image_pdfVersione PDFimage_printStampa

Premessa: l’uomo come animale sociale

L’uomo è per natura un animale sociale, e – come diceva Aristotele – vive con il costante bisogno di confronto e di rapporto. La condivisione di esperienze, eventi sociali, rivoluzioni culturali e avvenimenti storici influiscono sulla formazione della personalità, delle attitudini e dei valori degli individui, e determinano i tratti fondamentali di una generazione. Con questo articolo andiamo brevemente a indagare le motivazioni secondo cui lo stesso bisogno avvertito da persone di età diverse venga colmato dai social network. Partiamo da un assunto: nel mondo odierno convivono sulle piattaforme sociali 3 diverse generazioni, ovvero i Baby Boomer, i Millennials e la Generazione Z: sono spesso presenti su tutte le piattaforme di tendenza (Facebook, Instagram e TikTok), ma allo stesso tempo preferiscono esprimersi intensivamente su quella che più li rappresenta.

Facebook

Il mondo dei Baby Boomer e del “Buongiornissimo caffè”. Originaariamente locazione ideale per testi lunghi e petulanti che creavano apparente socialità, ma non evasione da un mondo già pesante di per sé. Attualmente, “sfogatoio” digitale, social inutilizzabile e poco utilizzato dai giovani, poiché privo di contenuti interessanti tali da valer la pena frequentarlo. Il nonnismo soffoca la libertà d’espressione e pesa sulle nuove correnti di pensiero che preferiscono un ambiente più liberale. Nota positiva? Ricorda i compleanni.

Instagram

È la terra di mezzo. Tutte le generazioni confluiscono lì, ma è per definizione lo spazio dei Millennials. È il social in cui prevale la comunicazione fotografica d’impatto ed è sede di ostentazione della perfezione. Si apre l’App e si viene travolti da un’ondata di tossica finzione, nella quale l’immagine che si mostra di sé conta più di ciò che si è realmente.

TikTok

È la piattaforma di chi è nato con lo smartphone in tasca, con la rivoluzione in testa e con la voce più forte degli altri: i nativi digitali comunemente chiamati Gen Z. È il rifugio sicuro dove ogni ragazzo può esprimere sé stesso e i propri talenti senza paura del giudizio. Su TikTok si condividono valori in cui credere, sperare e sognare. Un social di mentalità aperta, dove si premia l’imperfezione e per certi versi si esaltano i difetti.

Social: opportunità e problemi

Abbiamo sottolineato i tratti distintivi di queste piattaforme, ora indaghiamone le criticità. Viviamo in una società molto competitiva, dove esisti solo se gli altri si accorgono di te: per questo ognuno urla più forte che può, per autodeterminarsi anche a costo di danneggiare il prossimo. La pressione sociale è molto sentita, tanto che si viene a creare un collasso epistemico, urlando per noi e contro gli altri, schiacciando i più deboli: opprimere un utente online non limita i danni su di esso offline, ma anzi può generare disturbi alimentari, ansia, depressione, rifiuto di esprimersi.

Più è ampia la libertà di espressione, più abbiamo la sensazione di poterci esprimere anche attaccando aggressivamente, e così facendo limitiamo il diritto alla altrui diversità e – implicitamente – promuoviamo l’omologazione. I social, mezzo di espressione potentissimo, costituiscono anche un’arma letale in mano a chi è in disaccordo con un’idea, il quale non si limita a esprimere il proprio pensiero, ma scredita quello altrui denigrando pubblicamente anche la persona che l’ha espresso.

Conclusioni

Dal punto di vista dei Millennials e della Gen Z, Facebook è inutilizzabile, Instagram nonostante i difetti e l’ostentazione della perfezione rimane il social più gettonato, e TikTok il più liberale e in ascesa. Siamo animali sociali che hanno bisogno di credere in qualcosa per vivere: i giovani credono nei Social come strumento per avvicinarsi in qualche modo  a ciò che non hanno. Ammettiamolo: tutti gli stereotipi irraggiungibili creano disagi e insicurezze, ma vedere vite perfette – anche se è chiaro che non rispecchiano la realtà – ti fanno fluttuare in quella bolla di irrealismo sottilmente piacevole, che rappresenta l’evasione da una giornata No, e ti fa sognare di poter vivere, prima o poi, una vita alla Chiara Ferragni.

image_pdfVersione PDFimage_printStampa