Bonduelle tra le prime aziende per l'applicazione della CSR

Bonduelle è tra le 10 aziende europee più virtuose nel conformare le attività d’impresa a criteri di sviluppo sostenibile

Bonduelle si colloca tra le 10 aziende europee più virtuose nel conformare le attività d’impresa a criteri di sviluppo sostenibile.
Lo riporta il sito italgrob.it che spiega come Bonduelle, leader in Europa nella produzione e commercializzazione di verdure proposte in conserva, surgelate e fresco di IV Gamma, figuri al sesto posto nel monitoraggio realizzato dall’agenzia di rating VIGEO, che ha analizzato le performance in termini di responsabilità sociale d’impresa di 363 aziende europee, in particolare quelle che hanno condotto processi di ristrutturazione.
I ricercatori VIGEO hanno messo sotto osservazione le imprese in lista, valutando le loro pratiche aziendali sulla base di tre criteri: la congruità delle politiche adottate, la coerenza in fase attuativa e l`efficacia dei risultati ottenuti.
“Il lusinghiero giudizio espresso dai ricercatori VIGEO è un riconoscimento alla coerenza con cui il Gruppo Bonduelle persegue da tempo una politica di sviluppo sostenibile che colloca al primo posto il benessere, la crescita professionale e la soddisfazione dei collaboratori”, commenta Umberto Galassini, Amministratore Delegato di Bonduelle Italia. “Un esempio concreto dell’impegno della nostra realtà italiana nei confronti della sostenibilità viene dalle soluzioni per il risparmio energetico e la minimizzazione dell’impatto ambientale implementate nel nuovo stabilimento per le insalate di IV Gamma di San Paolo d’Argon”.


Salute: Psichiatra condannato, falsificava studi su un antidepressivo per bambini

L’azienda sapeva la verità da almeno 10 anni
L’uso di Paxil nei bambini è diventato assai controverso dopo che è emerso che la Glaxo Smith Kline (GSK) sapeva da ben 15 anni – tacendolo però fino al 2006 – che lo psicofarmaco può comportare un rischio di suicidio. Il farmaco ora riporta infatti sulla confezione un’avvertenza, un black-box” per il rischio di suicidio nei bambini.
Uno psichiatra disonesto, che ha falsificato i dati di uno studio della GlaxoSmithKline (GSK) sull’antidepressivo Paxil nei bambini, è stato dichiarato colpevole di accuse penali, provocando proteste dei dirigenti della GSK in quanto la società sperava di respingere l’apertura di un’altra indagine penale nella quale risulta che siano stati manipolati i dati clinici relativi al suo farmaco per il diabete, Avandia. Lo psichiatra è stato condannato a 13 mesi di prigione. Le due indagini sono giuridicamente separate, ma sono entrambe relative alla manipolazione di dati da parte della GSK. La GSK è stata accusata di rilevare informazioni che mostravano rischi su entrambi i farmaci senza comunque far nulla; e la FDA precedentemente ha fatto cessare l’attività di una delle fabbriche della GSK, dove erano stati prodotti entrambi i farmaci.
Pertanto, l’attesa dichiarazione di colpevolezza della Dott.ssa Maria Carmen Palazzo oggi è un monito per i managers di tutto il mondo che prendere scorciatoie etiche, in quanto fa comprendere come alla fine tutti i nodi vengano al pettine.
La Dott.ssa Palazzo è stata incriminata nel 2007 per aver defraudato la società assicurativa Medicare e il programma Medicaid* nella sua clinica di New Orleans, e per aver condotto test clinici fraudolenti. Le denunce sono nate a seguito di un’accusa dell’FDA per aver arruolato 26 bambini in studi con lo psicofarmaco Paxil per disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo depressivo maggiore. La dottoressa ha incluso nei test bambini che non avevano avuto alcuna diagnosi in fase di studio. GSK le riconosceva più di $ 5.000 per ciascun bambino iscritto agli studi clinici.
Al processo, la Palazzo è stata condannata per 39 capi d’imputazione – il più grave dei quali è truffa sanitaria – a 87 mesi di reclusione e a 655.000 mila dollari di multa. Le accuse di truffa relative ai test clinici erano state rigettate, ma i pubblici ministeri si sono appellati e hanno ottenuto quest’anno la reintegrazione di quelle imputazioni, e questa sembra infatti essere la ragione per la quale la Palazzo si trova nuovamente in tribunale per l’appello.

* Medicare: assicurazione sanitaria degli Stati Uniti a favore delle persone al di sopra dei 65 anni
* Medicaid: programma di salute degli Stati Uniti per le famiglie con basso reddito


Fa tappa al Cecchi Point di Torino la prima personale italiana di Alex Castro

La mostra “Il cubano che parla con gli occhi” sarà esposta presso l’hub multiculturale di via Cecchi dal 19 dicembre al 10 gennaio
Con il patrocinio dell’Ambasciata Cubana in Italia, del Consolato Generale di Cuba e dell’Ambasciata Italiana a Cuba viene esposta per la prima volta in Italia una personale di Alex Castro, fotografo di fama nonché figlio prediletto del Lider Maximo Fidel Castro. Attraverso l’obiettivo, l’autore fa rivivere l’anima della bellissima isola caraibica, catturando quello che percepisce il Suo sguardo: i colori, le sfumature, le passioni e la tranquilla e fiera dignità della gente cubana.
In mostra sessantaquattro scatti inediti di vario genere, dai paesaggi dell’Avana ai ritratti inediti ed esclusivi di Fidel Castro, scattati in famiglia e in occasione di vari importanti appuntamenti istituzionali internazionali del Presidente della Repubblica Cubana. “Ho voluto essere io a fotografare il cielo di Cuba: ha colori fantastici, ti sembra quasi di poterlo toccare ed abbracciare – ha dichiarato Alex Castro – Cuba è così bella che ogni tanto mi chiedo come fare per cercare di regalarle l’eternità. In molti hanno parlato e scritto di Cuba, ma voglio che il mondo veda l’isola attraverso i miei occhi, perché io parlo con le mie foto”, ha concluso il figlio del Lider Maximo. “Delle immagini di Alex Castro ci colpisce prima di tutto la naturalezza. Quella di chi ha Cuba nel sangue. Non importa che si tratti di un paesaggio, di un ritratto o di una scena di vita quotidiana. L’anima dell’isola caraibica è sempre visibile”, ha commentato il fotografo Julian Hargreaves.
La mostra, che da inizio mese è stata esposta a Milano e Roma , si sposta a Torino dal 19 dicembre al 10 gennaio presso l’HUB Multiculturale “Cecchi Point”, per poi terminare il suo “viaggio” nella città dell’Avana il 15 gennaio. L’Ambasciatore italiano a L’Havana Marco Baccin ha dichiarato: “E’ con piacere che l’Ambasciata d’Italia da’ il suo patrocinio alla mostra fotografica di Alex Castro, che con la sua arte rafforza gli storici vincoli culturali italo-cubani e ci aiuta a capire meglio Cuba e la “cubania””.
La mostra diventa anche occasione per il lancio dell’omonimo libro, che fa catalogo all’esposizione e include anche alcuni racconti di episodi di vita strettamente privata della famiglia Castro. Edito da Magi Edizioni in tiratura limitata, il libro è scritto da Antonio Crapanzano – un curriculum di primo piano come autore in RAI e Mediaset –  e dal giornalista Luca Poma, in collaborazione con Marila Sarduy, moglie di Alex Castro. “Il libro – ha dichiarato Luca Poma, co-autore dell’edizione – oltre ad ospitare scatti fotografici semplicemente straordinari, include brevi racconti delle vicende giovanili di Alex, vicende ‘di famiglia’ riguardanti il rapporto con il padre e con la scuola, con l’isola e con le difficoltà del ‘periodo speciale’, ‘piccole storie’ lontano dalle speculazioni di carattere politico e dalla ‘grande storia’ istituzionale, e proprio per questo di estremo interesse per il lettore”.
Tutte le foto scattate da Alex Castro nella sua qualità di fotografo ufficiale della Presidenza della Repubblica Cubana sono inedite, mai pubblicate prima in altre opere editoriali. Si tratta di oltre 200 fotografie suddivise nel libro in vari temi (Lider Maximo, arte & moda, balletti, paesaggi, pelota e terremoto di Haiti). Tutte le foto sono in vendita al pubblico, l’intero ricavato verrà destinato ad operazioni culturali no-profit Italia/Cuba
“Il cubano che parla con gli occhi”
Milano 1-8/12/11
Roma 15-17/12/11
Torino 19/12/11–7/01/12
L’Avana dal 15/1/12
Inaugurazione Torino
Lunedì 19 dicembre – ore 11:00
Hub multiculturale “Cecchi Point”
Via A. Cecchi 17 – Torino

A proposito del Cecchi Point
Nato dalla collaborazione tra il Comune di Torino, la Circoscrizione 7 e differenti associazioni e fondazioni tra cui Il Campanile ONLUS, Fondazione Vodafone, Umana Mente Allianz e Compagnia di San Paolo, il Cecchi Point è un HUB multiculturale con l’obiettivo di offre ai giovani opportunità di crescita in ambito educativo e artistico, promuovendo l’incontro tra gli artisti e gli appassionati dei diversi ambiti culturali. Luogo di incontro e di confronto per eccellenza, recentemente ampliato e messo a nuovo, il centro propone un vasto cartellone di attività pomeridiane ed eventi serali che spazia dal teatro alla danza, dalla musica al cinema, proponendosi come spazio culturale di prim’ordine per la Circoscrizione 7 e l’intera città.


“Il cubano che parla con gli occhi”

Milano 1-8/12/11 – Torino 16/12/11 – 07/01/12 – L’Avana dal 15/01/12
A Milano esclusiva mostra fotografica di Alex Castro, con foto inedite del Presidente della Repubblica Cubana Fidel Castro, raccolte anche in un libro. Paolo Limiti: “Un’operazione culturale straordinaria”

Inaugurazione
Mercoledì 30 Novembre ore 12:00
Nuovo CIB Centro Internazionale di Brera
Via M. Formentini 10 – Milano

Con il patrocinio dell’Ambasciata Cubana in Italia, del Consolato Generale di Cuba e dell’Ambasciata Italiana a Cuba, per la prima volta in Italia una “personale” di Alex Castro – fotografo di fama – nella quale attraverso l’obiettivo l’autore fa rivivere l’anima dell’isola caraibica catturando quello che percepisce lo sguardo: i colori, le sfumature e la tranquilla e fiera dignità della gente cubana. In mostra, sessantaquattro scatti di vario genere, dai paesaggi dell’Avana ai ritratti inediti ed esclusivi di Fidel Castro. “Ho voluto essere io a fotografare il cielo di Cuba: ha colori fantastici, ti sembra quasi di poterlo toccare ed abbracciare – ha dichiarato Alex Castro – Cuba è così bella che ogni tanto mi chiedo come fare per cercare di regalarle l’eternità. In molti hanno parlato e scritto di Cuba, ma voglio che il mondo veda l’isola attraverso i miei occhi, perché io parlo con le mie foto”, ha concluso il figlio del Lider Maximo. “Delle immagini di Alex Castro ci colpisce prima di tutto la naturalezza. Quella di chi ha Cuba nel sangue. Non importa che si tratti di un paesaggio, di un ritratto o di una scena di vita quotidiana. L’anima dell’isola caraibica è sempre visibile”, ha commentato il fotografo Julian Hargreaves.
La mostra, che inizia a Milano, si sposterà a Torino dal 16 dicembre al 07 gennaio presso l’HUB Multiculturale “Cecchi Point”, per poi terminare il suo “viaggio” nella città dell’Avana il 15 gennaio. L’Ambasciatore italiano a L’Havana Marco Baccin ha dichiarato: “E’ con piacere che l’Ambasciata d’Italia da’ il suo patrocinio alla mostra fotografica di Alex Castro, che con la sua arte rafforza gli storici vincoli culturali italo-cubani e ci aiuta a capire meglio Cuba e la “cubania””.
La mostra diventa anche occasione per il lancio dell’omonimo libro, una raccolta di episodi di vita strettamente privata della famiglia Castro. Edito da Magi Edizioni in tiratura limitata, il libro è scritto da Antonio Crapanzano un curriculum di primo piano come autore in RAI e Mediaset –  e dal giornalista Luca Poma, in collaborazione con Marila Sarduy, moglie di Alex Castro. “Il libro – ha dichiarato Luca Poma, co-autore dell’edizione – oltre ad ospitare scatti fotografici semplicemente straordinari, include brevi racconti delle vicende giovanili di Alex, vicende ‘di famiglia’ riguardanti il rapporto con il padre e con la scuola, con l’isola e con le difficoltà del “periodo speciale”, “piccole storie” lontano dalle speculazioni di carattere politico e dalla “grande storia” istituzionale, e proprio per questo – conclude Poma – di estremo interesse per il lettore”.
Tutte le foto scattate da Alex Castro nella sua qualità di fotografo ufficiale della Presidenza della Repubblica Cubana sono inedite, mai pubblicate prima in altre opere editoriali. Si tratta di oltre 200 fotografie suddivise nel libro in vari temi (Lider Maximo, arte & moda, balletti, paesaggi, pelota e terremoto di Haiti). In contemporanea alla Mostra, avranno inizio a Milano, le riprese del Docu-Movie che racconta la vita di Cuba attraverso gli occhi di Alex Castro, realizzato con la regia di Ettore Pasculli e prodotto da Megavista e Silvio Sardi. Modererà la conferenza stampa di presentazione dell’evento Paolo Limiti.

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Molteni (Cattolica): anche le PMI possono puntare sulla CSR

Intervista al fondatore di CSR Manager Network Italia
“Ci sono moltissime misure di welfare aziendale non troppo costose che consentirebbero alle piccole e medie imprese di opporre soluzioni organizzative intelligenti ai problemi dei dipendenti”.
Mario Molteni insegna Corporate Strategy ed Economia aziendale all’Università Cattolica di Milano dove dirige anche l’ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società) e conosce da vicino il mondo delle aziende italiane. Sa bene che in molti casi a piccole società messe sotto pressione dalla crisi non si possono chiedere investimenti eccessivi.
“Forme ben gestite di flessibilità degli orari, di part-time orizzontale o verticale, di tele-lavoro, di servizi di time-saving come quelli di chi mette a disposizione una figura che può sbrigare tante piccole incombenze dei lavoratori evitando assenze dall’ufficio possono, però, migliorare la vita dei dipendenti senza grandi sacrifici economici per l’impresa”.
“È chiaro – aggiunge Molteni – che investimenti per l’asilo nido, per la palestra aziendale, per l’housing sociale per i dipendenti, se li possono permettere solo imprese di grandi dimensioni e in ottimo stato di salute. Questo spiega, ad esempio, la leadership assunta da Luxottica nell’ambito del welfare aziendale. In una stagione economica come questa, invece, per le imprese della grande distribuzione i margini in picchiata spesso suggeriscono di procrastinare le misure più onerose a favore dei dipendenti”.
Ma allora la responsabilità sociale di impresa è una cosa per grandi aziende e possibilmente messe bene?
“Realisticamente sono proprio le grandi imprese che impongono il passo della Corporate Social Responsibility. Ed è comprensibile: sono loro che hanno più risorse, che hanno persone con le competenze idonee a progettare e realizzare le politiche. Sono le grandi imprese ad avere un parco clienti e uno spettro di stakeholder così ampi da rendere opportuna la redazione di un bilancio sociale. Per questo, al di là della retorica sulle PMI, mi preme sottolineare il ruolo di traino che le grandi aziende possono e debbono avere”.
Cosa intende dire?
“Faccio un esempio. In questo periodo sto lavorando con una grossa azienda che distribuisce oltre 30.000 articoli e che ha deciso di promuovere tra i fornitori la logica del packaging sostenibile: crollo verticale dell’uso della plastica, riduzione del peso, contenimento delle dimensioni così da ridurre lo spazio occupato sugli scaffali e nei camion. Ne consegue che anche centinaia di piccole imprese fornitrici sono indotte a mutare le proprie logiche produttive in ottica green. Ecco come la CSR si diffonde e diventa un fenomeno pervasivo”.
Di fronte a diversi casi di cronaca di smaltimento illecito dei rifiuti o di scarsa sicurezza sul lavoro è facile pensare che in Italia (e non solo) ci siano ancora grossi problemi di greenwashing. Che, insomma, in troppi casi la CSR sia soltanto una questione di facciata…
“Senz’altro è un problema reale. Nella più recente Comunicazione dell’Unione Europea in tema di CSR si fa esplicito riferimento al fenomeno del greenwashing e alla necessità di combatterlo. Detto questo, non è vero che il greenwashingsia l’atteggiamento prevalente: c’è molta più sostanza che inganno nelle politiche di CSR. E l’ostentato cinismo dei critici ad ogni costo ormai altro non è che ignoranza”.
Ma la CSR va regolamentata?
Attenzione, anche questo è l’ambito di ormai vecchi equivoci. L’Unione Europea definisce la CSR un ambito di azione volontaria delle imprese. Questo è complementare, e non va assolutamente contrapposto, alla necessità di buone leggi che rendano obbligatori quei comportamenti che impattano su diritti fondamentali dei lavoratori e della comunità. E ovviamente quando un comportamento smette di essere volontario e diventa obbligatorio, esce dall’ambito della CSR”.
Lei ha fondato il CSR Manager Network Italia che raccoglie un centinaio di esperti del settore i quali si incontrano sistematicamente per discutere i temi caldi della CSR. Qual è la posizione di questo gruppo sul tema della rendicontazione socio-ambientale?
“Ormai le Linee guida del GRI (Global Reporting Initiative) sono diventate lo standard di riferimento anche nel nostro Paese. Ma in un progetto che stiamo realizzando con l’ISTAT è emerso che i dati elaborati dalle imprese non sono ancora confrontabili tra loro. Prendiamo un dato che sembrerebbe elementare: il numero dei dipendenti. Bene, c’è chi tratta in un modo i collaboratori part-time e chi in un altro; c’è chi conteggia gli stagisti e chi non; e così via. L’esito è quello di avere numeri tra loro non omogenei che poi vanno a impattare su tutti i valori “pro-capite” che vengono calcolati. Speriamo che il progetto CSR Manager Network – ISTAT porti i frutti sperati. Sarebbe una best practice a livello internazionale. Del resto sui temi della CSR tra le imprese italiane ci sono già numerosi casi virtuosi conosciuti anche oltre frontiera”.


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