Anonymous torna alle origini e invita all’azione contro corruzione e povertà
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L’operazione #Paperstorm chiama “alla battaglia globale per conquistare la tua libertà e la verità”. Con volantini, foto e bombolette spray sulla scia dei movimenti artistici d’opposizione della Silicon Valley pre-Amazon
Anonymous è tornato alle origini. il collettivo di hacker attivisti con la maschera del rivoluzionario inglese Guy Fawkes ha ricominciato a scorazzare in rete. In Italia, dove era rimasto piuttosto silente per parecchi mesi, le varie crew che di volta in volta avviano le operazioni di disturbo contro poteri vecchi e nuovi, chiamano all’azione per ridicolizzare i potenti e trasformare la protesta in azione politica. Così, dopo gli attacchi al Miur, ai siti di Libero e del Giornale, al blog di Salvini, adesso invitano alla protesta creativa.
Riaperto il blog di anon-news italia chiuso per dissidi interni, gli Anonymous italiani lanciano l’operazione #Paperstorm per invitare tutti “alla battaglia globale per conquistare la tua libertà e la verità”, con l’obiettivo di “far arrivare la nostra voce nelle orecchie di tutti i politici ed in tutte le stanze del parlamento, riguardo alla libertà di parola, la guerra contro la corruzione e l’uguaglianza.”
Tornano insomma alle origini dell’attivismo fatto di azioni dirette via computer dove il volantinaggio dalle strade si sposta in rete, le performance di strada riempiono i social e i banchetti delle firme sono rimpiazzati dalle petizioni digitali. E viceversa. Oggi Anonymous chiede di agire nella real life: “Le piazze, i luoghi comuni e le strade saranno i nostri media!”
Non sembra casuale il recupero dell’appello che fece nascere Indymedia, il collettivo di gestione dell’Indipendent Media Center nato a Seattle nel 1999 durante le proteste contro gli accordi di libero scambio del Gatt/Wto: “Don’t hate the media, become the media”. Cioè: “Sii tu stesso i media, crea i tuoi canali personali in rete, fai arrivare le tue parole ai tuoi compagni di battaglia e anche ai tuoi nemici.”
Gli Anonymous invitano alla creatività e all’ironia, con messaggi diretti sullo stile del Billboard liberation front, i culture jammer, i guastatori culturali che riscrivevano i manifesti delle strade della California con messaggi irriverenti e ironici. Per questo chiedono di “preparare volantini, striscioni, poster, adesivi, pennarelli indelebili o bombolette di colore”, di stampare immagini e pubblicare tutto su Imgur .
Usando questo social tornano alle origini della loro nascita quando nel 2004 usavano 4Chan, un social forum giapponese e poi americano che consentiva di pubblicare soltanto immagini e di commentarle. È li che nasce la loro battaglia contro la chiesa di Scientology, la loro prima operazione globale per denunciare l’imbroglio di sette e ideologie, ma sempre con uno spirito goliardico.
Solo dopo diventeranno un attore globale con le proteste contro la Sony e il copyright e l’operazione Payback per denunciare la censura contro Wikileaks e Julian Assange, il matematico cypherpunk creatore del sito anti-corruzione e pro-trasparenza che aveva denunciato il massacro americano dei civili in Iraq grazie ai documenti fatti trapelare da Chelsea Manning.
Gli Anonymous tornano quindi alle origini perché nonostante abbiamo usato le proprie capacità di sabotatori informatici per attaccare l’Isis e cacciarlo dal web con una lotta senza quartiere al Cybercaliphate dopo gli attentati di Parigi, riconoscono la loro antica vocazione, quella di occupare temporaneamente degli spazi di protesta e comunicazione e poi ritirarsi, nella speranza di aver lasciato un messaggio nelle coscienze addormentate dai social.