CSR: come si comunica la sostenibilità sul web

Esiste una forte connessione tra responsabilità d’impresa e mondo della comunicazione,soprattutto sul web. Lo conferma, nell’ambito del “Salone della Csr e dell’innovazione sociale”, la piattaforma Mimesi360, servizio di analisi reputazionale completa su media tradizionali e digitali, che è stata utilizzata per realizzare un “Osservatorio sulla Corporate Social Responsibility”.
L’analisi è stata condotta isolando conversazioni e articoli web sull’argomento Csr, nel periodo compreso tra il 1 giugno e il 24 luglio 2013. Analizzando i messaggi/post, appare chiaro come la Csr vada veicolata verso l’esterno, promossa e resa nota all’opinione pubblica attraverso la comunicazione (8%), e quanto sia importante premiare gli esempi virtuosi attraverso l’assegnazione di premi e riconoscimenti (14%).
Per Marina Bonomi, direttore di Mimesi, questi dati “confermano grande attenzione verso la sostenibilità e l’utilizzo sempre più vasto da parte delle imprese dei social media come strumenti di diffusione delle proprie strategie in questo senso”. Un altro elemento importante è l’evoluzione del concetto di CSR rispetto al passato: se prima era vissuto come un obbligo imposto dall’esterno, talvolta applicato in maniera scorretta, oggi le imprese lo vivono come una vera e propria collaborazione alla pari tra azienda e territorio (29%), con benefici sia in termini di immagine sia in termini economici.
CONCETTI E TEMI – Quali sono gli argomenti piu’ citati nelle discussioni on line? Il macrotema “Ambiente” compare come indissolubilmente legato alla responsablità sociale d’impresa. La “sostenibilità” compare infatti come il terzo argomento più citato (21%), mentre la lotta all’inquinamento ambientale è il sesto (17%). Questo a dimostrazione di come l’impatto delle aziende sull’ambiente rappresenti un’importante discriminante per giudicare la condotta sociale di un’impresa.
NATURA DEI COMMENTI – L’Osservatorio ha mostrato come il 60% dei contenuti siano prevalentemente frutto di contributi redazionali da parte di giornalisti di blog, siti di news o social network, contro il 40% proveniente da conversazioni spontanee raccolte sui social media. Questi dati rivelano che l’argomento è ancora appannaggio degli addetti ai lavori, anche se non mancano utenti sensibili all’etica aziendale, percepita sempre più come un’esigenza della società globale.
SETTORI PIU’ CITATI – Il settore maggiormente seguito e commentato dagli utenti è quello alimentare (12%), seguito dai settori pubblico (11%), farmaceutico (9%), bancario e chimico (7%). Le aziende più citate sono state divise per tipologia (dimensione e nazionalità) e settore industriale. La metà delle aziende sono multinazionali (27% italiane, 25% straniere), il 12% è rappresentato da piccole medie imprese locali, mentre nel 37% dei casi il tipo di azienda rimane indefinito. Escludendo il 37% di aziende di origine indefinita, si nota che ben l’81% delle aziende è una multinazionale e solo il 19% rientra tra le piccole medie imprese italiane, segno che la CSR è una presenza ormai consolidata nelle più importanti realtà industriali ma che si sta facendo strada anche in realtà minori.
AREE DI INTERVENTO – Dal punto di vista delle aziende, i progetti di Social Corporate Responsibility su cui si focalizzano sono principalmente quelli rivolti alla formazione e all’educazione dei giovani (20%) e al sostegno dei Paesi del terzo mondo (18%). Seguono, con un lieve distacco, forme di sostegno alla ricerca sanitaria (13%), all’ambito sociale (13%) e all’infanzia (13%). In misura minore sono presenti anche progetti dedicati alla tutela dei diritti umani (7%), del patrimonio culturale (4%) e iniziative di varia natura per i propri dipendenti (4%).
L’INFOGRAFICA SULLA COMUNICAZIONE DELLA CSR NEL WEB:
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Imprese sempre più responsabili ma scarsamente comunicative

Nonostante la crisi le aziende continuano ad investire in responsabilità sociale d’impresa. L’impegno c’è ma manca ancora una comunicazione efficace. Il quadro è emerso in occasione del Salone della Csr che si è svolto all’Università Bocconi di Milano. In particolare secondo un’indagine realizzata da GfK Eurisko, le aziende ‘virtuose’ e particolarmente impegnate nella Corporate Social Responsibility, affermano nel 54% dei casi che la crisi non ha avuto effetti di rilievo sull’impegno a favore della sostenibilità: per oltre un terzo lo ha addirittura accresciuto e solo per il 10% lo ha ridotto. Addirittura per l’88% di queste imprese la sostenibilità rappresenta un valore primario di riferimento e la maggioranza di esse dichiara di avere ottenuto grazie a tale impegno un vantaggio di reputazione (58%), nella relazione con il territorio dove operano (59%) ed anche nella innovazione di prodotto o di servizio (55%). Restano però i problemi legati alla comunicazione che nel campo della Csr, spiega Paolo Anselmi vicepresidente Gfk Eurisko “è cruciale. Le aziende sono timide, spesso reticenti e comunicando su questi aspetti, temono di poter suscitare sospetti nel consumatore”. In realtà, “solo se si comunica in modo chiaro, onesto e trasparente si mette il consumatore in condizione di riconoscere i prodotti che sono effettivamente caratterizzati da una maggiore sostenibilità”. Secondo l’Osservatorio sulla Corporate Social Responsiblity realizzato da Mimesi la maggior parte dei consumatori collegano i temi della responsabilità sociale d’impresa alle multinazionali e solo il 18% alle piccole medie imprese. Secondo il vicepresidente GfK Eurisko, “quello che manca, oltre ad un investimento degno in comunicazione, è anche la capacità di trovare sia i mezzi efficaci sia i contenuti”. Lo stile della comunicazione non può essere lo stesso della comunicazione commerciale. Oggi le aziende comunicano bene agli stakeholder esperti attraverso i bilanci di sostenibilità, con eventi e convegni, mentre sono molto deficitarie nella comunicazione al consumatore”. Eppure sono proprio i consumatori a chiedere di poter acquistare prodotti sempre più sostenibili. Secondo un’altra indagine di Gfk Eurisko, infatti, l’ecosostenibilità è una leva d’acquisto per il 30% dei consumatori e addirittura il 60% dice che sarebbe disposto a pagare fino al 10% in più per prodotti certificati ovvero realizzati garantendo il pieno rispetto delle persone e dell’ambiente.


Torna la Global Week of Service di Hilton, 5 alberghi italiani attivi con iniziative di CSR e volontariato dei dipendenti

Hilton Worldwide ha dato vita anche quest’anno alla Global Week of Service, iniziativa di responsabilità sociale che, durante la prima edizione del 2012, aveva coinvolto più di 800 volontari di oltre 600 strutture del gruppo a livello globale. La settimana di volontariato, che vede i dipendenti degli alberghi impegnati in azioni a favore di realtà locali attive nel sociale, si è svolta dal 6 al 12 ottobre e ha visto in prima linea 5 alberghi italiani del gruppo.
Il Rome Cavalieri, Waldorf Astoria Hotels & Resorts ha dedicato la settimana al restauro, sia degli interni sia degli esterni, del palazzo in cui ha sede la Casa Famiglia AGAR che dà concreto supporto a famiglie senza dimora. Il personale del cinque stelle si è occupato di numerosi aspetti del restyling, come i controlli degli impianti e l’acquisto di nuovi mobili. L’evento conclusivo, con la consegna delle chiavi della nuova Casa Famiglia, ha visto la partecipazione dell’ex terzino della Roma Vincent Candela.
Oltre 200 volontari dei due hotel fiorentini Hilton Florence Metropole e Hilton Garden Inn Florence Novoli hanno partecipato all’iniziativa donando sangue nella locale sede Avis e servendo la cena nella mensa della Caritas Toscana, attività quest’ultima condivisa anche da Hilton Molino Stucky Venice il cui personale, a turno, ha preparato e servito la cena nella mensa della Caritas di Venezia.
A Milano, invece, lo sport è stato il protagonista della Global Week of Service. I volontari dell’Hilton Milan, infatti, hanno organizzato tornei di calcio a cinque con i ragazzi di ANFASS, Associazione Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali. Tutti i partecipanti hanno ricevuto un gadget a ricordo della giornata e, come in tutte le sfide sportive che si rispettino, ai vincitori è stata consegnata una coppa.
Ecco il video della Global Week of Service di Hilton nel mondo:


Il cinema a Venezia si fa verde col "Green Drop Award"

Mentre i media mainstream si soffermano sulla Mostra del cinema, Venezia ospita anche un’altro evento cinematografico degno di nota: il Green Drop Award. Un evento dal 3 al 5 settembre che seleziona e premia i film che meglio abbiano “interpretato i valori dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alla conservazione del Pianeta e dei suoi ecosistemi per le generazioni future, agli stili di vita e alla cooperazione fra i popoli”.
Siamo alla terza edizione del Green Drop Award e quest’anno 21 film si contendono il premio che, come dice il nome, rappresenta una goccia verde lavorata da un artigiano con il famoso vetro di Murano. Al suo interno trova posto un campione di terra che ogni anno proviene da Paesi diversi. Quest’anno la terra proviene dal Polo Sud, consegnata dai ricercatori italiani dell’Enea in servizio al Programma nazionale di ricerche in Antartide.
Le pellicole sono produzioni di numerosi Stati provenienti da quattro continenti con l’Italia che si trova protagonista con un film e alcune coproduzioni con altri Paesi. Tra gli attori più noti spiccano i nomi di Al Pacino, Viggo Mortensen, Ethan Hawke, William Dafoe, Carlotte Gainsbourg, Michael Keaton, Naomi Watts e Emma Stone per gli internazionali. Tra gli italiani da annoverare Elio Germano, Isabella Ragonese, Riccardo Sacamarcio, Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher. Tutti i film in corsa per il Green Drop Award sono consultabili sul sito dell’evento, le cui giornate sono così scandite:
– 3 sett 2014: presentazione del premio Green Drop Award 2014
– 4 sett 2014: Workshop Green Economy nel mondo cinematografico
– 5 sett 2014: Proclamazione del vincitore
Quest’anno la giuria è composta dalla sceneggiatrice Silvia Scola, dal direttore della fotografia Blasco Giurato e dal bioarchitetto Chiara Tonelli.
Il Green Drop Award 2014 è stato vinto dal film “The postman’s white nights” di Andrej Končalovskij (descrizione suEcoOwl).


Csr: la geniale idea di Ikea per promuovere l'adozione di cani senza casa (VIDEO)

kea ha trovato un modo brillante per aiutare gli animali abbandonati a trovare casa e famiglia. I negozi del rivenditore di Tempe, Arizona e Singapore stanno posizionando cartonati a grandezza naturale digatti e cani senza casa su divani, tappeti e letti a castello dei suoi showroom.
Ogni sagoma mostra un codice a barre diverso, il QR Code, che i clienti possono scannerizzare con i loro smartphone per ottenere ulteriori informazioni sull’animale raffigurato. Il programma ha avuto successo finora: gli animali dei 6 cartonati del negozio di Tempe sono stati tutti adottati. Così, a partire dal 29 luglio, ne verranno posizionati altri.
“Abbiamo pensato che fosse un modo perfetto per mostrare alla gente come sarebbe la loro casa con un animale domestico” ha detto Becky Blaine, direttore marketing di Ikea Tempe, a Business Insider.
L’idea dell’iniziativa è nata, in realtò, a Singapore, con una partnership tra Ikea e Home For Hope, una coalizione di associazioni di adozione di animali domestici che include Save Our Street Dogs e Animal Lovers League. Il processo di creazione dei cartonati è documentato in un bellissimo video:

Insomma, in linea con la propria visione di una migliore qualità della vita quotidiana in casa, IKEA spera di estendere la propria convinzione e contribuire a migliorare anche la vita degli animali.
ikea cani
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ikea singapore
“IKEA offre idee e soluzioni per le abitazioni, ma, a volte, ci vuole più di un bel pezzo di arredamento per completare la casa. Speriamo che questa singolare iniziativa rivolta ai nostri clienti, tocchi le corde del loro cuore e li incoraggiari ad adottare un animale domestico,illuminando le vite di questi cani”, conclude Caroline Ng, Marketing Manager di IKEA Singapore.
Un’idea davvero geniale e facile da realizzare, che tutti i rivenditori dovrebbero replicare, non vi pare?
 


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