Tech against trafficking è l’associazione fondata da BT, Microsoft e Nokia per la lotta al traffico di esseri umani attraverso la tecnologia. Insieme all’Onu, nel 2018 hanno iniziaito a monitorare e lavorare su soluzioni tech per lo sviluppo di una strategia triennale
Il lavoro forzato e la tratta di esseri umani colpiscono circa 40 milioni di personein tutto il mondo. Un problema diffuso e complesso da affrontare, come ha descritto anche l’ultimo rapporto del dipartimento di Stato Usa presentato a fine giugno. Per cercare di affrontarlo nel modo più efficace, un gruppo di aziende tech insieme a Onu e l’organizzazione globale no profit Business for social responsibility (Bsr) si sono unite per lanciare “Tech against trafficking“, progetto di collaborazione per creare app e tool specifici per queste tematiche. I membri fondatori sono BT, Microsoft e Nokia, che hanno promosso il dialogo su come la tecnologia può essere utilizzata al meglio per lottare contro la schivitù moderna, dialogo avviato un anno fa durante un evento di Wilton Park, forum internazionale dedicato alle discussioni su temi strategici del nostro tempo.
Ora la conversazione si è ufficialmente trasformata in azione. «L’evento del Wilton Park sembrava l’inizio di qualcosa di potente — ha commentato sul sito del Bsr Eric Anderson, responsabile del modern slavery program presso Bt — Ognuno si è rimboccato le maniche e ha preso appunti. È stato unico riunire diverse prospettive di esperti provenienti da aziende tech e gruppi della società civile di tutto il mondo. Quei tre giorni hanno rivelato le concrete opportunità di fare la differenza e una forte volontà di collaborare per riuscirci. Dovevamo trovare un modo per far sì che continuasse». «Abbiamo bisogno di collaborare più strettamente come industria e unire le forze con esperti nella lotta al traffico per fermarlo — ha incalzato Laura Okkonen, responsabile dei diritti umani presso Nokia — Insieme massimizzeremo l’impatto positivo della tecnologia».
I primi passi di tech against trafficking nel 2018 serviranno per mappare e analizzare il panoramadelle attuali iniziative incentrate sulla tecnologia per affrontare la schiavitù moderna. I risultati chiave saranno condivisi pubblicamente entro la fine dell’anno per poi sviluppare una strategia triennale. Le potenziali aree di interesse includono app cloud e mobile per consentire aisoccorritori, alla società e ai lavoratori di sensibilizzare, accedere alle risorse e segnalare problemi. Hardware di base, come laptop e smartphone più facilmente disponibili alle Ong. Linee di assistenza nazionali che aiutano le vittime e fungono da centri di raccolta dei dati. Analisi di informazioni e strumenti per affrontare il problema del sovraccarico di dati, utilizzando AI e big data. Strumenti di trasparenza della supply chain per migliorare la tracciabilità e la coerenza agli standard di lavoro.
«È grandioso vedere queste organizzazioni all’avanguardia nel loro impegno contro la schiavitù moderna — ha detto Andrew Wallis, direttore del centro anti-schiavitù Unseen —. Portano una quantità enorme di esperienza tecnica, oltre a un’enorme influenza. La tecnologia offre un potenziale di trasformazione non solo per interrompere e ridurre la schiavitù moderna, ma anche per sostenere i meccanismi di cura e recupero per i sopravvissuti».