pontecorvo, responsabile comunicazione e CSR in azienda. “Le iniziative di CSR sono per noi un’opportunità ogni giorno per dare alle nostre acque minerali, che la natura ci offre pure ed incontaminate, un valore aggiunto concreto, e il progetto di valorizzazione intrapreso nel nostro parco sorgenti di Riardo è un atto di riconoscenza dovuto a questo territorio che ci dona tanto”.  “Abbiamo iniziato a collaborare col FAI nel 2010” prosegue Michele Pontecorvo “ed abbiamo appena rinnovato questa proficua partnership per i prossimi tre anni, riconoscendo nel Fondo Ambiente Italiano il più autorevole partner in ambito di salvaguardia e rispetto della natura e dell’arte, della storia, delle tradizioni d’Italia.”
Marco Magnifico, Vice Presidente Esecutivo FAI afferma: “Fu del tutto inaspettato per me scoprire la prima volta la bellezza del paesaggio pressochè intatto di Riardo; una campagna che in taluni punti con le sue enormi querce e gli ampi coltivi assomiglia addirittura all’Inghilterra.”




Votazienda, il “tripadvisor” della Csr

RECENSIONI PER CHI CERCA LAVORO. E PER MIGLIORARE L’IMPRESA
Recensioni al servizio della responsabilità sociale di impresa. È l’idea di tre ragazzi di Padova,Roberto Del Longo, 29 anni, Michele Boato, 29 e Mattia Zanon, 34, che da poco più di sei mesi hanno aperto Votazienda.it , un sito dedicato alle persone che cercano lavoro e che funziona in modo simile alle piattaforme web di recensioni su locali, alberghi o b&b. Si entra nel sito, si valuta la propria esperienza in azienda e si aiuta, così, nella scelta chi è alla ricerca di un impiego e vuole concentrare tempo ed energie sulle offerte migliori.
«L’idea – spiega Del Longo – è nata da una mia esigenza: ho lavorato per due anni nel campo della consulenza aziendale e mi sono occupato di responsabilità sociale di impresa. Nel corso di questa esperienza ho notato che su internet gli spazi dove poter fare valutazioni sulle aziende scarseggiavano. Nel frattempo all’estero si stavano sviluppando dei siti che raccoglievano recensioni dal basso, cioè dal punto di vista dei lavoratori. Così, insieme a un ex collega e a un vecchio compagno di scuola, ho deciso di creare una piattaforma del genere anche in Italia».
Votazienda.it è innanzi tutto un sito che raccoglie recensioni. I lavoratori entrano nella pagina web, cercano l’azienda per cui lavorano o hanno lavorato e danno un voto da uno a dieci alla propria esperienza. Il giudizio passa attraverso tredici parametri, dal rapporto con i superiori e con i colleghi alle opportunità di carriera, alla formazione, agli stipendi. La media dei voti ricevuti viene tradotta in centesimi e forma il punteggio con cui l’impresa si presenta agli utenti alla ricerca di lavoro. Chi vuole può aggiungere un commento e raccontare nel dettaglio i motivi della valutazione.
Dall’altra parte, come dice Roberto Del Longo, c’è il «dialogo costruttivo». Le aziende possono rispondere alle recensioni confermando o disconoscendo quanto scritto dai lavoratori. Ma soprattutto, possono avanzare delle proposte per migliorare i punti deboli, dimostrando, così, di essere attente alle esigenze dei lavoratori: «Non vorremmo che Votazienda.it fosse solo un raccoglitore di recensioni né un luogo dove sfogare l’insofferenza nei confronti del datore di lavoro. L’obiettivo è creare una piattaforma di riferimento per le persone alla ricerca di un impiego, che possono decidere dove concentrare le candidature, ma anche per le aziende, che possono utilizzare il sito come una vetrina per ufficializzare il proprio approccio attento ai dipendenti e alla responsabilità sociale d’impresa».
Votazienda.it, inoltre, è anche un modo per spingere i lavoratori a collaborare tra loro. «Perché inviare mille curricula ad un’azienda che non paga? O dove l’ambiente è brutto? Scrivendo la tua esperienza sarai di aiuto a chi cerca lavoro dopo di te», spiega Del Longo. Finora sono state inserite circa 200 recensioni. L’elenco completo è sul sito e si può consultare filtrando le aziende per regione o per settore di appartenenza.
Il sito per ora è online in versione beta, una piattaforma sperimentale per testare le reazioni dei dipendenti e delle aziende prima del passo successivo. «Non siamo ancora una start-up, il sito è completamente gratuito. Più avanti ci saranno dei servizi a pagamento, ma vorremmo prima sondare un po’ il mercato e valutare». Del LongoBoatoZanonhanno diversi progetti per la versione definitiva. Vorrebberorendere obbligatoria la recensione scrittaaggiungere servizi come la revisione del curriculum per chi votail coaching online per chi è alla ricerca di lavoro. Per le aziende, invece, puntano ad intervenire sulla responsabilità sociale di impresa fornendo consulenza a chi, anche grazie alle recensioni, comprende di avere delle problematiche interne e decide di affrontarle.




CSR: le 100 aziende più sostenibili al mondo. Intesa Sanpaolo unica italiana

Quali sono le 100 grandi aziende più sostenibili del mondo? Torna la consueta classifica stilata daCorporate Knights, la società di consulenza canadese specializzata in capitalismo sostenibile, che dal 2005, anno della sua fondazione, compie una analisi a livello mondiale su 4.000 imprese valutate rispetto a dodici indicatori.
E’ il Global 100 Index, che, tra gli indicatori, dà particolare rilievo alle politiche di attenzione versol’ambiente, le risorse umane, la politica delle retribuzioni, l’impegno del management per la sostenibilità, l’innovazione e la trasparenza. I risultati, presentati al World Economic Forum di Davos, vedono svettare in cima al podio la banca australiana Westpac Banking Corporation, con sede a Sydney, un fatturato annuo di 38 miliardi di dollari e oltre 36.000 dipendenti.

La Westpac Banking ha una lunga storia di leadership e innovazione nel campo della sostenibilità d’impresa: è stata la prima banca ad aderire alla sfida del governo per ridurre l’effetto serra e il primo istituto finanziario in Australia a creare un programma di donazioni per questo.
Al secondo posto c’è la società biotech statunitense Biogen Idec, e al terzo lafilandese Outotec OYJ, che fornisce tecnologie e servizi per le industrie di trasformazione dii metalli e minerali..
Chiudono la top ten, nell’ordine: il gigante petrolifero Statoil, Norvegia, Dassault Systemes, azienda francese specializzata nella profgettazione in 3D, la Neste Oil OYJ, Finladia, la Novo Nordisk, Danimarca, l’Adidas, Germania, l’Umicore , Belgio, e la Schneider Electric SA, Francia. In generale, è da segnalare la buona performance delle imprese statunitensi, che ottengono ben 18 posizioni su 100.Segue il Canada con 13 aziende, e Regno Unito e Francia, tutte e due con otto piazzamenti.
E l’Italia? Prima di trovare il nome di un’azienda del nostro Paese, bisogna scorrere fino allaposizione numero 91. È qui che è stata inserita Intesa San Paolo, unica impresa italiana presente in questa speciale classifica che punta a distinguere le grandi imprese che hanno sviluppato le migliori strategie per gestire rischi e opportunità in campo ambientale, sociale e di governance.
Alla base di questo importante riconoscimento vi è l’impegno di Intesa Sanpaolo nel campo della sostenibilità, che nel 2013 ha visto ulteriori e rilevanti conferme con l’inserimento del suo titolo, per il secondo anno consecutivo, nel CDP’s Italy 100 Climate Disclosure Leadership Index(CDLI), oltre che nel Dow Jones Sustainability Index e nell’indice FTSE4Good.
“La presenza di Intesa Sanpaolo nella classifica “Global 100” realizzata dalla prestigiosa rivista Corporate Knights – ha affermato il Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina – rappresenta un importante attestato della serietà del nostro impegno nei confronti dell’ambiente, delle risorse umane del Gruppo, dell’innovazione e della trasparenza. Nel nostro Gruppo il concetto di sostenibilità si applica alla totalità delle attività’ svolte: sostenibilità economica e reddituale di lungo periodo e, allo stesso tempo, sociale e ambientale. Accogliamo questo importante riconoscimento come sprone a continuare sulla strada intrapresa e a migliorare costantemente le nostre performance nel campo dello sviluppo sostenibile”.
Per consultare le classifiche complete clicca qui