1

Sedili degli aerei: come te li ricicla la Southwest Airlines per i piu' poveri

Le compagnie aeree hanno un impatto ambientale molto elevato, non soltanto per quanto riguarda le emissioni inquinanti, ma anche in merito allo smaltimento degli aerei. 
Per realizzare la flotta di una compagnia aerea vengono utilizzate enormi quantità di materiali. Alcuni di essi possono rinascere grazie al riciclo creativo, meglio noto all’estero come upcycling.
Southwestern Airlines ha adottato una strategia intelligente per riutilizzare il rivestimento dei sedili in pelle dei propri velivoli. Nel 2012 il restyling della flotta ha portato la compagnia a sostituire i rivestimenti in pelle con dei materiali più leggeri.
Ma la società non voleva che i 43 acri di cuoio recuperati concludessero il proprio ciclo di vita in una discarica. Quindi è andata alla ricerca di una realtà che fosse in grado di occuparsi del riciclo creativo di questo materiale, in modo da creare prodotti riutilizzabili.
Così è nata l’iniziativa LUV Seat, come progetto di responsabilità sociale e ambientale, a fini benefici. In un restyling precedente i possibili materiali di recupero erano stati semplicemente gettati. Ma ora una maggiore coscienza ambientale ha permesso di pensare al loro riutilizzo.
http://youtu.be/KNb86BUceeo
Marilee McInnis, senior manager che ha lavorato al progetto LUV Seat, ha dichiarato che si tratta di un segno tangibile di come il pensiero sulla sostenibilità si stia evolvendo. Per un anno McInnis è andata alla ricerca di realtà che potessero accettare un’ingente donazione di cuoio.
Il materiale è stato inviato ad alcune organizzazioni del Kenya che operano per lo sviluppo sociale e insegnano ai giovani, grazie a tirocini retribuiti, a lavorare il cuoio per la produzione di scarpe e di palloni da calcio. Il progetto pilota si è diffuso e numerose organizzazioni hanno aderito, tra cui TeamLift, Maasai Pedate, Sos Children Village Kenya e Alive & Kicking.
luv
luv2
luv3
luv4
I palloni d calcio verranno distribuiti alle comunità e alle scuole locali. La compagnia aereaha risparmiato sui costi di smaltimento dei rifiuti e ha partecipato a opere di beneficenza, positive per un buon ritorno d’immagine. L’iniziativa è destinata a continuare, ancora una volta in nome dell’upcycling, e probabilmente riguarderà anche altri materiali, compresi i rifiuti lasciati sugli aerei dai passeggeri.




Sainsbury, primi supermercati off-grid: energia dagli scarti alimentari

Sainsbury, tra le maggiori catene della GDO del Regno Unito, ha annunciato la nascita del primo supermercato off-grid della nazione, che rinuncia al collegamento con la rete elettrica grazie ad un impianto di digestione anaerobica degli scarti alimentari.
Il progetto punta alla riduzione dei rifiuti, delle emissioni di gas serra e dei costi per l’energia elettrica. Il tutto è stato realizzato in collaborazione con Biffa, grande realtà che si occupa della gestione dei rifiuti. La notizia segue l’ultimo annuncio di Sainsbury, che ha stipulato un nuovo prestito verde per finanziare il miglioramento della sostenibilità dei negozi.
La nuova iniziativa rafforza la politica Zero Waste della catena, grazie a cui gli alimenti invenduti vengono donati ad enti di beneficenza o avviati alla produzione di mangimi per animali. Gli scarti alimentari che non possono essere riutilizzati per l’alimentazione vengono avviati all’impianto di digestione anaerobica di Cannock. Ciò significa che l’azienda ora è in grado di autoprodurre la propria energia rinnovabile.
“Sainsbury non manda assolutamente nessuno scarto in discarica e siamo sempre alla ricerca di nuovi modi per riutilizzare e riciclare” – ha dichiarato Paul Crewe, responsabile della sostenibilità per l’azienda – “Quindi siamo lieti di essere la prima azienda a fare uso di questa tecnologia ‘linkup’, permettendo al nostro negozio di Cannock di essere alimentato interamente dai nostri scarti alimentari”.
La partnership di Sainsbury com Biffa ha aperto una nuova strada verso la conversione in energia dei rifiuti alimentari dei supermercati, per alimentarli grazie alle fonti rinnovabili. Biffa fornisce i veicoli che si occupano della raccolta degli scarti sia ai supermercati che ad altre realtà.
La strategia segue queste mosse. Se a fine giornata un prodotto fresco non viene venduto, lo si mette a disposizione dei consumatori ad un prezzo inferiore. Se anche in questo caso i prodotti non vengono acquistati, inizia la consegna alle associazioni di beneficenza, che si recano direttamente in negozio per il ritiro.
sainsbury waste
Pane e frutta vengono destinati all’alimentazione degli animali. La parte restante dei rifiuti alimentari viene trattata in appositi impianti che permettono la produzione di gas da cui viene generata elettricità e di un sottoprodotto, detto digestato, che viene impiegato come fertilizzante dalle aziende agricole locali.
 




Lava Mae: la start up che trasforma autobus in docce per i senzatetto

Ecco un autobus che potrebbe contribuire a cambiare la vita dei più bisognosi di San Francisco. Come? Forendo ai 6400 senzatetto che vivono in città delle comode e vitali docce.
Lo ha presentato la start up Lava Mae ed è stato finanziato in gran parte da una sovvenzione di Google, che ha dato al progetto 100 mila dollari come parte della sua sfida Google Impact.
I senzatetto, infatti, si trovano ad affrontare numerose sfide, tra cui quella di non avere accesso ad acqua e sapone per la doccia (in tutta la città ci sono solo circa 20 cabine doccia che loro possono utilizzare).
Per questo l’ex esperta di marketing Doniece Sandoval ha scelto di fare qualcosa e ha fondato Lava Mae, un progetto che mira a trasformare gli autobus che sono stati dismessi in docce su ruote per i senzatetto.
Sandoval ha avuto l’idea dopo aver incontrato una donna per strada che piangeva perché non poteva lavarsi. È stato allora che ha iniziato a esaminare quali fossero in città le opportunità per i senza tetto di farsi una doccia.
autobus docce2lava mae2
La soluzione? Era a portata di mano: trasformare gli autobus dismessi del San Francisco Municipal Transportation Administration in modo che possano essere collegati agli idranti e ospitare circa 200 persone al giorno.


E Google ha deciso di sostenere l’iniziativa. La sfida di Google Impact fornirà sovvenzioni fino a $ 500.000 a organizzazioni no-profit con “idee brillanti per una migliore Baia”; i finalisti verranno decisi con il voto del pubblico.




La business diplomacy a bordo dell'ammiraglia Cavour

Un recupero di competitività del nostro Paese che passi anche attraverso un contributo alla sicurezza internazionale: è il progetto Sistema Paese in Movimento, che vedrà aziende ed enti privati italiani impegnati in un periplo nel Golfo Arabico e in Africa per promuovere il Made in Italy.
La Sala di Alta Rappresentanza di Palazzo Barberini ha ospitato, lo corso 5 novembre, la conferenza stampa di presentazione di Sistema Paese in Movimento, la nuova campagna navale della Marina Militare. Accompagnate dall’*Ammiraglio de Giorgio* a bordo della portaerei Cavour, una serie di aziende ed enti privati quali Eni, Finmeccanica, Fincantieri, Selex Es, Pirelli, Piaggio AeroFederLegnoArredo si presenteranno in ben 7 Paesi del Golfo Arabico e 13 Paesi Africani. A promuovere questa iniziativa è il Ministero della Difesa, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo.
Luigi Maria Vignali, capo dell’Unità di coordinamento della Farnesina, descrive l’idea come “un’azione multidisciplinare messa in campo per promuovere l’Italia in quella che possiamo definire diplomazia della crescita, che conferma anche i nostri legami con tutti i Paesi che saranno interessati”. L’Italia si muoverà, forse per la prima volta nella storia, come Sistema Paese per promuovere il Made in Italy partendo dall’industria tecnologica per arrivare al food, al design e alla moda. Un periplo che toccherà i porti di Gedda (Arabia Saudita), Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti), Mina Sulman (Bahrein), Shuwaaikh (Kuwait), Ad Dawhah (Qatar), Dubai, Mina Qabus (Oman), per poi raggiungere gli scali di Mombasa (Kenya), Cape Town (Sud Africa), Pointe Noire (Congo) e Dakar (Senegal), e infine fare tappa in quelli mediterranei di Casablanca e Algeri.
“Non può esserci vero sviluppo senza sicurezza”, così il Ministro della Difesa, Mario Mauro, spiega invece come questo piano, che coinvolge anche Operation SmileFondazione Francesca Rava, sia volto a promuovere un recupero di competitività del nostro Paese che passi anche attraverso un contributo alla sicurezza internazionale. Infatti il progetto prevede non solo un enorme salone itinerante dell’industria italiana, ma anche diverse attività di sostegno e formazione delle marine nascenti e operazioni antipirateria e di protezione del traffico mercantile internazionale.
Insomma, finalmente sembra che qualcosa stia partendo dal nostro Paese. Quello che ci si augura è che questo impulso venga colto anche dai media nazionali, che sappiano comunicare in maniera adeguata uno sforzo che vede protagonisti insieme lo Stato e le imprese.
Verranno spesi complessivamente 20 milioni di euro, di cui 13 forniti dagli sponsor e 7 di stipendio per i militari impegnati: l’investimento è quindi rilevante. Un’iniziativa come questa merita dunque un’ottima copertura mediatica, soprattutto in un periodo delicato come quello che il nostro Paese sta affrontando oggi.
Comunicare non solo che l’Italia può ancora dire la sua, ma anche che il 13 novembre partirà per farlo in un mercato importante come quello arabo stimolerebbe una ventata di ottimismo, che di questi tempi, sicuramente non ci farebbe male.




Cocco (Microsoft): "Così diffondiamo gli skill digitali"

Il direttore Csr e National Development Italia: “Il 40% dei giovani è disoccupato, ma le aziende non trovano professionalità qualificate nell’Ict. Con il progetto YouthSpark offriamo competenze tecnologiche e opportunità di lavoro”
“C’è una forte dicotomia in Italia tra le opportunità che offre il mondo del lavoro a chi possiede skill tecnologiche e la mancanza di professionalità su queste competenze. E le iniziative di Microsoft per il Paese vanno proprio nel senso di colmare questo divario”. A dirlo al Corriere delle Comunicazioni è Roberta Cocco, direttore Csr e national Development Microsoft Italia, in occasione dell’evento “Building the Vision” a Roma a cui ha partecipato il ceoSteve Ballmer. Un bilancio del progetto YouthSpark, lanciato l’anno scorso in tutto il modo, che solo in Italia ha offerto formazione in aula a 25mila giovani connazionali .
Iniziative del genere possono contribuire ad aumentare l’attenzione generale verso la necessità di sviluppare competenze digitali per il futuro del Paese?
Certamente. Secondo i dati in possesso della Ue, entro il 2015 serviranno 900mila profili tecnologici. È assurdo pensare che in Italia siamo arrivati al 40% di disoccupazione giovanile e dall’altra parte non riusciamo a soddisfare le richieste delle aziende perché non queste competenze sono scarse o, in alcuni casi, inesistenti. Se pensiamo poi alle donne, è ancora peggio. A livello mondiale le donne stanno fuggendo dalla formazione tecnico-scientifica e questo è un dramma, perché le metterà fuori dal mondo del lavoro.
Quanto può aiutare un progetto come YouthSpark?
L’anno scorso, il 20 settembre, Steve Ballmer ha lanciato questo grande progetto per formare in tutto il mondo 300 milioni di giovani e offrire loro un’opportunità di lavoro. Un anno è passato e con i progetti di YouthSpark abbiamo raggiunto circa 103 milioni di giovani. Anche in Italia abbiamo fatto il nostro lavoro: abbiamo raggiunti complessivamente 500mila in tutta Italia e offerto formazione in aula a 25mila ragazzi. Non abbiamo ancora i numeri di quanti di questi hanno poi trovato lavoro sfruttando le proprie competenze. E sono però nate 1300 nuove start up grazie ad alcuni dei nostri progetti. Noi contiamo quelle che usano la tecnologia per lo sviluppo, non necessariamente start up tecnologiche ma magari quelle che hanno come infrastruttura una parte tecnologica.
Questi i numeri del 2013. Progetti per l’anno prossimo?
Grazie ai risultati raggiunti, e grazie soprattutto allo straordinario entusiasmo riscontrato nei giovani italiani, abbiamo avuto la conferma degli investimenti per l’anno prossimo. Microsoft Corporationcontinua a investire in Italia e per i giovani. E noi abbiamo selezionato due grandi partner che sono da una parte Fondazione Cariplo, dall’altra Fondazione Mondo Digitale, con cui proseguiremo il lavoro di quest’anno e cercheremmo di migliorare ancora questi numeri. In più, grazie alla presenza diBallmer in Italia, abbiamo siglato un accordo europeo con Telecentre Europe, una ong particolarmente focalizzata sulla formazione perché dispone di circa 90mila centri in tutta Europa aperti per la formazione dei giovani. Insieme a loro Microsoft offrirà 10.000 voucher per la formazione, le nostre famose certificazioni IT, quelle che vanno sui cv. In Italia ne avremo 1000: sono certificazioni su Office, la più diffusa, ma anche Mta, tecnologia avanzata. È un ulteriore passo avanti importante per aiutare i giovani.