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Salute: Psichiatra condannato, falsificava studi su un antidepressivo per bambini

L’azienda sapeva la verità da almeno 10 anni.
L’uso di Paxil nei bambini è diventato assai controverso dopo che è emerso che la Glaxo Smith Kline (GSK) sapeva da ben 15 anni – tacendolo però fino al 2006 – che lo psicofarmaco può comportare un rischio di suicidio. Il farmaco ora riporta infatti sulla confezione un’avvertenza, un black-box” per il rischio di suicidio nei bambini.

Uno psichiatra disonesto, che ha falsificato i dati di uno studio della GlaxoSmithKline (GSK) sull’antidepressivo Paxil nei bambini, è stato dichiarato colpevole di accuse penali, provocando proteste dei dirigenti della GSK in quanto la società sperava di respingere l’apertura di un’altra indagine penale nella quale risulta che siano stati manipolati i dati clinici relativi al suo farmaco per il diabete, Avandia. Lo psichiatra è stato condannato a 13 mesi di prigione. Le due indagini sono giuridicamente separate, ma sono entrambe relative alla manipolazione di dati da parte della GSK. La GSK è stata accusata di rilevare informazioni che mostravano rischi su entrambi i farmaci senza comunque far nulla; e la FDA precedentemente ha fatto cessare l’attività di una delle fabbriche della GSK, dove erano stati prodotti entrambi i farmaci.
Pertanto, l’attesa dichiarazione di colpevolezza della Dott.ssa Maria Carmen Palazzo oggi è un monito per i managers di tutto il mondo che prendere scorciatoie etiche, in quanto fa comprendere come alla fine tutti i nodi vengano al pettine.
La Dott.ssa Palazzo è stata incriminata nel 2007 per aver defraudato la società assicurativa Medicare e il programma Medicaid* nella sua clinica di New Orleans, e per aver condotto test clinici fraudolenti. Le denunce sono nate a seguito di un’accusa dell’FDA per aver arruolato 26 bambini in studi con lo psicofarmaco Paxil per disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo depressivo maggiore. La dottoressa ha incluso nei test bambini che non avevano avuto alcuna diagnosi in fase di studio. GSK le riconosceva più di $ 5.000 per ciascun bambino iscritto agli studi clinici.
Al processo, la Palazzo è stata condannata per 39 capi d’imputazione – il più grave dei quali è truffa sanitaria – a 87 mesi di reclusione e a 655.000 mila dollari di multa. Le accuse di truffa relative ai test clinici erano state rigettate, ma i pubblici ministeri si sono appellati e hanno ottenuto quest’anno la reintegrazione di quelle imputazioni, e questa sembra infatti essere la ragione per la quale la Palazzo si trova nuovamente in tribunale per l’appello.
* Medicare: assicurazione sanitaria degli Stati Uniti a favore delle persone al di sopra dei 65 anni
* Medicaid: programma di salute degli Stati Uniti per le famiglie con basso reddito

 
 




INVITO: 30/11/2011 – Milano

Ho il piacere di invitarvi, mercoledì 30 novembre h. 10.30, alla presentazione del libro “Il Cubano che parla con gli occhi”, che mi vede coautore, con la storia – vista da vicino – della famiglia Castro ed eccezionali immagini di Alex Castro, figlio di Fidel e fotografo di fama internazionale. Alex Castro sarà presente di persona…




Se il business ha un volto umano

A Torino, esperti e aziende a confronto in un convegno sull’importanza di uno sviluppo sostenibileCSR: opportunità o distrazione? Marketing o charity? Il dibattito su cosa comporti intraprendere una politica di responsabilità e sostenibilità imprenditoriale è stato il tema del convegno ‘ RES Responsabile, etico, sostenibile. Esiste un modello di business dal volto umano?’, che si è svolto a Torino lo scorso 26 ottobre, organizzato dal Club della Comunicazione d’Impresa del capoluogo piemontese e moderato dal giornalista Alessandro Calderoni. La CSR è definita come un orientamento strategico delle imprese ad assumere un comportamento responsabile davanti all’opinione pubblica e ai propri stakeholder. In che modo l’agire imprenditoriale può coincidere con azioni di eticità, soprattutto in una congiuntura economica globale di recessione? “Il convegno è nato per stimolare un confronto tra realtà differenti sull’importanza dell’attenzione al sociale nelle attività di comunicazione e nelle strategie industriali – ha introdotto il presidente del Club Luca Glebb Miroglio -. Il mondo occidentale è in crisi, ma resta l’unico modello di riferimento ‘democratico’ e come tale si deve mettere in discussione e porsi delle domande”. Una crisi economica-finanziaria-sociale-ambientale e un pianeta malato che, secondo Luca Poma, giornalista, scrittore ed esperto di CSR, “ci è stata regalata dall’esasperazione di fare profitto a tutti i costi”. Poma, fautore di un ‘inevitabile’ approccio sostenibile per la sopravvivenza, è stato protagonista di un testa a testa con Paul Seaman, esperto di pr ed editor di 21st-Century PR issues, accanito detrattore della cultura dell’impegno sociale. Secondo l’inglese “la CSR è da una parte concepita dall’opinione pubblica come una frode, dall’altra è una fonte di distrazione per le aziende che possono continuare a esistere solo inseguendo il profitto”. “Fare profitto non significa fregarsene – ribatte Poma -. Le aziende, volenti o nolenti, fanno parte di una rete sociale complessa e per questo devono prendersi delle responsabilità. Sta a noi il compito di trovare il modo di fare utili senza fare troppi danni, ci sono aziende che credono in un approccio strategico alla CSR, che in questi casi si trasforma in vettore di crescita di competizione e di distinzione, ma non dimentichiamo che la sostenibilità ha un costo e quindi responsabilità e sostenibilità devono andare di pari passo”. A mettere un punto fermo, ci ha pensato Emilia Costa, apparente ‘non addetta ai lavori’ in quanto docente di Psichiatria de La Sapienza di Roma. “Un’azienda deve sempre ricordare che è fatta di persone e che può trarre maggiori profitti se chi vi lavora sta bene. Se in passato si pensava che l’approccio dell’essere umano fosse prevalentemente cognitivo, ora bisogna prendere in considerazione anche le sue emozioni”. Molte le case history presentate da aziende, nazionali e non, tutte rispondenti a un percorso di sostenibilità. Dalle emissioni a Impatto Zero di Lifegate per cui “la responsabilità è una necessità e la consapevolezza è l’unica arma per salvare il pianeta” alla campagna adv di Lancia (Fiat Group) dedicata ai premi Nobel per la pace e in particolare ad Aung San Suu Kyi che è “compromesso ben riuscito tra prodotto e concept”; dalla difesa dei diritti, di stampo scandinavo, profusa da Ikea nel considerare qualsiasi cliente, anche gay o single, una “famiglia” all’impegno di Michelin Italia che, sulle orme del suo fondatore, investe ogni anno nelle campagne di informazione sulla sicurezza stradale, dal rispetto nei confronti dei dipendenti, per l’82% giovani e donne, che sta alla base della politica imprenditoriale di Grom alle nuove ‘energie’ contro la mafia esportate da La Esco del Sole. L’evento è stato gestito da Glebb & Metzger.




La nuova Comunicazione della Commissione Europea sulla CSR

Il 25 ottobre la Commissione Europea ha pubblicato l’attesa Comunicazione A renewed EU strategy 2011-14 for Corporate Social Responsibility (COM 2011/681), che traccia la nuova strategia dell’Unione Europea sulla CSR.
Una nuova definizione di CSR
La Comunicazione – dopo aver ricordato le sue finalità di contribuire allo sviluppo sostenibile e ad una economia sociale di mercato altamente competitiva sostenendo la Strategia Europe 2020, e aver richiamato i progressi realizzati dal 2001 – fornisce una nuova definizione della CSR: “La responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società.
Per rispondere in pieno a questa responsabilità, le imprese dovrebbero dotarsi di un processo per integrare le problematiche relative a società, ambiente, etica, diritti umani e consumatori nelle loro operazioni e strategia, in stretta collaborazione con gli stakeholders, con l’obiettivo di massimizzare la creazione di valore condiviso per proprietà e società/stakeholders, di identificare/prevenire/mitigare i possibili impatti negativi. Il rispetto delle norme applicabili e degli accordi tra le parte sociali ne costituise il prerequisito. Viene inoltre richiamato il global frame work dellaCSR, costituito da un set di principi e linee guida riconosciuti internazionalmente: OECD Guidelines for Multinational Enterprises, United Nations Global Compact, United Nations Guiding Principles on Business and Human Rights, ILO Tri-partite Declaration of Principles Concerning Enterprises and Social Policy, ISO 26000 Guidance Standard on Social Responsibility.
Il ruolo guida delle imprese
Lo sviluppo della CSR dovrebbe essere guidato dalle imprese stesse, garantendo loro la flessibilità di innovare e impostare un approccio adatto alle proprie dimensioni e circostanze. Il ruolo delle Pubbliche Autorità è di supporto, con un mix intelligente di volontarietà, regolamentazione complementare ove necessaria, incentivi di mercato. Sindacati e organizzazioni della società civile possono identificare problemi e collaborare costruttivamente colle imprese nello sviluppo delle soluzioni. Mentre investitori e consumatori possono premiare con le loro scelte le imprese socialmente responsabili.
L’Agenda di azione 2011-2014
Viene poi definita  una Agenda di Azione 2011-2014, con 30 tra impegni della Commissione e proposte a imprese, Stati membri, stakeholders, raggruppati come segue:
– aumentare la visibilità della CSR e disseminare buone pratiche (creazione nel 2013 di piattaforme multi-stakeholder settoriali, premio europeo per partnership CSR imprese e stakeholders)
– migliorare e monitorare il livello di fiducia nelle imprese (misure contro il greenwashing, dibattito aperto su ruolo e potenziale delle imprese nel 21° secolo)
– migliorare i processi di auto e co-regolamentazione (lancio nel 2012 di un processo per sviluppare un codice di condotta in materia)
– potenziare gli incentivi di mercato per la CSR (public procurement, richiesta a tutti gli investitori istituzionali di informare i clienti sui criteri di investimento responsabile adottati)
– migliorare trasparenza/disclosure delle informazioni sociali e ambientali (proposta legislativa e incoraggiamento alle imprese di misurare/benchmark la performance ambientale usando un metodologia comune di life-cycle-assessment)
– integrare la CSR nella ricerca, educazione e formazione
– enfatizzare l’importanza di politiche CSR nazionali e locali (entro il 2012 piani/azioni prioritarie CSR nazionali, meccanismo di peer review)
– allineamento degli approcci alla CSR europei e globali (focus su principi e guidelines riconosciuti, guide settoriali e per le PMI nella applicazione dei UN Principles on business and human rights).
Previsto a metà 2014 un Review Meeting con imprese, stati membri e stakeholders per monitorare il progresso.
La Commissione riconosce l’iniziativa Enterprise 2020 di CSR Europe come un esempio di business leadership particolarmente rilevante per gli obiettivi politici in materia.




Una stanza per il baratto

Piccoli suggerimenti e idee per rendere i nostri figli protagonisti consapevoli nella salvaguardia del benessere dell’ambiente.
In molte scuole d’infanzia e scuole primarie esiste la bella abitudine di adibire una stanza ad uso biblioteca. L’iniziativa è senza dubbio da apprezzare moltissimo, perchè incoraggia il bambino ad approcciarsi al libro in modo attivo, motivato e ludico, restituendo a questo strumento di conoscenza e di piacere un po’ della gloria che l’era tecnologica gli ha inevitabilmente sottratto. Un ‘altro suggerimento che si potrebbe proporre al proprio insegnante è quello di dedicare una stanza della struttura scolastica a “camera baratto”: l’idea è la stessa della biblioteca, soltanto che invece di scambiarsi e prendere in prestito il libri, qui si tratterebbe di mettere a disposizione i giocattoli. Si potrebbe attivare tra i bambini una raccolta dei loro giocattoli più in buono stato e che sono disposti a cedere in prestito. Qualche adulto di riferimento potrebbe occuparsi di gestire il baratto, così come solitamente avviene che un genitore o un insegnante si renda garante del buon funzionamento della biblioteca scolastica. In questo modo i bambini avrebbero la possibilità di utilizzare i giocattoli sempre diversi senza bisogno di acquistarli e questo a vantaggio del portafoglio del genitore, della varietà di scelta e della salute dell’ambiente: si risparmierà infatti lo smaltimento di plastiche, stoffe, materiale inerte costitutivo dello stesso giocattolo. La “camera del baratto” attraverso gli anni potrebbe arricchirsi maggiormente e i giocattoli passare di mano in mano godendo di sempre nuova vita.  Se vogliamo guardare anche ai vantaggi “spirituali” di questa iniziativa, si può dire che va tutto a beneficio dell’idea del riciclo, della condivisione, della riduzione degli sprechi e del non attaccamento alle cose materiali.”