Atelier del Club Comunicazione d'Impresa – Workshop 2013

UNA OPPORTUNITA’ DA NON PERDERE PER I GIOVANI COMUNICATORI DI DOMANI
Sei laureato, stai ancora frequentando l’università o un master e ti piacerebbe  occuparti in futuro di ufficio stampa, eventi e relazioni pubbliche, marketing e pubblicità? In una società in cui la modalità con cui si comunica è sempre più determinante, per incontrare professionisti di importanti Aziende e grazie a loro conoscere meglio il mondo della comunicazione “vissuto sul campo”, iscriviti all’Atelier della Comunicazione, il gruppo giovanile del Club Comunicazione d’Impresa, associazione aderente all’Unione Industriale di Torino.
Possono entrare a far parte dell’Atelier giovani  che stiano frequentando un percorso formativo di Marketing e Comunicazione all’interno di Facoltà universitarie e Master di specializzazione.
L’iscrizione all’Atelier dà diritto a:
partecipare gratuitamente a tutte le iniziative del Club (conferenze, convegni, dibattiti, giornate di studio, visite a mostre, occasioni sociali …)
entrare a far parte di una Banca dati esclusiva  di CV messa a disposizione delle  Aziende aderenti al Club.
E in più una  ulteriore grande opportunità: nella quota associativa di 60 euro annuali (cifra “politica” esclusivamente ed eccezionalmente rivolta ai soci giovani del Club) è compresa la partecipazione gratuita al nuovo ciclo dei “Workshop dell’Atelier” di prossima partenza.
Il ciclo comprende 8 incontri (dal 9 aprile all’11 giugno) nel corso dei quali saranno descritte le principali professioni della comunicazione e trattati gli scenari più attuali di questo settore. I relatori sono professionisti di Aziende ed Enti di rilievo, freelance o titolari di agenzie che mettono la loro esperienza al servizio dei giovani per una formazione ed un orientamento  più mirati e legati all’esperienza pratica (si veda oltre  il programma dettagliato). Prevista inoltre la testimonianza di giovani, oggi occupati a pieno titolo nel settore della comunicazione, che grazie  all’esperienza dell’Atelier  hanno posto le basi per il loro attuale lavoro.
I workshop si svolgeranno in orario 18,30-20 presso i locali dell’Unione Industriale in Via Vela 21 (isola pedonale della Crocetta) a Torino.
Al termine del ciclo sarà  consegnato un attestato di frequenza a tutti coloro  che saranno stati presenti ad almeno 5 incontri.
Per iscrizioni: collegarsi al sito www.clubcomunicazione.it, entrare nella sezione Diventare socio, scaricare il modulo di domanda di ammissione (specificare all’interno che si richiede l’iscrizione all’Atelier)
Per informazioni: cci@ui.torino.it – Tel. 011 5718415
 
I WORKSHOP DELL’ATELIER
Edizione 2013
LE PROFESSIONI DELLA COMUNICAZIONE E GLI  SCENARI PIU’ ATTUALI

Via Vela 21 – Ore 18.30-20
 
PROGRAMMA


Martedì 9 aprile
Comunicare ai tempi della crisi: lo scenario attuale
Luca Glebb Miroglio (Presidente Club Comunicazione d’Impresa)

Martedì 16 aprile
Comunicare la cultura
Veronica Geraci (Responsabile Ufficio Stampa Museo Nazionale del Cinema)

Martedì 7 maggio
Il ruolo della comunicazione nella creazione di valore:
la “Brand equity”
Marco Do (Direttore Comunicazione Michelin Italia)

Lavazza al Salone del Gusto 2012
e l’approccio “transmedia storytelling”
Alessandra Bianco (Responsabile Relazioni Pubbliche  Lavazza)
Martedì 14 maggio
Digital Diplomacy
Un approccio 2.0 alla diplomazia e agli affari esteri:
reputazione,comunicazione strategica e prevenzione di crisi online
Luca Poma (Giornalista, esperto di Crisis Management e Digital Media, Consigliere del Ministero per gli Affari Esteri)

Martedì 21 maggio
La comunicazione pubblica oggi
Piercarlo Sommo (Segretario Generale Associazione Italiana
della Comunicazione Pubblica)

Martedì 29 maggio
360° digital
Enrica Acuto (Titolare EcletticaAkura)
Il valore di esser connessi – Associazioni e reti sociali
(Sarah Mancini – Gruppo Giovani Imprenditori Unione Industriale di Torino)
Martedì 4 giugno
Gli eventi come  strumento di comunicazione
Riccardo Porcellana (Responsabile Ufficio Stampa SEC e Associati)

Martedì 11 giugno
La forza del web marketing: dem e  lead generation
Rosanna Fonseca (Product Manager UTET Grandi Opere)

Dall’ Atelier al  mondo del lavoro: il testimonial
Francesca Rivoira (Account, PR e Media Relations Specialist – Glebb & Metzger)
 


Master Comunicazione e Media Digitali

La Business School de Il Sole24Ore promuove la 15° edizione del Master Comunicazione e Media Digitali, che mi vede tra i docenti per il secondo anno consecutivo.
Qui puoi scaricare la brochure del corso, e inoltre puoi accedere alla pagina completa, per tutte le informazioni.


Nintendo conferma: minori di 14 anni hanno lavorato presso Foxconn per assemblare il Wii U

A seguito della segnalazione di Foxconn riguardo l’assunzione di ragazzi minorenni presso i suoi stabilimenti dove le console Nintendo Wii U è in fase di montaggio, Nintendo ha confermato il caso, descrivendolo come una violazione delle linee guida della compagnia.
Il Senior director delle Corporate Communications di NoA, Charlie Scibetta, ha affermato ai microfoni di Kokatu: “Nintendo ha indagato sull’incidente ed ha determinato che si tratta di una violazione della guide linea delle Corporate Social Responsibility (CSR) sugli appalti che tutti i partner di produzione Nintendo sono tenuti a seguire, in base alle leggi, e alle norme internazionali.”Scibetta ha continuato, “Foxconn si è assunta la piena responsabilità per questo incidente e si è mossa rapidamente per garantire che tutti gli individui coinvolti non lavorino più presso l’azienda. Infatti, le politiche della compagnia vietano l’impiego di minorenni, e la società si è impegnata con Nintendo a migliorare il processo per far rispettare questa politica, ed evitare problemi simili in futuro.”Scibetta ha aggiunto che Nintendo personalmente continuerà ad effettuare ispezioni presso gli stabilimenti, per accertarsi che le condizioni di lavoro siano accettabili. “Come una delle tante aziende che lavorano con Foxconn, prendiamo molto seriamente la questione, per migliorare la responsabilità sociale delle imprese lungo la catena di fornitura.”


Suzy, la mamma che imbarazza il colosso Ryanair: 350 mila sostenitori su Facebook

Trecento euro per non aver stampato la carta di imbarco. Lei lo scrive su Facebook e 350 mila utenti la sostengono
Gli extra delle compagnie low cost, si sa, possono essere molto pericolosi. Peso eccedente, bagaglio con misure non adeguate. Ma Suzy McLeod di Newbury, Berkshire, mamma di due bambini, non poteva immaginare che una svista con una compagnia low cost potesse costarle ben 300 euro.
LA STORIA – È quello che le è accaduto con Ryanair per un volo del 15 agosto da Alicante a Bristol: dopo aver acquistato i biglietti, fatto il check in online e aver pesato le valigie prima di partire per evitare sorprese, questa mamma di due bambini non ha stampato le cinque carte di imbarco. Il risultato? Sessanta euro per persona da pagare, in totale 300 euro. Il giorno dopo la disavventura, Suzy ha scritto sulla pagina Facebook della compagnia low cost: «Avevo già fatto il check in online – il commento – ma poiché non ho stampato le carte di imbarco mi avete fatto pagare 60 euro a persona. In totale 300 euro per un semplice pezzo di carta. Cliccate mi piace se pensate che sia un’assurdità».
SUPPORTER – In 354 mila hanno accolto l’invito e oltre 18 mila persone hanno pubblicato un commento, generalmente poco gentile, contro il vettore low cost. Tant’è che la compagnia, dopo poco, ha cancellato l’appello di Suzy dalla sua pagina Facebook. «Avremmo potuto viaggiare in business per molto meno – ha dichiarato al Telegraph Suzy, 35 anni, che era in vacanza con suo figlio Harrison, la figlia Maria e i nonni dei bambini -. Siamo andati in ferie per 15 giorni e non sono riuscita a stampare le carte di imbarco per il ritorno perché puoi farlo solo due settimane prima del volo. Avevo le carte di imbarco sul mio cellulare in Pdf e pensavo che fosse sufficiente». Non era così.
RYANAIR – La compagnia irlandese, ha poi risposto tramite la stampa, alla cliente: «Com’è chiaramente delineato nei termini e nelle condizioni di volo che la signora ha accettato quando ha comprato il biglietto con noi – ha precisato il portavoce della compagnia Stephen McNamara – i passeggeri devono stampare la carta di imbarco e presentarla in aeroporto al momento della partenza. Se ciò non avviene, si paga l’extra».
 


Cose che non vanno più di moda

I treni di notte. Avevano nomi romantici e ottimisti, da anni del boom: la freccia del Sud, il treno del Sole, dell’Etna…Treni di notte non ne passeranno più. Scompariranno – o forse si trasformeranno in qualcos’altro – come carrozze di Cenerentola. In futuro sulle rotaie, dopo la mezzanotte, viaggeranno soltanto merci, non più persone addormentate. Non è una notizia. L’11 dicembre Trenitalia ha presentato il nuovo orario e c’erano cento carrozze di meno. “Abbiamo incominciato ad accorgercene nel 2009, tre anni fa”, mi raccontano. “I vagoni-letto che si rompevano non erano più sostituiti e i treni diventavano sempre più corti. Nel 2010 l’Espresso Notte 1910 Milano-Napoli era lungo soltanto 6 carrozze invece di 12”. La fine di cuccette e vagoni-letto rappresenta la scomparsa dell’utilizzo del tempo del sonno per spostarsi. Oggi si viaggia di giorno perché anche in viaggio si può lavorare. I treni notturni sono un ambiente saccheggiato da letteratura e cinema dove si sono mossi poveri e ricchi. Di notte, sui treni, Hercule Poirot ha risolto omicidi, grazie a Hitchcock la signora è scomparsa e il treno di Cary Grant e Eva Marie Saint è entrato in galleria. Totò ha litigato con un onorevole. Ma è molto di più. I treni di notte hanno cucito l’Italia ogni settimana, anno dopo anno, per mezzo secolo, trasportando milioni di esseri umani dalle case del sud dove erano nati alle città del nord dove avevano trovato lavoro. Era un “servizio universale”, garantito a tutti, comunque, perché di pubblica utilità, quasi indipendente dai risultati economici. Trenitalia pare abbia deciso di abolirlo. Gli utenti sono in diminuzione, sostengono. Ma dal 2004 al 2011 sono stati quasi 12 milioni. Erano i treni dei poveri, ma un biglietto di seconda in Freccia rossa può costare il doppio. Al vantaggio dell’abolizione di una spesa improduttiva si aggiunge l’eliminazione di un concorrente. Avevano scelto nomi romantici e ottimisti, da anni del boom: il treno del Sole, la freccia della Laguna e del Sud, il treno dell’Etna. La gente ci invecchiava sopra, settimana dopo settimana, estate dopo estate. Ci sudava, mangiava, parlava e dormiva. Alcuni li hanno usati per studiare e migliorare la propria condizione. Scrisse Gafyn Llawgoch, l’anarchico gallese: “Il treno è l’unico posto al mondo dove un povero può sedersi per parlare e pensare. È l’unico posto in cui può fare il borghese”. Cucivano le classi anche per un’altra ragione, i treni di notte. Perché niente emoziona come la visione di un interno illuminato. Non importa se sta fermo o si muove, se è una casa intravista da un treno oppure il vagone di un treno osservato da casa. L’apparizione pubblica di uno spazio privato, dà un senso di distanza e calore, di nostalgia per la vita calma degli altri. Per decenni, in Italia, questo sguardo reciproco è stato scambiato ogni notte, ovunque un treno passasse vicino a una casa. Ed è stato sempre il riconoscimento di una differenza, ma anche di una somiglianza tra umani, mobili o stanziali che fossero, tra residenti o emigranti. La notte tra il 7 e l’8 dicembre – tra Sant’Ambrogio e l’Immacolata – pochi giorni prima che Treniitalia varasse il nuovo orario, alcuni uomini si sono arrampicati sulla prima Torre Faro che si incontra lungo il binario 21 della Stazione centrale di Milano. È un traliccio alto 50 metri che serve per l’illuminazione dei binari. Vivono lì, al freddo, da allora, in pochi metri quadrati, per protesta. Ogni tanto si danno il cambio. Alla base altri lavoratori hanno costruito una tenda con cucina per garantire a chi sta in cima cibo, acqua e corrente. Da quel giorno sono passati più di 150 giorni. Loro tanno ancora là, come baroni rampanti ferroviari. E i treni, quando passano, li salutano fischiando.
 


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