Perché ci ricordiamo tutti dove eravamo e cosa stavamo facendo l’11 settembre 2001
Ci sono date e immagini che segnano più di altre la storia. Senza dubbio una di queste è l’11 settembre 2001, giorno dell’attentato alle Torri Gemelle. Negli Stati Uniti erano le 8.45 (in Italia le 14.45) quando il primo aereo si schiantò contro una delle torri del World Trade Center a New York. Venti minuti più tardi un secondo aereo fece lo stesso. Sono passati esattamente 21 anni; ma pensateci bene, vi ricordate tutti con precisione – pochissimi esclusi – cosa stavate facendo e dove eravate in quel momento. E c’è un perché.
Perché ci ricordiamo tutti dove eravamo e cosa stavamo facendo l’11 settembre
A spiegarci questo curioso fenomeno sono le neuroscienze, che svelano cosa accade nel nostro cervello una volta che siamo sottoposti a eventi di altissimo impatto emotivo. Ed è innegabile che – sebbene avvenuto dall’altra parte del mondo – l’attacco alle Twin Towers lo sia stato.
Responsabile di questo meccanismo è un ormone chiamato cortisolo e prodotto dal surrene su “richiesta” del cervello. In pratica, nei momenti di maggiore stress emotivo determina l’aumento di glicemia e grassi nel sangue, mettendo a disposizione del nostro corpo tutta l’energia di cui ha bisogno per sostenere lo sforzo emotivo.
Ci sono date e immagini che segnano più di altre la storia. Senza dubbio una di queste è l’11 settembre 2001, giorno dell’attentato alle Torri Gemelle. Negli Stati Uniti erano le 8.45 (in Italia le 14.45) quando il primo aereo si schiantò contro una delle torri del World Trade Center a New York. Venti minuti più tardi un secondo aereo fece lo stesso. Sono passati esattamente 21 anni; ma pensateci bene, vi ricordate tutti con precisione – pochissimi esclusi – cosa stavate facendo e dove eravate in quel momento. E c’è un perché.
Perché ci ricordiamo tutti dove eravamo e cosa stavamo facendo l’11 settembre
A spiegarci questo curioso fenomeno sono le neuroscienze, che svelano cosa accade nel nostro cervello una volta che siamo sottoposti a eventi di altissimo impatto emotivo. Ed è innegabile che – sebbene avvenuto dall’altra parte del mondo – l’attacco alle Twin Towers lo sia stato.
Responsabile di questo meccanismo è un ormone chiamato cortisolo e prodotto dal surrene su “richiesta” del cervello. In pratica, nei momenti di maggiore stress emotivo determina l’aumento di glicemia e grassi nel sangue, mettendo a disposizione del nostro corpo tutta l’energia di cui ha bisogno per sostenere lo sforzo emotivo.
Nel libro del giornalista Luca Poma “Il sex appeal dei corpi digitali” compare un intervento illuminante sul tema – dello svedese Lars Olov Bygren, specialista di medicina preventiva al Karolinska Institute – in cui si ricorre proprio all’esempio della memoria legata all’11 settembre.
“Se viviamo un un momento altamente emozionante, e quindi stressante per il cervello, l’ormone cortisolo fa da mediatore in un processo che porta alla fortissima impressione di quell’evento nella memoria. E’ per questo che tutti ci ricordiamo cosa stavamo facendo e dove fossimo l’11 settembre 2001.”
Occhio ai ricordi distorti, però…
Occhio, però, perché può darsi che se chiediamo a qualcuno dove era e cosa stava facendo potrebbe anche dirci una bugia inconsapevole. Uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Psychology, bimensile dell’Associazione Psicologica Americana, ha dimostrato che alcuni vantano ricordi dei quali sono convinti – in relazione a dove fossero e cosa stessero facendo l’11 settembre 2001 – ma non è affatto detto si tratti della verità.
Lo studio dice che di fronte a eventi particolarmente traumatici il cervello umano sia in grado di distorcere i fatti confondendoli con percezioni emotive. E va così che nel nostro subconscio costruiamo un nuovo ricordo che si mischia con quanto realmente accaduto. Il tutto in assoluta buona fede.
Cosa accadde l’11 settembre 2001
L’11 settembre 2001 quattro attacchi aerei suicidi, realizzati mediante dirottamento aereo, causarono la morte di oltre 2.996 persone, ferendone oltre 6.000. A capo della strage un gruppo di terroristi aderenti ad al-Qāʿida. Tre su quattro raggiunsero il bersaglio designato: le Torri Nord e Sud del World Trade Center di New York – che si sgretolarono in poche ore imprimendo un quadro apocalittico nella memoria collettiva – e il Pentagono. Si riuscì a evitare soltanto l’impatto contro l’ultimo possibile obiettivo a Washington ovvero la Casa Bianca o il Campidoglio. Anche il quel caso, però, per i passeggeri del volo dirottato non ci fu scampo: andarono incontro a uno schianto mortale in un campo della Pennsylvania.