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Da Twitter un nuovo strumento per combattere le foto bufala

Da Twitter un nuovo strumento per combattere le foto bufala

Dal 2021, Twitter rende disponibile lo strumento Community Notes per consentire agli utenti di inviare indicazioni sui post pubblicati online, da segnalare perché fake, copiati o imprecisi.

La novità è che adesso le “note” sono disponibili anche per le foto.

L’obiettivo è aumentare la trasparenza sula veridicità delle immagini twittate, assegnando delle etichette sulla loro eventuale creazione da parte dell’intelligenza artificiale. Una mossa accelerata dopo la diffusione, anche su Twitter, della foto falsa del Papa “Balenciaga”, e dell’attacco al Pentagono.

Entrambe le immagini sono state generate dall’IA. Come accade per i post solo testuali, quando un numero importante di utenti avrà segnalato un contenuto visivo, sotto al post originale e condivisioni, si vedrà un’etichetta che ne spiegherà meglio la provenienza, così da spegnere sul nascere possibili interpretazioni errate. Il social network ha affermato che sta lavorando per espandere la funzione e supportare video e tweet con più contenuti. L’account @CommunityNotes ha inoltre spiegato che poiché si tratta di una prima versione della piattaforma dedicata ai contenuti multimediali, l’algoritmo di corrispondenza potrebbe perdere alcune segnalazioni. Nel corso degli ultimi mesi, il nuovo proprietario di Twitter, Elon Musk, ha ridotto l’organico dell’azienda da oltre 7.500 risorse a meno di 2.000 a livello globale, puntando molto di più sull’utilizzo di soluzioni automatizzate per la gestione della rete. L’anno scorso, Twitter ha lanciato Community Notes in tutto il mondo mentre da febbraio, ha cominciato a inviare notifiche a chiunque abbia condiviso un tweet che, successivamente, è stato verificato e arricchito con una nota, per ampliare la comprensione del contesto.




Bill Gates rompe il silenzio sull’intelligenza artificiale: è peggio di quel che pensavamo

Bill Gates rompe il silenzio sull’intelligenza artificiale: è peggio di quel che pensavamo

Quello dell’intelligenza artificiale è un tema caldissimo perché negli ultimi mesi molti esperti hanno sottolineato che l’impatto sul mondo del lavoro può essere devastante. Probabilmente metà degli attuali posti di lavoro potranno essere bruciati in pochi anni dall’evoluzione dell’intelligenza artificiale e si inizia a parlare con insistenza di quello che potrebbe diventare un autentico dramma sociale e della necessità di introdurre subito un Reddito di Base Universale.

Il patron di Microsoft Bill Gates è intervenuto su questo tema ed è giusto che sia così dato che parliamo di uno dei veri e propri pionieri e protagonisti della rivoluzione digitale. Negli anni ’80 ha stupito il mondo con l’ambizioso progetto di portare un computer in ogni casa. All’inizio sembrava un sogno visionario ma poi ha dimostrato di avere le carte in regola per riuscirci.

Oggi abbiamo un “computer in ogni taschino” e dunque anche le previsioni di Gates sono state superate dalla realtà. Il patron di Microsoft è intervenuto su questo delicato tema sostenendo che l’intelligenza artificiale condurrà ad un futuro di profondi sconvolgimenti.

Chi raggiunge questo traguardo sarà un protagonista di domani

Persino le grandi aziende attuali come Google e Amazon non saranno più le stesse. Queste riflessioni hanno avuto per teatro un evento di Goldman Sachs ed SV Angel focalizzato proprio sull’intelligenza artificiale. Il fondatore di Microsoft ha sostenuto che l’impatto di un futuro assistente personale dotato di intelligenza artificiale può essere così profondo che la prima azienda in grado di svilupparlo avrà un vantaggio sui concorrenti.

Dunque parliamo di una nuova frontiera un po’ come quelle del west tanto care alla mitologia americana. Chi riesce a raggiungerla e a sfruttare le immense riserve d’oro diventerà il padrone della rivoluzione di domani. Gates sostiene che l’impatto dell’AI potrebbe alterare ad un livello molto profondo la vita e i comportamenti concreti degli utenti.

La rivoluzione dell'AI
La prima azienda a riuscirci avrà un grosso vantaggio – (Foto Ansa) – grantennistoscana.it

Sarà uno sconvolgimento epocale e chiunque realizzerà per primo un agente personale in grado di interagire in modo naturale farà sì che nessuno avrà più la necessità di andare su un motore di ricerca come Google o su un sito di produttività come può essere Office oppure su Amazon.

L’assistente personale cambierà la vita delle persone

Si tratta di un assistente con intelligenza artificiale ancora da sviluppare ma certamente sarà in grado di comprendere le abitudini di una persona, le sue routine, il suo stile di vita e anche le sue esigenze. La aiuterà a leggere le cose che non ha il tempo di leggere.

Nell’evento di San Francisco sul tema dell’intelligenza artificiale di lunedì Gates ha dunque aggiunto alla sua voce a quella dei tanti che parlano di uno sconvolgimento radicale sia dal punto di vista delle aziende e sia dal punto di vista della vita delle persone. L’attuale geografia delle aziende americane sarà sconvolta dal nuovo player in grado di realizzare l’assistente personale che diventerà in breve un gigante.

La rivoluzione dell'AI può nascere da una piccola azienda
Una startup potrebbe cambiare completamente le nostre vite – grantennistoscana.it

Mentre invece la vita delle persone sarà rivoluzionata da ciò che questo assistente può fare concretamente per loro nel quotidiano. Gates inoltre ha detto che ci sono il 50% delle probabilità che questa azienda in grado di battere la concorrenza e di realizzare l’assistente personale sarà una semplice startup.

A spuntarla potrebbe essere una startup

Parlando della sua Microsoft ha detto che sarebbe deluso se non entrasse in questo filone di business. Ma allo stesso tempo si è cavallerescamente detto impressionato da un paio di startup tra le quali Inflection.

Secondo Gates ci vorrà ancora un bel po’ di tempo prima che questo efficace agente digitale sia pronto per l’uso nelle case e nelle aziende. Fino a quel momento le aziende semplicemente continueranno a incorporare software come Chat GPT all’interno dei propri prodotti e a non discostarsi più di tanto da questo tipo di approccio.

Il dramma della disoccupazione tecnologica

Ma parlando di intelligenza artificiale la questione che fa più paura è la cosiddetta disoccupazione tecnologica. Era stata teorizzata da Keynes già 85 anni fa ed è un fenomeno che gli esperti guardano con forte e giustificato timore. John Maynard Keynes nel 1930 la definiva una vera e propria malattia che nel tempo avrebbe lasciato sempre più manodopera a casa.

Il professore del MIT Sloan School of Management Eric Brynjolfsson e il suo collaboratore Andrew McAfee sono molto chiari sul futuro dell’intelligenza artificiale. I loro studi dimostrano in modo inequivocabile che la tecnologia già prima degli attuali e prossimi sconvolgimenti dell’AI ha distrutto lavoro in maniera molto più rapida di quanto ne abbia creato.

AI: grossi rischi per i lavoratori
Tanti lavori bruciati: un grande allarme – grantennistoscana.it

Secondo loro presto il settore manifatturiero e le attività al dettaglio saranno colpiti duramente dalla tecnologia ma anche i settori più complessi come la medicina, la finanza e persino il lavoro povero dei call center saranno socialmente massacrati dai competitor virtuali. Anche il settore legale sarà lavorativamente impoverito.

Il grande disaccoppiamento

Questi due studiosi lo chiamano “il grande disaccoppiamento”: dal 1947 al 2003 c’è stato un disaccoppiamento radicale tra la produttività americana e i livelli di occupazione. In parole povere la produttività aumenta sempre mentre, a partire dal 2000, i livelli di occupazione sono rimasti costanti ed anzi stanno calando.

Secondo gli studiosi, i lavori impiegatizi saranno quasi certamente eliminati dall’intelligenza artificiale. Saranno sempre più rari i tassisti e i casellanti delle autostrade, i cassieri delle banche e dei supermercati. La classe media subirà un duro colpo da questa grande rivoluzione e non ci sono lavori che possono sostanzialmente salvarsi da questo massacro sociale.

Gates parla dell'AI: lavoro a rischio
Tanti lavori a rischio e saranno rimpiazzati solo all’inizio – grantennistoscana.it

Attualmente gli esperti di software, applicazioni e gli amministratori di rete sembrano salvi da questa specie di diluvio universale lavorativo e lo stesso vale per gli amministratori di database e per gli analisti dei sistemi informatici. Ma secondo molti questa situazione è passeggera e anche questi lavori tecnologici potrebbero ben presto essere distrutti da un’intelligenza artificiale che sta diventando capace anche di programmare e di amministrare le reti. È stata proprio Google a sottolineare come l’intelligenza artificiale sviluppata da loro stia diventando in grado anche di svolgere lavori relativi alla programmazione.




Alluvione Romagna, a Forlì Orogel surgela antichi libri del ‘500 per salvarli

Alluvione Romagna, a Forlì Orogel surgela antichi libri del '500 per salvarli

L’unico rimedio per non perderli è la loro immediata surgelazione: decine di volontari hanno trasportato i libri a Cesena, dove il colosso del settore ha messo a disposizione una cella frigo a -25 C. “Lo facciamo gratuitamente per il bene della comunità”, ha detto il presidente.

Non solo case e imprese: nelle zone alluvionate della Romagna l’emergenza è anche culturale. A Forlì l’acqua e il fango hanno infatti invaso l’archivio comunale in zona Cava e il seminterrato del seminario diocesano, a San Benedetto. L’acqua ha divelto tutti gli scaffali e gli antichi tomi, in particolare nella struttura religiosa, sono finiti in acqua. Si tratta di testi risalenti anche al 1500. L’unico rimedio per poterli salvare è la loro immediata surgelazione: per questo decine di volontari hanno trasportato i libri nella vicina Cesena, dove l’azienda Orogel, colosso del settore dei surgelati che fortunatamente non ha riportato danni ai propri stabilimenti, ha messo a disposizione una cella frigo a -25° C. “Lo facciamo gratuitamente per il bene della comunità”, ha detto il presidente Orogel Bruno Piraccini. Si prevede che arrivino nelle prossime ore anche volumi da altri comuni come Sant’Agata sul Santerno, nel Ravennate, e altri.

Orogel: “Pronti a fare la cura del freddo ai libri della Romagna”

E per salvare i preziosi manoscritti e i libri antichi della propria collezione la Biblioteca di Forlì ha chiesto un riparo proprio a Orogel, per conservarli a bassissime temperature. Lo annuncia all’ANSA Piraccini. “A sorpresa ho ricevuto questa richiesta dalle Belle Arti e dalla Biblioteca – ha precisato – e volentieri faremo spazio nel nostro stabilimento ai libri antichi della Biblioteca di Forlì alluvionati negli ultimi giorni. La nostra fabbrica è abituata a conservare al meglio la qualità. Normalmente lo facciamo con l’ortofrutta che matura in campo surgelando entro tre ore dalla raccolta le produzioni a -25 gradi. Mai mi sarei aspettato che questa procedura in velocità tornasse utile anche per il nostro patrimonio letterario, per il quale volentieri riorganizzeremo gli spazi in magazzino. A Pievesestina, una frazione a quattro chilometri da Cesena, abbiamo uno stabilimento all’avanguardia, totalmente computerizzato, che mantiene costanti le bassissime temperature e che per fortuna, nonostante sia a 800 metri dal fiume, non ha subito danni. Per protocollo interno, sia a tutela della salute dei lavoratori che delle produzioni, l’uomo qui non entra e non mette mano, e siamo pronti a fare la cura del freddo ai libri della Romagna”.




Develoopments / Planet Farms e Panino Giusto: il gusto della Sostenibilità

Develoopments / Planet Farms e Panino Giusto: il gusto della Sostenibilità

Planet Farms e Panino Giusto rappresentano due interessanti iniziative imprenditoriali, che in modo diverso hanno saputo brillantemente combinare Tradizione e Innovazione.

Panino Giusto, brand della ristorazione casual dining e prima b-corp della ristorazione italiana, nasce a Milano nel 1979, immettendo sul mercato una avvincente soluzione alternativa alla pausa pranzo canonica, con una inedita proposta caratterizzata da alta qualità dei prodotti, velocità del servizio e informalità degli ambienti.

Planet Farms, società benefit e maggiore azienda europea di vertical farming, nasce nel 2018 alle porte di Milano, a Cavenago di Brianza ed oggi costituisce un caso di studio nel mondo, con i suoi prodotti da agricoltura verticale veramente unici, coltivati in totale assenza di pesticidi ed in ambiente incontaminato.
Panino Giusto e Planet Farms hanno recentemente annunciato una nuova collaborazione all’insegna della Qualità e della Sostenibilità, con l’introduzione dei prodotti di Planet Farms nei menu di Panino Giusto.

“Con Planet Farms condividiamo i valori di innovazione, sostenibilità e qualità, gli stessi che nel 2020 ci hanno permesso di diventare la prima B-Corp della ristorazione in Italia. La nostra mission è quella di proporre il Panino Italiano come un modo giusto di nutrirsi rispettando l’ambiente e le persone, la stagionalità degli ingredienti, lavorando sempre in maniera responsabile, trasparente e sostenibile. Per questa ragione, non potevamo che scegliere un partner come Planet Farms, che ha fatto della sua filosofia un nuovo modo di fare agricoltura”, dice Antonio Civita, CEO di Panino Giusto.

“Planet Farms è un’azienda in continua evoluzione ed espansione: dopo la distribuzione in GDO dei nostri prodotti, l’ingresso nel mondo Fast Casual è stato uno step naturale. La scelta di collaborare con Panino Giusto si inserisce in maniera coerente nel nostro percorso fatto di sostenibilità, attenzione alla qualità e valorizzazione dell’eccellenza gastronomica della tradizione culinaria italiana. Questa partnership ci consentirà di coinvolgere ancora più persone nella nostra rivoluzione del gusto, offrendo a un consumatore sempre più attento un prodotto fresco, naturale, di altissima qualità e a basso impatto ambientale, 365 giorni all’anno”, afferma Luca Travaglini, co-founder e co-CEO del Gruppo Planet Farms.

Panino Giusto ha tratto spunto da una popolare tradizione italiana, quella appunto del panino, per interpretarla e rivisitarla all’insegna di alcuni dei tratti più distintivi del Contemporaneo, quali la Velocità, la Qualità e l’Informalità.
Planet Farms ha preso le mosse da un’attività umana che più antica non si potrebbe, l’agricoltura, introducendovi una profondissima Innovazione, nel segno della più avanzata Tecnologia e secondo il paradigma della Sostenibilità.
Le vicende imprenditoriali di Panino Giusto e Planet Farms testimoniano come, partendo dalla Tradizione, l’Innovazione possa assumere cifre e sembianze profondamente diverse, ma senza mai prescindere dal requisito della Qualità e dai dettami della Sostenibilità.

La partnership ora avviata da queste due dinamiche realtà ha tutte le caratteristiche per costituire un caso emblematico, a rappresentare come la combinazione di esperienze vincenti può condurre a sprigionare ulteriori energie e ad avanzare in modo virtuoso sulla strada del Domani, conciliando Successo e Progresso.




Comunicare (bene) senza giornalisti, il capolavoro di Giorgia Meloni in Emilia Romagna

Comunicare (bene) senza giornalisti, il capolavoro di Giorgia Meloni in Emilia Romagna

“Non è il momento di fare passerelle”, una frase che ha la forza di uno slogan, quella pronunciata dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a chi le chiedeva conto del perché nella sua visita alle aree colpite dall’alluvione, non avesse permesso ai giornalisti di seguirla. Una scelta precisa, una grande mossa di comunicazione, studiata, pensata e ottimamente realizzata. E lo scrive chi non è affatto vicino alle posizioni della leader di Fratelli d’Italia.

La Premier è atterrata a Forlì direttamente dal Giappone, dopo aver lasciato in anticipo il G7, “La mia coscienza me lo impone”, ha dichiarato, rispondendo a quanti l’avevano criticata per non essersi recata prima sui luoghi martoriati dall’alluvione. Del percorso dall’aeroporto a imprecisate aree della Romagna sconvolta non ci sono immagini ufficiali. Nessuna telecamera, nessun fotoreporter l’ha seguita (da alcune immagini che circolano su twitter sembra ci fosse un fotografo ufficiale di Palazzo Chigi).

La Premier però appare soprattutto in decine di immagini realizzate direttamente dai cittadini e dai soccorritori e volontari con i loro smartphone. Lei vestita con una camicetta verde e un paio di pantaloni, capelli legati, senza trucco apparente, sembra da sola, non si vedono scorta e collaboratori, solo lei che parla con le persone, si concede ai selfie, addirittura si affaccia al finestrino di un’auto, ripresa dall’interno, e si mette a dialogare col guidatore che, come molti altri, si mostra assai sorpreso di avere “Giorgia” così vicina (si è poi scoperto fosse un sostenitore, magari “ingaggiato” ma questo rafforzerebbe l’aspetto strategico).

La completa demolizione della liturgia istituzionale, il corpo del capo che si offre senza mediazioni, costruendo, ancora, quello storytelling della pari fra i pari. Empatia, vicinanza e la potenza del messaggio di chi non ha paura di sporcarsi (nel vero senso della parola), di camminare nel fango, di lasciarsi toccare, abbracciare, parlare, senza alcun filtro o limitazione.

Nulla in tutto questo è casuale. Impedire ai giornalisti di documentare “ufficialmente” la visita è stata una decisione presa sulla profonda conoscenza del mondo della comunicazione digitale: le immagini ci saranno perché chi, con davanti la Presidente del Consiglio, non avrebbe preso lo smartphone e documentato il momento? Così, la narrazione sarebbe stata “autogenerata”, vera, senza finzioni istituzionali o di cerimoniale, distruggendo l’immagine del potente che visita le vittime. Quelle stesse immagini, poi, sarebbero state rilanciate dai media che, affamati dalla mancanza di documentazione ufficiale, avrebbero rastrellato il Web e usato le riprese di soccorritori, volontari e semplici cittadini per coprire una notizia che non potevano non dare: la visita della Presidente del Consiglio ai luoghi piegati da una tragedia.

Infine, riguardo ai media, un ulteriore vantaggio di questa strategia: rendere difficile ai giornali “contrari” di avere argomenti critici legati alla visita, troppo potente il messaggio, troppo “anormale” la narrazione. Inoltre la mossa smonta e sterilizza anche le polemiche per il “ritardo” con cui si è svolta la visita stessa: la percezione di sincerità e la partecipazione avallano la tesi che la Premier fosse stata “costretta”, in qualche modo contro la sua volontà, a restare in Giappone per imprescindibile “interesse di Stato” e, appena ha potuto, è letteralmente volata fra la gente.

Che di strategie di comunicazione simili si trovino altri esempi nella Storia e spesso legati a figure quantomeno controverse non credo sia rilevante in questa sede. Quello di Giorgia Meloni (e di chi l’ha consigliata) è stato un piccolo capolavoro, un abile utilizzo delle dinamiche di comunicazione digitale e di quella politica.