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La natura come orizzonte, la riforestazione come obiettivo tangibile. Sebastião Salgado, fotografo tra i più celebri del mondo. Lélia Deluiz Wanick artista, autrice e produttrice. Da quasi 60 anni condividono la vita quotidiana e le sue passioni. Insieme hanno viaggiato un po’ ovunque ma alla fine sono sempre tornati in quell’angolo di Vale do Rio Doce chiamato casa. Per curarlo, salvarlo, riportarlo letteralmente alla vita. Il progetto è iniziato nel 1998 con la fondazione dell’Instituto Terra  ed è destinato ora a proseguire per lo meno fino al 2027 perseguendo un traguardo importante: l’impianto di un milione di alberi.

Dal degrado alla riforestazione

Il progetto segue un percorso tracciato da tempo. Una missione elaborata e condotta nel suolo arso e desolato della Fazenda Bulcão che la famiglia del celebre fotoreporter aveva acquistato negli anni ’40. Deciso a favorire il pascolo degli animali, il padre di Salgado aveva progressivamente disboscato il terreno per vendere legname e piantare erba da foraggio. Molti anni più tardi, ritornando alla tenuta della sua infanzia, Sebastião faticò a riconoscere lo scenario: la terra ormai arida, le piante scomparse. Il degrado. Ovunque.


La riforestazione che ne è seguita porta oggi il nome di 290 specie di piante e centinaia di animali tornati ad abitare quei 700 ettari di terra tropicale ad Aimores, nello Stato di Minas Gerais. Ed esplode, rigogliosa, all’ombra degli alberi impiantati nel tempo: tre milioni di esemplari fino ad oggi, che diventeranno quattro dopo il completamento del programma.

L’obiettivo? Rigenerare il suolo e la biodiversità

L’operazione, condotta dall’Instituto Terra in collaborazione con la compagnia assicurativa elvetica Zurich, è iniziata a novembre dello scorso anno con la semina delle prime 100mila piantine. L’obiettivo della riforestazione è quello di ripristinare il bioma originario della foresta rigenerando il suolo e la sua biodiversità e contrastando il cambiamento climatico. Un programma ambizioso che assume un significato particolare in un Paese che da tempo fa i conti con un uso indiscriminato del territorio. “Quella di Lélia Wanick e Sebastião Salgado è un’azione visionaria e rivoluzionaria in una regione, in un Paese e in un continente devastati dalla continua deforestazione e dall’uso intensivo e insostenibile delle terra con conseguente degrado, abbandono ed esodo rurale”, ha dichiarato Isabella Salton, direttore esecutivo dell’Instituto Terra.

L’introduzione delle specie arboree nell’area, precisa l’istituto, dovrebbe consentire all’ecosistema forestale in via di recupero “di riprodursi da solo in modo permanente”.

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