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Intelligenza Artificiale per misurare la sostenibilità

Intelligenza Artificiale per misurare la sostenibilità

La poca standardizzazione, la difficoltà di ottenere dati ed analizzarli e le divergenze di valutazione generano problemi di fiducia nelle società e negli investitori. L’Intelligenza Artificiale (IA) può diventare uno strumento efficace per misurare la sostenibilità delle aziende e valutare il loro impatto ambientale, sociale e di governance.

La divergenza dei Rating ESG

Uno dei problemi in questo momento é rappresentato dalla divergenza dei Rating ESG (ambientale, sociale e di governance), si assiste ad una discrepanza tra i valori assegnati alle società dalle diverse agenzie di rating ESG.

Ciò accade perché ci sono diverse metodologie utilizzate per valutare le società, una soggettività di opinione sulla valutazione delle prestazioni e sul peso assegnato agli elementi nella valutazione generale del rating assegnato.

Queste piccole differenze di valutazione possono generare divergenze importanti nell’assegnazione del rating che risultano ancora più evidenti nei risultati delle valutazioni tra provider verticali sul tema (SustainalyticsVigeo-EirisRobecoSam) che tendono ad avere una valutazione più severa rispetto alle valutazione ESG dei provider finanziari (Moody’s S&P) .

Una ricerca pubblicata dal MIT dal titolo Aggregate Confusion: The Divergence of ESG Ratings analizza in modo strutturato le metodologie adottate evidenziando che la differenza più impattante in termini di valutazione é nella nella misurazione dei criteri oltre che nella selezione e nel peso dei criteri di rating generando distanze evidenti nei risultati delle valutazioni.

L’Intelligenza Artificiale aiuta?

Utilizzando tecniche di apprendimento automatico e analisi dei dati, l’IA può aiutare a raccogliere e analizzare i dati ESG, non necessariamente forniti dalle aziende,  e fornire un supporto alla misurazione per valutare correttamente la performance.

Un paper pubblicato dal CEPS dal titolo Artificial Intelligence for Sustainable Finance ipotizza alcuni scenari di utilizzo dell’AI a questo scopo.

Analisi testuale per raccogliere notizie e misurare la credibilità

Attraverso le tecniche strumenti avanzati come Grafi Natural Language Processing (NLP) é possibile intercettare le notizie su vari temi analizzando il materiale raccolto, classificando le informazioni destrutturate in nuovi elementi utili alle analisi e alle valutazioni. Il tutto naturalmente con una velocita superiore rispetto alla pubblicazione ufficiale ottenendo anche le narrazioni di mercato cioè il sentiment near-realtime degli eventi da parte dei Mass-Media e del Mercato.  

Diverse realtà commercializzano prodotti sviluppati per questo scopo

Dati satellitari e IoT per analizzare l’impatto ambientale

Un ulteriore ambito é quello di utilizzare i dati satellitari e sensoristica ambientale per raccogliere le informazioni sullo stato dei territori in modo da analizzare e monitorare l’ambiente in tempo reale. Queste informazioni possono essere utilizzate per verificare le emissioni delle imprese o per analizzare l’impatto della loro attività sulla società, sugli ecosistemi, inoltre, questo tipo di dati, tendenzialmente, non possono essere manomessi.

L’uso dell’IA può aiutare a comprendere meglio l’impatto delle attività attraverso ad esempio:

  1. Riconoscimento automatico delle immagini:  analizzare le immagini satellitari per riconoscere classificare le caratteristiche del paesaggio, come la vegetazione, le costruzioni e le infrastrutture. Questo può essere utilizzato per monitorare la deforestazione (environment) e l’urbanizzazione (social).
  2. Analisi delle serie temporali: analizzare le serie temporali dei dati ambientali raccolti dai sensori IoT, come la qualità dell’aria e dell’acqua, la temperatura, l’umidità e la quantità di pioggia per valutare l’impatto sul clima l’ecosistema.

Machine learning per i dati mancanti

Sulla base del Protocollo GHG del World Business Council for Sustainable Development (WBCSD) le aziende sono obbligate alla rendicontazione degli Scope 1 e 2 mentre non lo sono sullo Scope 3 (emissioni indirette che si verificano nella catena del valore dell’azienda) ma in alcuni settori questo elemento é la principale fonte di emissione.

Il machine learning può utilizzare diversi metodi per ottenere i dati mancanti in termini di impatto ambientale e sociale di un’azienda. Uno dei metodi più comuni è quello di utilizzare algoritmi di apprendimento automatico per analizzare i dati disponibili, come i dati di produzione o di consumo energetico, e utilizzare queste informazioni per stimare l’impatto non dichiarato anche attraverso l’integrazione di altre fonti (come le notizie o le immagini/sensoristica) per ottenere cosí una visione completa sull’azienda indipendentemente da quando raccolto o dichiarato dall’azienda stessa.

L’integrazione di queste informazioni negli indicatori di performance ambientale renderebbe la valutazione piú realistica e di conseguenza maggiore fiducia per il rating ESG da parte degli stakeholders.

L’Intelligenza Artificiale risolve tutto?

NO.

L’argomento ha una certa complessità e necessita di un’azione su diversi livelli ed elementi: Migliorare e standardizzare i criteri di valutazione, migliorare i dati prodotti attraverso un ulteriore sforzo di trasparenza da parte delle aziende, migliorare le analisi con l’inserimento di maggiore complessità di valutazione e correlazione, maggiore consapevolezza da parte degli stakeholders sugli elementi di valutazione che effettivamente “contano” e, infine, incrementare l’utilizzo di tecnologie innovative per  supportare le valutazioni al fine di renderle puntualimeno soggettive e probabilmente meno divergenti.  




Milano | Loreto – Inaugurazione del centro LOC 2026: in mostra il progetto di rigenerazione

Milano | Loreto – Inaugurazione del centro LOC 2026: in mostra il progetto di rigenerazione

L’hub LOC 2026 sarà il luogo in cui conoscere de vicino LOC e co-progettare la sua nuova identità, grazie o un palinsesto di incontri e laboratori a ingresso libero.

Al taglio del nostro erano presenti Giancarlo Tancredi, Assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano Carlo Mosseroli, Direttore Strategia e Sviluppo Nhood Italy Boschetti, Head of Design & Founder Portner METROGRAMMA, coordinatore della cordata di progettazione dello piezzo di LOC – Loreto Open Community.

Nhood Italy, società internazionale di servizi e sviluppo immobiliare specializzata nelle riqualificazioni urbane e nel retail, apre oggi in via Porpora 10 l’hub “LOC 2026“, uno spazio pubblico di ascolto e informazione sul progetto LOC – LORETO OPEN COMMUNITY, per scoprire da vicino il cantiere attraverso la voce dei suoi protagonisti, e, da marzo 2023, partecipare a incontri gratuiti sulle principali tematiche emerse dalla continua attività di ascolto del territorio, prerogativa del progetto fin dal sue principio, tra cui: il ruolo della piazza come strumento di rigenerazione di una nuova identità urbana. L’architettura, la mobilità e i flussi di traffico, il verde urbano.

LOC 2026 anticipa Il paradigma del futuro e nuovo piazzale Loreto ed è il primo tassello concreto verso la realizzazione di LOC – Loreto Open Community, il progetto di rigenerazione urbana per la trasformazione di piazzale Loreto con cui Nhood, nel 2021, ha vinto il bando internazionale C40 Reinventing Cities del Comune di Milano, e il cui avvio di cantiere è previsto entro l’autunno di quest’anno, verso il traguardo di Milano-Cortina 2026.

LOC 2026 rimarrà aperto dal martedi alla domenica, dalle ore 12 alle ore 20, e sarà gestito da Temporiuso, team di esperti internazionali in usi temporanei e social engagement nei progetti di rigenerazione urbana.

“Una grande scommessa di trasformazione urbana – commenta l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi – un progetto che risponde ai principi di Reinventing Cities e di C40, un modello per reinterpretare i luoghi della città restituendo bellezza e sostenibilità perché tutti i cittadini ne possano usufruire e beneficiore. Questo è la sfida del progetto LOC, Loreto Open Community, che nei prossimi anni trasformerà un caotico snodo viario in una piazza verde, con percorsi pedonali e ciclopedonali, servizi, spazi pubblici, mettendolo in relazione con gli assi viari di contesto e restituendole la dignità che, per storia importanza in città, sicuramente merita. L’apertura di un hub informativo a disposizione per chiarimenti suggestioni conferma la vocazione pubblica della proposta progettuale e l’avvicinarsi della fase operati dell’intervento»

Mentre ha dichiarato Carlo Masseroli, Direttore Strategia e Sviluppo Nhood Italy: «L’inaugurazione di LOC 2026 segna l’avvio di una nuova fase del progetto: la generazione di un nuovo agora pubblico, in cui i cittadini potranno vivere lo spazio, sostare e usufruire di nuovi servizi e funzioni in un luogo nevralgico all’interno dell’infrastruttura urbana. Per trasformare la piazza, dall’attuale ostacolo tra diverse parti della città a luogo di incontro, vogliamo coinvolgere da subito residenti e associazioni in percorso di co-progettazione dell’uso degli spazi».

«LOC è un progetto di rigenerazione che mette al centro il senso di comunità come collante tra brani di città. E’ il progetto simbolo di una nuova epoca di progetti urbani orientati verso città che devono essere ripensate per essere riavvicinate ai cittadini. In questo senso il nuovo piazzale Loreto è da leggere anche come un contributo dell’architettura ad un mondo nuovo in cui l’attenzione creativa è focalizzata innanzitutto sullo spazio pubblico e sulla sua qualità. Un messaggio per un’intera generazione di nuovi progetti e per questo un passaggio epocale per Milano ma non solo» ha dichiarato Andrea Boschetti, Head of Design & Founder Partner METROGRAMMA, coordinatore della cordata di progettazione della piazza di LOC – Loreto Open Community.

La creazione della nuova piazza pubblica LOC – Loreto Open Community ben rappresenta l’approccio di Nhood alla rigenerazione urbana: una stretta relazione di partenariato tra l’istituzione pubblica ed il developer come strumento indispensabile per trasformare la città nell’interesse della collettività.

Con un investimento complessivo stimato di circa 80 milioni di euro, Nhood trasformerà piazzale Loreto, da attuale vuoto urbano, un congestionato snodo di traffico, in un nuovo spazio di vita, un polo di aggregazione restituito alla comunità.

L’agora sarà connessa a Nolo per garantire continuità all’asse corso Buenos Aires/viale Monza/viale Padova, e si inserisce nel tessuto urbano generando un impatto positivo sul territorio calcolato attraverso l’indicatore dello SROI (Social Return On Investments) che è risultato pari a 4 rispetto all’investimento (per 1 euro investito 4 euro di impatto sul territorio).

L’apertura di LOC 2026 si inserisce nel sistema di interventi di rigenerazione urbana di Nhood a Milano dopo il recente annuncio dell’idea progettuale per la creazione di un distretto verde nell’area della Stazione Cadorna, l’evoluzione del cantiere del lifestyle center Merlata Bloom Milano, e l’anteprima di Dropcity
Centro di Architettura e Design.

Per l’approfondimento e l’aggiornamento su LOC – Loreto Open Community e tutti i suoi progetti, è stato svelato il sito web ufficiale (Qui) e l’account Instagram @loretoopencommunity.




Shakira contro Piqué, l’eccezionale risposta di Casio, Renault Twingo e Taffo

Shakira contro Piqué, l'eccezionale risposta di Casio, Renault Twingo e Taffo

Casio, Renault Twingo e Taffo rispondono a Shakira 

Tutto il mondo sta commentando la clamorosa reazione di Shakira al tradimento dell’ex calciatore Piqué. Nella sua ultima canzone “BZRP Music Sessions #53” lo attacca senza mezzi termini e, soprattutto, lo accusa di aver commesso un grave errore, scaricandola per Clara, di 12 anni più giovane di lei.

“Hai scambiato una Ferrari per una Twingo, un Rolex per un Casio”, canta Shakira, facendo parlare della vicenda su ogni social media. Anche Piqué ha detto la sua, con altrettanta polemica, ovvero postando una sua foto con un Casio al polso e affermando che gli sarebbe durato “per sempre”.

E come l’hanno presa i brand interessati?

Casio ha gestito la cosa alla perfezione, anche se Shakira ha utilizzato i suoi orologi come sinonimo di un prodotto “cheap”. Con un perfetto esempio di “instant marketing”, Casio ha annunciato la sponsorizzazione della “Kings League”, torneo organizzato proprio da Piqué, ma soprattutto ha prodotto una serie di tweet da antologia.

In uno si legge: “Non saremo Rolex, ma i nostri clienti ci restano fedeli”. E poi: “le nostre batterie durano più della relazione tra Piqué e Shakira”. E ancora: “Piqué è campione del mondo, Piqué è milionario, Piqué è famoso, Pique ha un Casio: sii come Piqué”. Ma il più bello è quello nel quale si ripesca un’immagine di Shakira che, molto giovane, ha al polso proprio un Casio: “Shakira, ricordati che prima di essere un triste Rolex, eri un magnifico Casio”, afferma perfidamente il tweet. Come ulteriore presa in giro nei confronti di Shakira, da un account spagnolo Casio scrive: “Per oggi abbiamo ricevuto abbastanza notifiche in merito alla citazione di Casio in una canzone?”, ma l’immagine è quella dei Daft Punk che in “Harder Better Faster Stronger”, usano proprio una tastiera del famoso brand.

Altrettanto esplicita la risposta di Renault, che pubblica l’immagine di una Twingo rossa con il numero 22 (citato nella canzone) e cita letteramente una frase del testo: “Pa tipos y tipas como tu”, aggiungendo “¡Sube el volumen!” (“Alza il volume!”). Tra gli hashtag c’è anche #claramente, parola che Shakira usa nel brano per citare indirettamente il nome della nuova compagna di Piqué.

Poteva mancare all’appello Taffo, che grazie alla partnership con KIRweb è riconosciuta come regina dell’instant marketing? No di certo. L’agenzie di onoranze funebri cavalca la polemica sostenendo che è sempre meglio una Twingo di una delle loro auto e aggiungendo perfidamente nel post: “L’amore non è eterno, ma le corna e la bara sì”. Povera Shakira, è proprio il caso di dirlo: cornuta e mazziata.

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Parla Brad Smith, presidente di Microsoft: «Così sta nascendo una nuova era dell’Intelligenza artificiale»

Parla Brad Smith, presidente di Microsoft: «Così sta nascendo una nuova era dell’Intelligenza artificiale»

Il 2023 è l’anno in cui l’Intelligenza Artificiale entrerà in una nuova Era, sarà alla portata di tutti e trasformerà l’economia, la sicurezza, il lavoro, le aziende e la vita stessa dei singoli uomini. A deciderlo sono state le Big Tech che hanno in mano i sistemi più avanzati e l’accesso ad una enorme mole di Dati. In testa a tutte Microsoft, che ha appena investito grandi capitali in OpenAI, la società più promettente, che ha creato ChatGPT. Brad Smith, sempre più spesso in Italia e in Vaticano, è il Presidente.

Lei è venuto qui per incontrare: un Capo di Stato, il Papa; una leader di Governo, Giorgia Meloni; il capo dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Roberto Baldoni, che prima della guerra era detto il “Cyber-Zar”. Si muove, insomma, come un’istituzione. Come responsabile dei rapporti con l’Europa ha assunto un Ambasciatore, il danese Casper Klynge. Le aziende private fino ad ora hanno avuto come obiettivo il business, il Vaticano i valori e gli Stati le politiche nazionali. Cosa è oggi Microsoft?
È un’azienda privata con un’importante missione pubblica. Fornire al vostro Paese l’infrastruttura digitale di cui ha bisogno per avanzare nell’economia, per raggiungere le persone nel sociale, per implementare l’educazione e per la difesa della Nazione. Un altro ruolo importante che abbiamo è stabilire principi etici critici che sono importanti per tutte le società del mondo.La tecnologia ha impattato negli ultimi decenni ogni settore della società. Ora stiamo aprendo le porte ad altre nuove sfide; è importante dunque fare un passo indietro e ripensare la nostra missione: far si che le persone possano raggiungere obiettivi più alti nelle loro vite. Non è una questione di opportunità ma di responsabilità.

State investendo 10 miliardi in OpenAI, l’azienda di intelligenza artificiale che con la chat GPT, in grado di replicare ad ogni domanda con una risposta che attinge a una mole immensa di dati. Avrà un impatto che probabilmente neanche Microsoft può prevedere. Come pensate di gestire il modo in cui trasformerà il lavoro, la società, la politica, la ricerca, l’economia?
Crediamo fermamente nei benefici che questa nuova generazione di AI può creare. Questi modelli di linguaggio sono l’evoluzione dell’AI. Favoriranno la trasformazione dell’economia, aumenteranno la produttività, aiuteranno intere nazioni a crescere e creare nuovi lavori. Naturalmente questa sarà anche una sfida per la società. La buona notizia è che abbiamo pensato e lavorato su questo per un certo numero di anni. Non sto dicendo che abbiamo tutte le risposte. La prima sfida è creare dei principi etici e implementarli così da poter essere fiduciosi che l’AI lavorerà per servire i valori umani. Abbiamo fatto progressi nel cercare di evitare che abbia pregiudizi, che preservi una governance umana con decisioni umane. Ma c’è un secondo livello: l’impatto sulla società. Quali lavori cambierà? Dove potrà rendere la gente più produttiva nel lavoro e nella vita personale? Come possiamo essere sicuri che l’aumento della produttività si possa tradurre in un aumento di introiti per le persone? Una delle cose da fare è distribuirla più velocemente possibile così che la gente possa avere accesso alle potenzialità che offre e la renda sempre più efficiente. Personalmente ho sperimentato la versione a cui non ha accesso il pubblico e ho imparato come trarne più valore usandola in un modo invece che in un altro; sarà nostra responsabilità come azienda, in partnership con le Università, la Scuola e i governi provvedere affinché tutti possano accedere alle capacità di cui avranno bisogno. Dobbiamo cogliere l’opportunità di imparare insieme.

Per ora ChatGPT è aperta perché è utile addestrarla, ma poi resterà gratuita? Verrà integrata in Bing, il vostro motore di ricerca per sorpassare Google?
Come tutto nella vita, è uno strumento… alcune parti resteranno gratuite, altre verranno integrate nei prodotti; nasceranno nuovi business models ma sarà una buona notizia per l’economia, per i consumatori e se l’approcceremo con il giusto senso di responsabilità come stiamo facendo, possiamo raggiungere l’obiettivo. Non voglio parlare di cosa verrà dopo, o dei possibili competitor: stiamo entrando in una nuova Era dell’AI: sarà molto più ampia e distribuita in più aziende in maniera innovativa.

Nel 2020 la Casa Bianca presentò i suoi principi per l’AI dicendo che non bisognava iper regolarla ma l’Europa è interessata proprio a creare regole per tutto il digitale. Come possiamo dunque costruire un’alleanza transatlantica basata sui dati e sulla condivisione di questi tra Europa e USA, magari includendo anche Giappone, India, Australia, Nuova Zelanda e Corea del sud in quanto paesi con valori comuni?
Prima dobbiamo capire quanto sia importante creare consenso tra le Nazioni. Dobbiamo riconoscere un comune interesse economico e di valori: pensi alle aziende, anche quelle europee e italiane: il loro futuro verrà illuminato dall’accesso all’AI e dal cloud computing. Potranno restare innovative e competitive. Hanno bisogno delle migliori tecnologie che il mondo gli possa fornire. L’altra cosa di cui hanno bisogno è muovere i dati oltre le frontiere. Non si possono più avere clienti fuori dal proprio Stato senza muovere i dati da una Nazione all’altra. Quindi dobbiamo avere un approccio comune al regolatorio. Dobbiamo creare dei guardrails pubblici per la tecnologia: delle leggi che ci rispecchino tutti. Sarà complicato ma avverrà. Quello che è importante è la potenza di calcolo. Costruire e avere a disposizione una massa di supercomputer che addestreranno questi modelli di AI; e Data Center da schierare. Per questo Microsoft sta investendo in un nuovo Data Center a Milano: possiamo servire gli italiani con un Data Center governato dalle leggi italiane. Dati che possono essere usati dai nostri 14000 business partner in modo da poter abilitare e potenziare il lavoro degli italiani.

Come possiamo noi europei costruire un sistema di difesa e di intelligence del nostro continente se tutti i sistemi sono americani? Chi gestirà i dati strategici degli italiani che finiranno nel cloud?
Oggi nessuna nazione al mondo è isolata e se così fosse sarebbe un grande errore perdere i benefici della conoscenza globale. Ugualmente ci deve essere un livello di autosufficienza e protezione.

Come possono queste cose andare insieme?
La prima cosa da fare è assicurare che i dati vadano a beneficio del proprio business e Paese. Il nostro compito è creare un’infrastruttura digitale fatta di cloud e AI che dia al Paese più di quanto prenda indietro. Che crei più profitto per le aziende locali, più crescita economica locale. Poi c’è anche un altro strato: quello della sicurezza. L’Italia è parte dell’Europa e della NATO e la NATO si estende oltre l’oceano. Anche lo sforzo di sicurezza attraversa l’Atlantico. Il nostro dovere non è solo servire l’Italia economicamente ma proteggerla in termini di Sicurezza Nazionale. Queste sono le nostre motivazioni per lavorare sodo nell’incontrare i bisogni del Governo italiano, inclusa l’Agenzia di Sicurezza Nazionale.

È vero che Microsoft ha assunto molti esperti dell’ ICT fuggiti dall’Ucraina in Polonia?
Abbiamo assunto un certo numero di ucraini; anche prima della guerra. Ora per noi conta proteggere le persone che sono in Ucraina, il Governo, i Militari e la Nazione. Abbiamo fornito loro più tecnologia di qualsiasi altra azienda investendo più di 400 milioni di euro. Più di quanto abbiano fatto alcuni governi. Abbiamo offerto l’infrastruttura e la protezione in cybersecurity necessaria a identificare e sconfiggere i cyberattack in tempo reale. Questo è il test definitivo sulla nostra missione: non solo servire una Nazione ma proteggerla.

A Washington si è parlato di un piano Marshall per l’Ucraina ma qualcuno ha lanciato anche l’idea di un piano Marshall per la Russia, se perde. In fondo nel secolo scorso fu fatto per i Paesi che avevano perso, non per quelli che avevano vinto… che ne pensa?
Io penso due cose: la prima è che il mondo ha bisogno di un piano Marshall per l’Ucraina, che è una Nazione straordinaria. Noi Americani abbiamo ricostruito l’Europa Occidentale dopo la seconda guerra mondiale e possiamo aiutare a ricostruire di nuovo ora. Allo stesso tempo dobbiamo tenere ben presente che questa guerra è stata voluta dal governo russo ma non tutte la popolazione russa deve essere considerata nemica. Ci sono scuole, ospedali, individui innocenti che hanno bisogno di medicine che possono arrivare solo dall’Europa dell’Ovest, dall’Inghilterra, dall’America. Dovremmo aiutarli quando la guerra finirà e dovranno ricostruire, se verranno vinti dall’Ucraina.

In Vaticano ha firmato una “Rome Call for AI Ethics”, documento sottoscritto dalle tre religioni abramitiche promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita. L’Intelligenza Artificiale però rende sempre più importanti agenti non Umani che agiscono in tutti i segmenti della della società. Questo non mette in crisi proprio l’Umanesimo, cioè l’idea dell’Uomo al centro di tutto?
Abbiamo l’opportunità di prendere il meglio della filosofia occidentale, dell’antica Roma, della filosofia greca, del Rinascimento, che vede l’uomo al centro, e connetterlo con un’altra prospettiva che ci si presenta oggi. Papa Francesco ha dato un contributo a questa visione, sottolineando il ruolo che abbiamo come esseri umani nel proteggere l’ambiente inteso come Tutto: la nostra casa comune. Possiamo imparare dal confucianesimo e dalle religioni orientali ma non dobbiamo sottovalutare il contributo dello spirito della filosofia occidentale che ci offre una grande opportunità in questa prospettiva.

Come pensa che possiamo strutturare un sistema etico dell’AI che protegga le persone?
C’è un consenso emergente sui principi che devono guidare l’AI: evitare i pregiudizi, essere inclusiva, proteggere la privacy e la sicurezza, essere trasparente così che la gente capisca cosa l’AI stia facendo e resti rispettosa delle decisioni prese dagli esseri umani. Noi abbiamo creato un’azienda fondata su criteri di policy dell’AI responsabili. Testiamo i prodotti, addestriamo gli ingegneri per rispettare questi principi. Allo stesso tempo portare qui persone da tutto il mondo di differenti filosofie e religioni come fa il Vaticano consente di pensare ad una cultura che includa le differenze filosofiche tra Nazioni e che metta comunque l’umano al centro.

Di cosa ha parlato con la presidente Meloni e con Baldoni?
In conclusione dobbiamo pensare a due cose: Volete avere accesso alle migliori tecnologie del mondo che possano servire la Nazione e gli italiani? La risposta dovrebbe essere sì perché così si possono creare i migliori fondamenti digitali non solo per la competizione economica ma anche per la difesa nazionale. E poi: bisogna avere fiducia che questa tecnologia serva i bisogni degli italiani, i valori italiani, i valori occidentali, essendo soggetta alla giusta supervisione e controllo. Nel rispetto delle leggi. Tutto questo può essere utilizzato ed è a disposizione delle vostre aziende, del Governo e delle ONG come fondamento dei bisogni di questa economia e questa società. Questo è l’impegno che ci siamo presi. Non dico che sarà facile. Per questo vengo a Roma così spesso: c’è bisogno di presenza, conoscenza e dialogo. E attraverso questo dialogo possiamo muoverci verso il futuro insieme.

È quello che ha detto alla Meloni?
È quello che ho detto a tutti quelli con cui ho avuto l’opportunità di parlare.




Scandalo allevamenti Fileni: B Lab toglierà la certificazione etica all’azienda dopo il servizio di Report?

Scandalo allevamenti Fileni: B Lab toglierà la certificazione etica all’azienda dopo il servizio di Report?

Avrete tutti sentito parlare di quanto emerso nell’ultima puntata di Report riguardo agli allevamenti di polli (anche biologici) del marchio Fileni. Vi abbiamo spiegato i contenuti principali di quanto andato in onda nel servizio su Rai 3 in un precedente articolo, che riporta anche la replica dell’azienda: Allevamenti Fileni di nuovo nella bufera: polli ammassati e uccisi brutalmente (anche negli allevamenti bio)

La questione non si è però esaurita con la trasmissione che, come era inevitabile, ha sollevato un vero e proprio polverone, con tanti utenti che sui social hanno fatto sapere di non voler più acquistare carne proveniente dagli allevamenti Fileni.

Colpiti da quanto emerso dal servizio sono stati anche gli enti certificatori. In particolare parliamo di B Lab, che assegna la prestigiosa certificazione B Corp, che circa un anno fa Fileni si vantava di aver ottenuto, prima tra i produttori di carne a livello globale.

La certificazione B Corp viene concessa alle aziende che:

Si impegnano a misurare e considerare le proprie performance ambientali e sociali con la stessa attenzione tradizionalmente riservata ai risultati economici e che credono nel business come forza positiva che si impegna per produrre valore per la biosfera e la società.

B Lab potrebbe togliere la certificazione a Fileni?

Secondo quanto riporta una dichiarazione di B Lab, l’ente certificatore ha avviato nei confronti di Fileni “una revisione per eventuali casi di cattiva condotta“. Come si legge infatti:

Prima della messa in onda dell’episodio, a seguito di una segnalazione formale ricevuta negli scorsi mesi attraverso il modulo di reclamo sulla Certificazione B Corp (B Corp Certification Complaint Form) e all’uscita di alcuni articoli riguardanti l’azienda in questione, abbiamo dato il via a una revisione ufficiale delle accuse a Fileni, come previsto dalla nostra procedura di reclamo (Complaints Process). Gli elementi emersi nel corso della puntata di Report del 9 gennaio sono già stati recepiti e saranno considerati nell’ambito del processo di valutazione in corso.

Quindi qualcuno aveva già segnalato pratiche scorrette di Fileni, ben prima della messa in onda di Report. Ma a questo punto cosa può succedere?

B Lab si prenderà un tempo di 90 giorni per decidere se eventualmente vi sono i presupposti e le prove per revocare la certificazione ma i tempi potrebbero allungarsi. Come spiega l’ente certificatore:

Ci proponiamo di concludere tutte le revisioni iniziali dei reclami entro 90 giorni dal ricevimento e, se è necessaria una revisione da parte dello Standards Advisory Council, di risolvere il caso entro altri 90 giorni. Questo lasso di tempo minimo è fondamentale per garantire un processo approfondito e oggettivo e arrivare a una decisione equa.

Inoltre B Lab sottolinea che:

La procedura ufficiale di reclamo di B Lab viene utilizzata per identificare eventuali casi di cattiva condotta o di false dichiarazioni da parte delle B Corp ed è parte fondamentale del processo di revisione e verifica per mantenere l’integrità e il valore della certificazione B Corp. I reclami possono essere risolti con specifiche modalità, che vanno dall’obbligo per l’azienda di divulgare pubblicamente i problemi emersi sul proprio profilo, alla messa in campo di misure correttive o, negli scenari più critici, alla revoca della certificazione.

Staremo a vedere quindi cosa emergerà dall’indagine di B Lab.