Rendicontazione Esg nei bilanci di sostenibilità: manca ancora trasparenza
Le imprese europee corrono il rischio di essere percepite dai cittadini come poco trasparenti rispetto al loro reale impegno in tema di Sostenibilità: è quanto emerge da una recente ricerca finanziata dal Parlamento europeo.
La ricerca, dal titolo Rating Esg delle imprese, asserzioni etiche aziendali e percezione dei cittadini riguardo alle scelte green delle aziende, è stata realizzata tramite la somministrazione di una survey e ha visto il coinvolgimento di un campione composto da 100 aziende.
L’85 percento delle aziende rispondenti ha dichiarato che il tema della Sostenibilità è guidato dal Consiglio di Amministrazione; nel 39% dei casi il tema è formalmente assegnato a un Consigliere delegato.
Inoltre, circa il 70% ha dichiarato che l’azienda di appartenenza è concretamente attenta e attiva nei confronti del tema in questione; questa attenzione è di recente applicazione, dal momento che poco meno del 50% del campione ha dichiarato di essersi attivato concretamente solo negli ultimi tre anni.
Report di Sostenibilità: le aziende devono fare molto di più
Se questi dati sembrano testimoniare un incremento di attenzione verso il mondo Esg, in realtà non è oro tutto quello che luccica: il 70% delle aziende rispondenti ha ammesso che i propri bilanci di Sostenibilità sono approvati sulla base di documenti ed evidenze autoprodotti, senza alcuna verifica da parte di un professionista esterno e indipendente circa la genuinità e veridicità delle informazioni contenute nei report.
Inoltre, solo un quarto delle aziende coinvolte nell’indagine si è sottoposta a un audit interno focalizzato sulla rendicontazione dei criteri Esg.
Oltre ai punti di forza e a quelli di debolezza delle prassi utilizzate dal campione nel processo di rendicontazione, la ricerca ha voluto indagare la percezione della cittadinanza europea nei confronti dell’operato di queste aziende: il grado di fiducia, da parte dei cittadini, posto nei confronti delle dichiarazioni di Sostenibilità prodotte dalle aziende risulta tra il basso (44,5%) e il bassissimo (19,5%). I
n più, una parte significativa dei cittadini europei ritiene che le aziende utilizzino il tema della Sostenibilità solo per motivi pubblicitari e di marketing (45,5%). Questa seconda parte della ricerca è stata condotta coinvolgendo 500 cittadini rappresentativi di tutte le età e condizioni sociali all’interno dell’Unione europea.
Le pressioni e i rischi dettati dallo scenario competitivo mondiale, a cui si aggiunge la complessità crescente dei processi di approvvigionamento, produzione e distribuzione, hanno sottolineato l’importanza della reputazione aziendale, anche in relazione al rispetto nei confronti dell’ambiente, dei diritti umani e della sicurezza dei lavoratori, dei principi etici nella conduzione del business.
Secondo Luca Poma, professore di Reputation management all’Università Lumsa di Roma e all’Università della Repubblica di San Marino, nonché referente scientifico dell’indagine, “questo lavoro si innesta, nello sforzo sostenuto dall’Unione europea di promuovere una cultura della Sostenibilità non solo tra cittadine e cittadini comunitari ma anche all’interno delle Pmi e dei grandi gruppi aziendali“.