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Alex Lee, un bel ragazzo del Texas, commesso da Target, conquista in pochi giorni 625mila follower: un caso o un’operazione pianificata a tavolino?

Una settimana di ordinaria follia su Twitter, in America: dallo scorso weekend la foto (uno scatto rubato) di un sedicenne cassiere – ora noto in tutto il globo come #AlexFromTarget – è diventata virale, parecchio virale. Per nessuna ragione particolare, salvo che Internet è 1) incredibilmente privo di regolarità e 2) popolato da teenager che vanno matte per i ragazzi carini.

La vicenda

Questi i fatti: Alex Lee del Texas, impiegato nei supermercati della catena Usa Target, è diventato esageratamente popolare sui social network, nottetempo. Domenica scorsa, infatti, una utente ha pubblicato un’istantanea del bel ragazzo su Twitter mentre fa il proprio lavoro alla cassa del negozio (sta imbustando con indifferenza dei detersivi) ed ha accompagnato lo scatto con la didascalia «YOOOOOOOOOO». La Rete è impazzita. Famoso, suo malgrado Alex (@acl163) su Twitter si è così trovato diverse centinaia di migliaia di follower in più (fino a sabato scorso ne aveva 144, ora ne conta oltre 625mila). Insomma, il cassiere di Target (da tre mesi) è diventato una star, oltre che un meme, ed è finito su giornali, siti di news e tiggì di mezz’America. Ha raccontato la sua avventura nello show di Ellen DeGeneres, famosa comica e presentatrice, vera e propria fuoriclasse nell’intercettare gli umori e le stelle che nascono sul Web. Il ragazzo di Frisco, maglietta rossa, pantalone beige e capello arruffato, con una vaga somiglianza al giovane Justin Bieber, si è ritrovato all’improvviso in un enorme ottovolante emotivo: «Una collega di lavoro mi ha mostrato la foto; mi ha detto che ero famoso. Ho pensato: è un falso».

Mistero

Martedì, una società statunitense di marketing digitale, tale Breakr, ha affermato di essere responsabile del fenomeno virale, creato per dimostrare «come sia possibile servirsi degli adolescenti per creare dal nulla un eroe virtuale». Un falso dunque? Lui smentisce («non ne sapevo nulla») e così ha fatto anche Target («siamo rimasti sorpresi, non conosciamo questa società»). Per Time «non sapremo mai se #AlexFromTarget è reale, uno stratagemma pubblicitario o probabilmente entrambe le cose». Nelle ultime ore se ne sono occupati (con continui aggiornamenti) anche il Washington Post, Cnet, il Guardian, la Cnn. «La cosa peggiore su Internet di questa settimana», riassume Businessweek. È un mondo che gli over 30 (quelli immuni ai vari One Direction o Five Seconds of Summer) proprio non riescono a capire. Di chi è la colpa. Di chi è il merito? Chi ci guadagna? Una risposta chiara pare difficile. Il fatto certo: Alex – volente o nolente – è diventato una stella di Internet e a possederlo, ora, è proprio Internet.

Alex, star del web suo malgrado: dopo i follower, le minacce

Intimidazioni, paura di uscire di casa, troll: il lato oscuro del successo di #Alex from the Target dopo il suo exploit sul web

Alex Christopher LeBeouf, il sedicenne americano conosciuto come #AlexFromTarget – per quello scatto su Twitter che lo scorso 2 novembre l’ha reso un fenomeno virale di portata impressionante ora deve combattere con le conseguenze del successo: minacce di morte, agorafobia, troll. Alex ennesima vittima della rete?

Odissea

Era bastata una foto rubata e postata su Internet a far diventare un anonimo ragazzino di Frisco, in Texas, cassiere in una catena di supermercati, un mirabolante meme online. L’origine del successo non è ancora stata chiarita. Tuttavia, Alex, famoso non lo voleva diventare e ora, suo malgrado, deve fare i conti con l’inaspettata popolarità. A dieci giorni da quel tweet che ha scombussolato la Rete (e la vita dell’adolescente), il New York Times ha incontrato il ragazzo nella sua cameretta e raccontato il seguito di #AlexFromTarget. «Non sono più uscito di casa» dice il giovane. «Ho paura ad andare in mezzo alla gente».

Genitori preoccupati

Il ragazzo, infatti, è stato inseguito in strada dalle fan e a scuola dai coetanei che vogliono solo scattarsi un selfie con lui (per poi postarlo online). Ma non basta. Il sedicenne, che nel frattempo conta 735mila follower su Twitter, spiega di aver ricevuto diverse minacce di morte attraverso i social e i messaggi privati. «Alex from target, ti troverò e ti ucciderò» dice uno. È perseguitato da dozzine di troll e cyberbulli. Il papà ha spiegato che persino i dati personali della sua famiglia, quali i numeri di previdenza sociale, i conti bancari e i tabulati telefonici, sono trapelati online. Da giorni il telefono di casa non smette più di squillare. Non solo giornalisti, ma anche tanti sbandati. «La nostra preoccupazione è fare in modo che nostro figlio sia al sicuro», ha sottolineato il padre Eric Fooks. Alex e la sua famiglia confidano nel fatto che tutto passi nel giro di qualche tempo, che la Rete si dimentichi pian piano di #AlexFromTarget. Sarà così. In attesa che arrivi il prossimo – inevitabile – «fenomeno virale».

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