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GOP – Studio Legale Gianni & Origoni ha avuto un ruolo negli attacchi che hanno portato al crack dell’unicorno green Bio-On?

GOP – Studio Legale Gianni & Origoni ha avuto un ruolon egli attacchi che hanno portato al crack dell’unicorno Bio-on?

Per agevolare la comprensione di quest’approfondimento sull’eventuale ruolo dell’importante studio legale milanese GOP – Gianni & Origoni nel gruppo di coloro che hanno a vario titolo contribuito alla crisi della più promettente azienda italiana produttrice di polimeri plastici biodegradabili al 100%, inquadriamo brevemente lo scenario: chi sono i protagonisti di questo giallo finanziario italiano?

Cos’era Bio-On

La mission di Bio-On era accelerare la sostituzione della tradizionale plastica con un’alternativa completamente ecologica, grazie a una tecnologia che utilizza come materia prima gli scarti della produzione agricola e agroindustriale, stimolando una fermentazione batterica in grado di produrre polimeri con proprietà identiche a quelli delle plastiche sintetiche, ma 100% biodegradabili.

Il progetto, fondato da Marco Astorri e Guido Cicognani, ebbe talmente successo da permettere alla start-up di raggiungere una capitalizzazione di mercato superiore al miliardo di euro, facendola entrare nell’esclusivo club degli “unicorni” della Borsa Italiana e, a fine 2018, a venir classificata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Golden Power Company, ovvero azienda strategica d’interesse nazionale.

Bio-On vantava una vasta rete di collaborazioni con istituzioni accademiche nazionali e internazionali, e 69 progetti di ricerca attivi, con centri d’eccellenza come le Università di Milano, Bologna, Napoli, il “Consorzio Futuro e Ricerca” di Ferrara, la University of Hawaii e la Clarkson University in USA, oltre alla Tampere University in Finlandia. Inoltre, Bio-On era titolare o licenziataria esclusiva di 27 famiglie brevettuali, che includevano oltre 100 titoli di privativa, come riconosciuto dal Tribunale di Bologna al momento del default. Questi brevetti – che coprivano sia processi produttivi sia prodotti e applicazioni – costituivano un asset strategico di enorme valore e attestavano la capacità innovativa e il potenziale di mercato dell’azienda, la cui solidità finanziaria era garantita dalla certificazione dei bilanci effettuata da colossi della consulenza contabile come PriceWaterHouseCoopers® e successivamente Ernst&Young®. Con un tale pedigree, Bio-On consolidò la propria posizione di astro nascente nel settore dei bio-polimeri, a livello nazionale e internazionale.

La svolta: l’attacco in borsa e il crollo sul mercato

Le cose cambiarono drammaticamente nel 2019 a causa di un attacco orchestrato da Quintessential Capital Management (noto anche come QCM), piccolo fondo d’investimento off-shore USA (in realtà registrato alle Isole Cayman, noto paradiso fiscale), il quale avendo – come si appurò in seguito – posizioni speculative short-term al ribasso sulle azioni Bio-On, ha innescato il panico tra gli investitori e il successivo rapido crollo del valore in borsa, tramite la diffusione in rete di un video denso di fake-news e più in genere con una vera e propria campagna di black PR su Bio-On,.

Poco tempo dopo, la Procura di Bologna avviò un’indagine dando credito alle accuse di Quintessential – il cui primo indirizzo operativo corrispondeva a quello di un noto museo d’arte americano (!) – dando inizio a un processo che, paradossalmente, portò allo stato di fermo temporaneo del CEO di Bio-On Marco Astorri, accusato di presunte false comunicazioni al mercato, e al sequestro dei beni di altri membri dei management, per decine di milioni di euro, sviluppi che hanno contribuito alla sospensione delle operazioni e alla successiva bancarotta e dichiarazione di fallimento di Bio-On.

In seguito, però, una valutazione indipendente ha rivelato che – nonostante il report del fondo short-termista che la definiva “una scatola vuota indebitata per decine di milioni di euro”il valore degli asset residui di Bio-On era ricompreso tra i 95 e i 140 milioni di euro, scoperta che ha suscitato ulteriori dubbi sull’adeguatezza delle decisioni legali e finanziarie che – secondo i professionisti intervistati – hanno causato la forse troppo frettolosa “liquidazione” di Bio-On, tramite “aste al ribasso” che hanno rapidamente portato alla sua totale dissoluzione.

Gli sviluppi giornalistici, e quelli giudiziari

La recente video-inchiesta dal titolo “Il caso BioOn: Unfair Game”, prodotto dalla nostra testata, ha raccontato questa vicenda, sottolineando anche le vulnerabilità delle start-up innovative italiane nel navigare mercati finanziari complessi e spesso imprevedibili, ed evidenziando anche le evidenti carenze della supervisione da parte delle autorità finanziarie nazionali, Consob in testa, il cui ruolo dovrebbe anche essere quello di monitorare le fluttuazioni di mercato e intervenire in difesa del mercato stesso. Invece, nonostante segnali di trading irregolare e il crollo repentino delle azioni, con oltre 700 milioni di euro di valore bruciati in un solo giorno, le iniziative intraprese da Consob – secondo quanto dichiarato dagli intervistati – si sono rivelate assenti o comunque del tutto insufficienti e non tempestive, se non addirittura controproducenti, sollevando interrogativi sulla loro efficacia e sulla necessità di avviare concrete riforme legislative per proteggere gli interessi diffusi di investitori e risparmiatori. Tanto che è di questi giorni la notizia che due tra i più importanti studi legali italiani stanno valutando l’avvio di azioni di tutela generalizzata (class-action) a tutela degli investitori danneggiati dal crollo di Bio-On.

Gli ultimissimi sviluppi giudiziari sono stati, se possibile, ancora più eclatanti: durante la sua audizione, l’autore del video critico su BioOn Gabriel Grego, ascoltato in aula a Bologna il 14 maggio scorso, ha ammesso – come risulta dalle trascrizioni delle sue dichiarazioni – di aver avuto un interesse economico diretto nella caduta del titolo Bio-On, avendo dialogato attivamente con fondi d’investimento e speculativi short-term, i quali avrebbero acquistato tra il 2 e il 3% delle azioni di Bio-On, e gli avrebbero commissionato – tramite un apposito contratto – un report sull’azienda, report che venne confezionato da Grego con taglio negativo e che di fatto generò il crollo del titolo. Proprio in quell’occasione, il 14 maggio, a Grego – che ha confermato di aver guadagnato svariati milioni di euro in fee da quell’operazione – è stata notificata una citazione per danni, da parte dei legali dei fondatori di Bio-On, per complessivi 270 milioni di euro.

Peraltro, Gabriel Grego non pare essere nuovo a questo genere di operazioni: Quintessential creò una posizione speculativa short sull’azienda tecnologica britannica Darktrace nel 2023, e poi pubblicò – analogamente a quanto fatto con Bio-On – un report nel quale si denunciavano una serie di presunte irregolarità della società in questione, causando il crollo del valore delle azioni alla borsa di Londra, finché un contro-report molto dettagliato di Ernst&Young certificò il buono stato di salute dell’azienda di sicurezza informatica, bloccando l’emorragia di valore.

È inoltre da segnalare l’aggressiva politica di dissuasione promossa da Gabriel Grego verso i soggetti protagonisti di interventi di correzione della grave asimmetria informativa che ha caratterizzato per anni la percezione del dossier Bio-On, fortemente sbilanciata verso le tesi (mai del tutto provate, peraltro) di Grego. Politica che si è sostanziata anche in diffide legali inviate proprio da GOP a vari soggetti “colpevoli” di aver esercitato il diritto di cronaca Costituzionalmente garantito, inclusi diversi giornalisti, minacciati di azioni legali per aver narrato parti di questa vicenda, come risulta dalle lettere trasmesse in visione alla nostra redazione:

L’assertività, a tratti “aggressiva”, propria della strategia di Grego, d’altra parte era stata confermata già in passato; in un’intervista sempre a Gabriele Grego resa al giornalista Luca Piana il 05 agosto 2019 sulle pagine del quotidiano La Repubblica, si può infatti leggere:

Giornalista – Avete considerato le conseguenze legali a cui potreste andare incontro?

G. GREGO – Abbiamo fatto una valutazione molto attenta su cosa dire, come dirlo e sulle fonti utilizzate (…) non solo dal punto di vista legale, perché ovviamente in questo tipo di situazioni è impensabile pensare che la società intenti una causa e la vinca, o che ci facciano causa, non abbiamo nessun problema, siamo seguiti dai migliori studi legali del mondo e, esattamente come abbiamo fatto con Bio-On, se qualcuno fa una causa, o se fa una un esposto contro di noi, ci difendiamo sempre in maniera molto aggressiva e vigorosa, cerchiamo sempre di spostare la battaglia sul terreno dell’avversario, come abbiamo fatto con Bio-On, ma l’importante è che la causa non venga vinta.

In ogni caso, alle diffide di GOP gli interessati hanno risposto dopo poche ore, con una contro-diffida, molto secca, dello Studio legale Grande Stevens, che riportiamo qui di seguito:

Recentemente, anche la presentazione pubblica della nostra video-inchiesta giornalistica Bio-On: UnFair Game ha stimolato stravaganti diffide e minacce legali, sempre a firma dello Studio GOP Gianni & Origoni per conto di Gabriele Grego, come potete leggere qui. Il Consiglio Regionale, l’istituzione che avrebbe dovuto ospitare l’evento a Palazzo Regione Lombardia (“Pirellone”), ha infatti ricevuto una lettera dai toni vagamente intimidatori il cui scopo è evidentemente di censurare la verità, e impedirci di ristabilire simmetria informativa su questa vicenda di interesse nazionale:

L’istituzione, incredibilmente, ha supinamente ceduto alle pressioni: è a nostro avviso deludente dover prendere atto di come un Ente al servizio dei cittadini, inclusi i risparmiatori che hanno perso i propri denari a causa di quella speculazione, dia credito a una diffida inviata su mandato di chi è l’architetto e artefice di quella spregiudicata operazione, uno speculatore che ancora oggi interviene per limitare pesantemente la libertà di stampa e di cronaca. 

In ogni caso, non ci siamo fatti intimidire, e abbiamo individuato una nuova location per la proiezione dell’inchiesta, che è regalmente avvenuta giovedì 13 giugno alle ore 16, come promesso.

GOP ha avuto un ruolo nel supportare le azioni che hanno portato al crollo di Bio-On?

Per tentare ora di rispondere a questa importante domanda, dal significativo risvolto etico, stante i danni causati ai risparmiatori, analizziamo con attenzione alcune informazioni salienti, in parte reperite da fonti aperte, in parte risultanti da sbobinatura delle registrazioni delle deposizioni in Tribunale raccolte durante le udienze del processo Bio-On, altre ancora estrapolate da trascrizioni di intercettazioni della Guardia di Finanza e da altra documentazione trasmessa all’attenzione della nostra redazione da fonti riservate, acquisite nel corso della nostra attività d’inchiesta.

INTERCETTAZIONI TELEFONICHE

Per inquadrare il tipo di rapporti intercorrenti fra Claudio Grego e lo studio Gianni & Origoni, può essere interessante esaminare l’intercettazione telefonica del 06 settembre 2019, la cui parziale trascrizione è riportata qui di seguito:

GREGO – Io sto molto bene, ormai vivo a Tel Aviv, ho lasciato l’Italia.

SIMONE – Ma lo sapevo, me lo avevano detto…non mi ricordo chi, ma lo sapevo.

GREGO – Sto aprendo…io sono già operativo e sto aprendo il desk di Gianni Rigoni in Israele.

SIMONE – Cazzo! Bravo! Bello!

GREGO – Sto seguendo queste operazioni che ci sono tra Italia e Israele sia a livello governativo, quasi governativo, e quindi tutto il discorso della sicurezza della cibernetica, della cybersecurity.

SIMONE – Incredibile!

GREGO Eh…

SIMONE – Incredibile perché riesci a fare una cosa del genere, e sicuramente ci riuscirai, è veramente molto bello perché stai andando a fare un lavoro che ti piace a casa tua. È pazzesco!

GREGO – E beh! La decisione era stata presa quando sono andato dall’avvocato Gianni a dirgli “Io vado in Israele”, lui ha detto “No, no, non vai tu in Israele, noi andiamo in Israele.” E quindi mi è piaciuta molto anche come atteggiamento…

ALTRE EVIDENZE

Qui di seguito, alcune altre evidenze che possono fornire elementi utili per comprendere i rapporti tra GOP e Grego e l’eventuale coinvolgimento del noto studio legale milanese nel dossier Bio-On

La dichiarazione di trasparenza di Maurizio Salom, il commercialista che emise un parere negativo su Bio-On (presidente del collegio Sindacale della principale concorrente di Bio-On, quindi in evidente conflitto di interessi), dichiarazione resa disponibile sul sito di Quintessential, riporta Gianni, Origoni, Grippo & Partners nei metadati del titolo.

Dal 2013, ha fatto parte dello Studio Legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners Claudio Grego, co-responsabile del Dipartimento Wealth & Trust, Claudio Grego è il padre di Gabriel Grego.

Lo Studio Legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners è stato partner di Borsa Italiana, e Claudio Grego, padre di Gabriel Grego, in passato venne nominato responsabile della Direzione Affari Legali e Regolamentazione di Borsa Italiana S.p.A.

Nell articolo di La Stampa del 18 novembre 2019 di Paolo Mastrolilli, nel quale Gabriele Grego afferma “Ci sono altri casi simili a Bio-On. Lavoriamo su un paio di società in Borsa”, si legge:

Cosa dicono nel suo caso? «Un assurda teoria ripetuta spesso è che si trattava di un complotto (omissis, ndr), di cui io ero la testa di ponte, aiutato da mio padre, dall’amministratore delegato della Borsa italiana Rafaele Jerusalmi, e dal revisore Maurizio Salom”

Teoria che ad alcuni qualificati osservatori non pare poi – per citare le stesse parole di Grego – tanto “assurda”, se si considera che lo studio Gianni Origoni Grippo è lo studio legale che ha assistito Gabriel Grego nell’operazione esplosa con la pubblicazione del report “Bio-On S.p.A. – Una Parmalat a Bologna”, che ha generato il crollo del titolo Bio-On, e ha varie connessioni professionali con Borsa Italiana.

Lo studio Gianni Origoni Grippo avrebbe rassicurato Gabriel Grego della legalità – secondo le leggi italiane – dell’operazione di speculazione contro Bio-On che Grego intendeva effettuare nel nostro Paese, mentre, per inciso, un altro studio legale avrebbe dato parere negativo a quell’operazione di speculazione (verbatim da una dichiarazione di Grego: “Noi abbiamo ingaggiato uno studio legale, due studi legali veramente, e uno ci ha detto, ci ha consigliato, di lasciar perdere, proprio per evitare questa ambiguità, ma l’altro, invece, ha detto che la cosa migliore è andare… abbiamo prima parlato con una persona che era ex Consob e che ci ha consigliato che la cosa migliore è semplicemente andare a chiedere”)

Emanuele Grippo è socio e avvocato dello studio legale Gianni & Origoni, ed è definito da Gabriele Grego “il suo avvocato di fiducia in Italia”. In data 06 febbraio 2021 è pubblicata online un’intervista all’Avv. Emanuele Grippo, associato di GOP. L’articolo apparso sarebbe in realtà stato modificato dalla giornalista, rispetto alla versione originale, in seguito alla protesta degli ex vertici di Bio-On S.p.A., ma l’originale riportava a seguente affermazione, difficilmente equivocabile:

 “A questo” prosegue Grippo, si aggiunge il tema degli effetti delle vendite allo scoperto sulle aziende. “Da tempo le autorità finanziarie mondiali hanno ragionato molto sui limiti allo short selling”, spiega l’avvocato, evidenziando tuttavia che, anche alla luce di quanto accaduto, “andrebbe fatta qualche considerazione in più perché, come dimostra il caso Bio-On, gli shortisti possono anche avere il pregio di far emergere situazioni opache e fraudolente”.

Emanuele Grippo è inoltre fra i legali che partecipano all’incontro con Consob qualche giorno prima del 24 luglio, e che riferiscono a Gabriele Grego degli esiti, come è dimostrato dalle trascrizioni degli interrogatori in udienza riportati sotto. Sempre Emanuele Grippo trasmette il 23 luglio 2019 alle ore 10 00 (UTC+1) a Consob una e-mail con oggetto “Report Quintessential Capital Management Bio-On S.p.A.”, in cui informa l’autorità di controllo dell’imminente pubblicazione del report “Bio-On SpA una Parmalat a Bologna?”, e rimanda allo stesso Avv. Emanuele Grippo e alla Dott.ssa Giulia Staderini per i chiarimenti che si fossero resi necessari.

La Dott. sa Giulia Staderini è of counsel dello studio legale Gianni & Origoni, e – secondo fonti della nostra redazione – parrebbe essere stata lei ad aver consigliato l’incontro con Consob e ad avervi anche partecipato, insieme a Emanuele Grippo e, probabilmente, ad altri legali di GOP. Giulia Staderini è stata anche funzionaria in servizio presso Consob dal 1990 sino al 22 marzo 2017: poi è passata a lavorare per Studio Gianni & Origoni, ed infatti è tra le persone, insieme ad Emanuele Grippo, alla quale, nella corrispondenza intercorsa tra il gruppo di Grego e Consob, si rimanda per eventuali approfondimenti sul dossier Bio-On.

TRASCRIZIONI DA UDIENZE IN TRIBUNALE

Per chiarire il tipo di rapporti intercorrenti fra Gabriel Grego e lo studio Gianni & Origoni, rilevano anche le trascrizioni delle udienze dibattimentali. Qui di seguito, alcuni stralci dall’esame dell’Avv. Luigi Panella a Grego nell’udienza del 14 maggio 2024 al Tribunale di Bologna (sono riportati solo i passaggi pertinenti).


DIFESA, AVV. PANELLA – QCM o suoi legali hanno anticipato alla Consob i contenuti del suo report? Perché lei ha detto che era una società quotata, quindi bisognava insomma preparare questa operazione…

TESTIMONE GREGO – Sì, con il suo permesso le spiego il contesto.

DIFESA, AVV. PANELLA – Prego.

TESTIMONE GREGO – Con la premessa che questo è un incontro che hanno fatto i miei legali e non io personalmente, anche l’esito di questo incontro mi è stato riferito dai miei legali al telefono, quindi visto che sono giurato ecco io le racconto la mia comprensione di quello che mi è stato raccontato.

(…)

DIFESA, AVV. PANELLA – Chi erano i suoi legali, scusi?

TESTIMONE GREGO – In questo caso era lo Studio Gianni Origoni Grippo. Abbiamo fatto questo tipo di operazioni negli Stati Uniti, Inghilterra, eccetera eccetera, sono già state tra virgolette scrutinizzate dalle autorità di vigilanza di altri paesi, quindi è presumibile che siano sicuramente del rispetto dei vincoli legali anche in Italia, però non essendo mai successo volevano che i miei legali che confermassero che non c’erano delle particolarità in Italia di cui io non fossi a conoscenza. Ricordo che fecero ovviamente dei suoi studi, degli studi per cercare di interpretare la legge, la sostanza di quello che mi fu detto dal legale Gianni Origoni fu che sicuramente questo tipo di operazioni sono legali e sono rispetto alla legge esattamente come lo sono gli altri paesi, però visto che comunque è una grande responsabilità, ci sono dei rischi, consigliò di chiedere alla Consob, informarla del tipo di operazione, che a quanto ne sappia non sono stati informati della società che era oggetto di interesse e non credo che neanche fossero entrati nei dettagli di che cosa volevamo scrivere o dire. Però di sincerarsi che effettivamente questo verrebbe visto in maniera coerente con quella che è l’interpretazione del diritto in Italia

DIFESA, AVV. PANELLA – Ecco lei…

TESTIMONE GREGO – Scusi, finisco, poi le lascio…

DIFESA, AVV. PANELLA – Sì, sì, prego.

TESTIMONE GREGO – Quindi inviammo i nostri legali fisicamente lì, io ovviamente ero a New York, quindi non potevo essere presente all’incontro e mi fu riferito che ci fu un discorso e che nella pratica fu detto ‘Noi abbiamo un cliente, è un fondo che è specializzato in questo tipo di indagini, ha trovato molti sospetti che fanno presentare a dei probabili illeciti sul mercato e ha intenzione di rendere le informazioni trovate al pubblico dopo aver preso una posizione corta sul titolo’. La risposta di nuovo per sentito dire dal mio Avvocato, la sostanza era ‘Sì, va bene, perché questa posizione è stata presa in maniera coerente con le informazioni che poi vengono dette dal mercato’. Ricordo bene che fu detto ‘La cosa non andrebbe bene se questo fondo facesse uscire delle opinioni negative o comunque dei dati negativi, successivamente invece al collasso possibile del titolo prendesse una posizione lunga, allora potrebbe essere manipolazione perché significa che fai una cosa e ne pensi un altra.

(…)

DIFESA, AVV. PANELLA – Nel podcast lei ha detto ‘Abbiamo prima parlato con una persona che era ex Consob, prima di andare alla Consob’, chi era questa persona ex Consob?

TESTIMONE GREGO – Allora se ricordo bene, però di nuovo suggerisco se questione importante magari di sentire anche i legali che sono andati…

DIFESA, AVV. PANELLA – Io le chiedo…

TESTIMONE GREGO – Sì, sì, il nome non lo so, può darsi, e dico può darsi perché qualcuno l’ha scritto, sempre su questa solita chat che io guardo religiosamente, ovviamente, c’era scritto un nome, Staderini se non sbaglio.

DIFESA, AVV. PANELLA – Staderini?

TESTIMONE GREGO – Staderini. Poi invece l’altro nome lo so, perché è il mio Avvocato di fiducia in Italia si chiama Emanuele Grippo. Quindi che io sappia Grippo sicuramente è andato e ricordo che mi aveva detto andò in visita con uno studio, con parte dello studio, che ha avuto un’esperienza in Consob.

DIFESA, AVV. PANELLA – Quindi sono andati Grippo e Staderini?

TESTIMONE GREGO – Mi hanno detto questo.

(…)

DIFESA, AVV. PANELLA – I legali hanno anche anticipato a questi interlocutori della Consob l’iniziativa specifica che lei si accingeva ad assumere? Cioè, la pubblicazione di un report per determinare il calo o il crollo del prezzo del titolo?

TESTIMONE GREGO – No, perché la sua premessa non è esatta, Avvocato, se mi consente. Lo scopo del report non era affossare il titolo…

(…)

DIFESA, AVV. PANELLA – Comunque Grippo e Staderini andarono in Consob ad anticipare che sarebbe uscito questo rapporto?

TESTIMONE GREGO – Grippo e Staderini informarono la Consob del fatto che noi intendevamo pubblicare un report sostanzialmente negativo sul titolo, che io ne sappia (…)


Nulla di illegale, a quanto pare, in base alle discutibili – e per alcuni lacunose – normative italiane sugli investimenti short-term: ma tra l’illegale e l’eticamente opportuno si posiziona un’ampia zona grigia che ha permesso a Gabriel Grego, e ai fondi off-shore con i quali collaborava, di guadagnare – anche grazie all’attiva collaborazione professionale di GOP – ingenti somme di denaro, incurante del fatto che la loro aggressiva strategia finanziaria avrebbe distrutto interamente il valore di Bio-On, generando danni ingenti non solo agli azionisti e agli investitori istituzionali, ma anche ai risparmiatori, ignari cittadini che hanno perso i propri risparmi a causa di queste spregiudicate speculazioni finanziarie.

Su questa pagina, è online dal 13 giugno 2024 la nostra video-inchiesta dal titolo Il Caso Bio-On: Unfair Game: nella speranza che nessuna aggressione legale ne ottenga la censura.




“Incolla il formaggio sulla pizza e mangia una pietra”: perché Google ci sta dando risposte assurde

“Incolla il formaggio sulla pizza e mangia una pietra”: perché Google ci sta dando risposte assurde

Sul palco del Google I/O 2024, la conferenza più importante dell’anno per l’azienda, Google ha collegato l’ultimo modello di intelligenza artificiale (IA) Gemini con il suo motore di ricerca. L’obiettivoè sostituire gli elenchi di link con risposte intuitive e cordiali. Non solo, l’IA può anche analizzare il comportamento di ricerca passato e i dati degli utenti per fornire risultati su misura. Questa è la promessa. Poi c’è il formaggio della pizza che deve essere fissato con la colla per fare in modo che non scivoli.

Questa è una delle risposte generate dalla nuova funzione IA Overview. Non solo, ha anche consigliato agli utenti di “mangiare una pietra al giorno” per assumere più minerali, e ha avuto qualche problema con i presidenti statunitensi, secondo IA Overview Barack Obama è stato il primo presidente musulmano, e Andrew Jackson si è laureato al college nel 2005 .

Secondo il web traffic tracker, Statcounter, il motore di ricerca di Google rappresenta oltre il 90% del mercato globale. Al di là della corsa sfrenata per lo sviluppo e l’integrazione dell’IA, l’azienda deve fare attenzione, al momento, il motore di ricerca rimane infatti il suo prodotto più prezioso.

Gli errori commessi da AI Overview

Che non si deve mettere la colla sulla pizza è risaputo. Il problema è quando il chatbot dà cosigli come “pulire la lavatrice usando candeggina e aceto bianco”, una miscela che, se combinata, può creare gas di cloro nocivo e pericoloso per chi lo inala.

Le risposte sbagliate dell’IA hanno innescato una corsa all’errore, gli utenti sui social hanno condiviso gli screenshot delle loro conversazioni con i chatbot, alcuni hanno persino manipolato le foto. Un account infatti ha allegato una foto e scritto: “Google dice che un buon rimedio per la depressione sarebbe buttarsi dal Golden Gate Bridge”. Come ha spiegato Lara Levin, portavoce di Google, i sistemi dell’azienda non hanno mai prodotto quel risultato.

Il prezzo delle risposte sbagliate

Queste risposte sbagliate potrebbero costare molto all’azienda. Google lo sa, semplicemente perché è già successo. E infatti quando a febbraio 2023 presentò Bard, il rivale di ChatGPT, il chatbot generò informazioni errate o incomplete, anche in ambito scientifico. Dopo la presentazione il valore di mercato dell’azienda è sceso di 100 miliardi di dollari.

Cosa farà ora Google

Levin ha ribattuto spiegando che la maggior parte delle query di AI Overview ha prodotto “informazioni di alta qualità, con collegamenti per scavare più a fondo sul web”.

“Molti degli esempi che abbiamo visto erano query insolite, e abbiamo anche visto esempi falsificati o che non potevamo riprodurre”, ha aggiunto. L’azienda userà questi “esempi isolati” di risposte problematiche per perfezionare il proprio sistema.




Un sintetico è per sempre… un effetto serra

Un sintetico è per sempre… un effetto serra

Naturale o sintetico? Solo il 20% per cento dei clienti sceglie quello creato in laboratorio. Parliamo di diamanti e il dilemma è antico, ma dallo studio di Format Research per l’Osservatorio Federpreziosi Confcommercio emerge che l’85% dei clienti ha appreso di quelli sintetici da gioiellieri ed esperti (42,2%) oppure on line (38,5%), ma alla fine la scelta si orienta per l’80% su quello naturali. «Il consumatore non è in grado di distinguere tra diamante sintetico e naturale», sottolinea Pierluigi Ascani di Format Research: «A fare la differenza possono essere solo la professionalità, l’etica e la capacità di racconto del gioielliere».

«Leggendo i dati», puntualizza Stefano Andreis, presidente nazionale Federpreziosi, «risulta che solo il “professionista gioielliere” possa essere punto di riferimento per il cliente, non solo perché in grado di raccontare il gioiello trasmettendo emozione, ma soprattutto perché è l’unica figura che può assicurare una corretta informazione e comunicazione sul valore aggiunto delle creazioni». «Il cliente oggi è piuttosto informato», aggiunge Steven Tranquilli, direttore generale di Federprezosi ConfCommercio «ma con dei limiti. Questo è evidente anche quando si parla di sostenibilità, dal momento che il tema è complesso e raffinate operazioni di marketing spesso non aiutano a fare chiarezza. Chi è pronto ad acquistare un diamante, tuttavia, ha in genere fatto la sua scelta etica».

Tra scienza e storia, il gioielliere deve riuscire anche a spiegare la differenza che c’è anche tra il diamante “artificiale” e quello “sintetico”. «I primi cristalli di diamante sintetico», spiega la  gemmologa Loredana Prosperi, «furono prodotti nel 1953 dall’azienda elettrica Asea, ma la notizia venne riportata solo nel bollettino interno aziendale. Nel 1954 la General Electric produsse un cristallo di diamante sintetico di dimensioni millimetriche. Ne venne data comunicazione nel febbraio 1955 dal New York Times. E nel 1970 sempre la General Electric produsse il primo diamante sintetico di qualità gemma». I due prodotti hanno caratteristiche fisiche principali identiche. Ma da una parte c’è una gemma unica, irripetibile, preziosa, che può esaurirsi. Dall’altra, un prodotto di fabbrica, ripetibile e in disponibilità illimitata. Da una parte prezzi in aumento, dall’altra prezzi in diminuzione grazie alla crescente ottimizzazione dei processi di produzione.

Nel caso del diamante sintetico si punta sulla sua sostenibilità, ma quanto sono sostenibili i diamanti sintetici? «Se i diamanti naturali si formano in milioni di anni, talvolta miliardi, ad una profondità di almeno 120 km e fino a 780 km, per creare i sintetitici» fa sapere Federopreziosi «è necessario mantenere i macchinari a una temperatura costante di circa 1600 gradi per vari giorni, con una pressione che varia da un minimo di 45 a un massimo di 70 Kbar e un dispendio enorme di energia. Inoltre, gran parte dei diamanti sintetici viene prodotta in Asia, in Paesi come Cina e India, dove si impiegano ancora energie fossili. L’emissione nell’atmosfera di CO2 è consistente». Secondo una recente ricerca effettuata dall’agenzia indipendente TruCost per conto della Diamond Producers Association è superiore a quella necessaria per l’estrazione di diamanti naturali: per ogni carato di diamante naturale corrispondono a 160 kg di CO2, ma per produrre un carato di diamante sintetico se ne emettono 511 kg di CO2. Quindi attenzione al “sintetico uguale sostenibile”. «Resta, e non è poco, lo storytelling di una gemma che può indietreggiare solo se si fa un discorso di prezzi», sottolinea Federpreziosi: «il diamante sintetico può arrivare a costare l’80 per cento in meno».




Bolla greenwashing, l’Ue indaga su venti compagnie aeree

Bolla greenwashing, l’Ue indaga su venti compagnie aeree

Venti compagnie aeree europee – tra cui Lufthansa, Air France Klm, Brussels Airlines – sono indagate dalle autorità dell’Unione europea per sospette pratiche di greenwashing, ovvero la diffusione di comunicazioni contenenti informazioni false o ingannevoli sulla sostenibilità a danno di consumatori, investitori e  altri player del mercato aereo.

Accuse gravissime rivolte soprattutto alla presunta compensazione delle emissioni di Co2 che tutte queste aerolinee da tempo vantano di adottare nella loro quotidiana operatività nei cieli europei.

Con una lettera riservata, l’Ue ha richiesto alle 20 aerolinee di presentare una e documentazione scientifica che dimostri la veridicità di affermazioni che sono state spesso parte integrante di comunicati stampa e comunicazioni aziendali. Di fronte a questa clamorosa azione di Bruxelles ci sono già le prime risposte: sia Air France che Lufthansa hanno infatti ammesso di aver ricevuto tale lettera con la richiesta di approfondimento e che hanno già avviato una attenta analisi di tutte le istanze sollevate dall’Unione europea per fornire esaustivi riscontri scientifici.

A riprova della delicatezza dell’intera vicenda, oltre al “no comment” dell’Ue, che in una nota ha fatto sapere che non comunicherà ufficialmente i nomi di tutte le aerolinee finché non sarà fatta chiarezza con l’indagine, c’è la presa di posizione della associazione Airlines for Europe (A4E) che ha evidenziato l’importanza di fornire informazioni trasparenti sulla sostenibilità, aggiungendo però che occorre una tempestiva armonizzazione delle regolamentazioni nazionali nei singoli Stati membri, poiché ancora oggi vi è una inaccettabile disparità di normative in materia di sostenibilità.




La polemica su “Il Collegio”: tra marketing e risentimento

La polemica su "Il Collegio": tra marketing e risentimento

Acceso dibattito in merito a “Il Collegio”, il popolare programma di Rai 2 che catapulta adolescenti del XXI secolo in ambienti scolastici degli anni ’60 o ’70’. Il preside dello show, una figura chiave nella gestione e nella supervisione dei ragazzi durante il programma, ha recentemente sollevato un’ondata di polemiche con alcune dichiarazioni controverse.

Il preside ha affermato che gran parte delle situazioni rappresentate nel programma siano frutto di recitazione e che molti dei ragazzi partecipanti siano in realtà motivati più dalla ricerca di visibilità che da una reale esperienza educativa. Queste dichiarazioni non solo hanno scosso il mondo dello spettacolo, ma hanno anche attirato l’attenzione degli ex partecipanti del programma, che non hanno tardato a rispondere.

Molti ex collegiali hanno preso la parola sui social media e in interviste pubbliche per difendersi dalle accuse del preside. Hanno contestato le sue affermazioni, sostenendo che il programma, sebbene concepito per l’intrattenimento, abbia avuto anche un impatto positivo sulle loro vite, offrendo loro esperienze di crescita personale e professionale. Alcuni hanno denunciato l’accusa di ricerca di visibilità come infondata e dannosa, considerandola una forma di discredito gratuita.

Di fronte a queste accuse, è lecito chiedersi se le dichiarazioni del preside non siano state un tentativo strategico di marketing per aumentare le visualizzazioni del programma o se rappresentino un vero e proprio risentimento nei confronti della nuova generazione di giovani. Da un lato, il preside potrebbe aver cercato di sfruttare la controversia per creare buzz mediatico intorno al programma, nella speranza di attrarre nuovi spettatori e mantenere alta l’attenzione del pubblico.

Dall’altro lato, le sue affermazioni potrebbero riflettere un atteggiamento critico verso i giovani e il loro approccio ai media e alla visibilità. È possibile che il preside, risentito dal comportamento dei partecipanti e dalla percezione del programma come un trampolino di lancio per la fama, abbia voluto esprimere un giudizio negativo sul valore e sull’autenticità delle esperienze dei ragazzi.

In ogni caso, la polemica ha messo in luce un conflitto più ampio tra le aspettative delle generazioni più adulte e la realtà dei giovani che emergono attraverso i media. La discussione solleva interrogativi sul valore autentico di programmi come “Il Collegio” e sulla pressione esercitata sui partecipanti per conformarsi a determinati standard di visibilità e successo.

La questione resta aperta e continua a alimentare dibattiti sul ruolo dei media nel formare e riflettere le aspirazioni delle nuove generazioni. Con l’attenzione dei media e del pubblico concentrata su questa polemica, sarà interessante osservare come si evolverà la narrativa intorno a “Il Collegio” e come il preside e i partecipanti affronteranno le conseguenze di questo acceso scambio di opinioni.