Università Commerciale Luigi Bocconi – CLEAM
“LE CONSEGUENZE DI UNA CRISI MAL GESTITA: IL CASO COSTA CROCIERE”
Tesi di laurea di Valeria Lamberti, relatrice Mariella Governo
Scarica il testo completo (49 pagine) della tesi, qui di seguito, il testo dell’Introduzione della tesi:
INTRODUZIONE
Una crisi lascia sempre il segno. Il successo dell’organizzazione risiede nella sua capacità di prevenire un evento negativo e, quando questo non è possibile, nel gestire efficacemente la crisi.
Un buon crisis management permette all’impresa di contenere la portata dell’evento negativo e di limitare i danni a livello economico e di reputazione.
Se non si attiva in tempo, l’organizzazione rischia di rimanere travolta dalla crisi con conseguenze spesso disastrose.
Una crisi è come un’onda d’urto: dall’epicentro, rappresentato dall’impresa, si propaga, travolgendo tutto ciò che circonda l’organizzazione, per poi indebolirsi man mano che ci si allontana dal fulcro. Proprio un’onda d’urto ha travolto Costa Crociere (ndr di seguito verrà chiamata Costa) dopo il naufragio della nave Concordia: ciò ha portato a una serie di conseguenze che hanno colpito in maniera più o meno considerevole i settori confinanti. Molto si è detto ed è stato scritto sulla tragedia all’isola del Giglio, evidenziando soprattutto le gravi mancanze di Costa a livello di gestione della crisi. Occorre, però, anche soffermarsi su cosa la tragedia del 13 gennaio 2012 ha comportato per Costa, per la società capogruppo Carnival e per molti altri attori economici. La gestione della crisi non è fine a sé stessa: il suo scopo principale è arginare la portata dei danni.
Il tema principale di questa tesi è costituito proprio dall’individuazione e dall’analisi delle conseguenze causate dalla crisi di Costa. Una volta analizzati i danni per i diversi settori e per gli attori coinvolti, viene esaminata nel dettaglio la gestione della crisi da parte del gruppo Costa, soffermandosi, in particolare, sulla crisis communication. Infine, ripercorrendo gli errori principali commessi, si elabora come una crisi dovrebbe essere gestita.
Nel primo capitolo viene presentato il gruppo Costa, protagonista della vicenda della nave Concordia, in modo da inquadrare storicamente la compagnia e la nascita del business.
Nel capitolo successivo sono riassunti i fatti del 13 gennaio 2012: il naufragio della nave Concordia, le operazioni di salvataggio e gli eventi immediatamente successivi.
Il terzo capitolo costituisce il tema principale della tesi. Si analizzano nel dettaglio le conseguenze della cattiva gestione della crisi da parte di Costa, successivamente trattata nel quarto capitolo. Ci si sofferma innanzitutto sui danni economici e a livello di reputazione subiti dalla compagnia genovese. In secondo luogo, si analizza la situazione critica di Carnival. L’analisi si sposta poi sul settore navale in generale, prendendo in esame le conseguenze per le compagnie di navigazione e i cantieri e i cambiamenti in atto in materia di sicurezza. Si analizzano infine le conseguenze che la crisi ha comportato per il turismo nazionale, con una particolare attenzione rivolta alla situazione della Toscana e dell’isola del Giglio.
Dopo aver preso in esame le conseguenze del naufragio, si arriva, nel quarto capitolo, all’analisi del crisis management da parte di Costa. Vengono prima descritte le caratteristiche della crisi che ha colpito la compagnia, per poi esaminare nel dettaglio gli errori commessi a livello di crisis management e di crisis communication.
Nel quinto capitolo si prende spunto dalla vicenda di Costa per illustrare come la crisi dovrebbe essere gestita. Si ripercorrono le tre fasi del crisis management, ovvero research, response e recovery, facendo riferimento a quanto è stato scritto da Luca Poma e Giampietro Vecchiato. Il capitolo si conclude elencando le regole da seguire in caso di emergenza, sia a livello di crisis management che di crisis communication.