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Gli utenti del social network in voga tra i più giovani, riferisce il New York Times, si sono registrati in massa all’evento “per fare uno scherzo” facendo prevedere agli organizzatori una grande affluenza, per poi non presentarsi. E hanno incoraggiato i loro follower a fare altrettanto

Non si sa quanto seriamente, il New York Times scrive che dietro il parziale insuccesso della kermesse di Donald Trump a Tulsa in Oklahoma, ci potrebbero essere almeno in parte anche centinaia di utenti adolescenti di TikTok e fan del K-pop, il pop coreano.

Così i ragazzini su TikTok hanno boicottato Trump a Tulsa

Gli utenti del social network in voga tra i più giovani, riferisce il New York Times, si sono registrati in massa all’evento “per fare uno scherzo” facendo prevedere agli organizzatori una grande affluenza, per poi non presentarsi, e hanno incoraggiato i loro follower a fare altrettanto. La tendenza si è rapidamente diffusa su Tik Tok, con i video in questione che hanno totalizzato milioni di visualizzazioni. A invitare a prenotare biglietti per poi non andare all’appuntamento elettorale anche i fans del K-Pop. Nella ricostruzione del NYT si ricorda che Brad Parscale, a capo del comitato per la rielezione di TheDonald, ha scritto lunedì su Twitter che c’era oltre un milione di richieste di biglietti, tanto da rendere necessario programmare eventi fuori dall’arena per consentire a tutti di partecipare.

donald trump tulsa

Gli utenti di TikTok e i fan dei gruppi di musica pop coreana hanno affermato di aver prenotato centinaia di migliaia di biglietti per il raduno . Dopo che l’account ufficiale della campagna Trump @TeamTrump ha pubblicato un tweet in cui chiedeva ai sostenitori di registrarsi per biglietti gratuiti utilizzando i loro telefoni l’11 giugno, gli account dei fan di K-pop hanno iniziato a condividere le informazioni con i follower, incoraggiandoli a registrarsi per l’appuntamento e poi dare buca. Anche la CNN aveva parlato nei giorni scorsi, ma un video in cui una donna aveva raccontato di aver prenotato ma di non avere intenzione di andare è stato reso privato sul social network cinese. Lo YouTuber Elijah Daniel ha confermato la storia, sostenendo però che molti utenti hanno cancellato i loro post dopo 24 a 48 ore per nascondere il loro piano: “La maggior parte delle persone che li ha creati li ha cancellati dopo il primo giorno perché non volevamo che la campagna di Trump se ne accorgesse”, ha dichiarato Daniel.

Tik Tok ha battuto Trump a Tulsa?

Mary Jo Laupp, 51enne di Fort Dodge nell’Iowa ha pubblicato un video invitando a prenotare per l’appuntamento elettorale di Trump che è diventato virale con più di 700mila mipiace e 2 milioni di visualizzazioni. Secondo lei almeno 17mila biglietti sono stati prenotati e alcune persone l’hanno contattata per farle sapere che anche altri avevano fatto la stessa cosa.

https://www.tiktok.com/@maryjolaupp/video/6837311838640803078

Erin Hoffman, diciottenne che abita nello stato di New York, ha dichiarato di aver appreso da un amico su Instagram la campagna sui social media e di averla diffusa su Snapchat, ricevendo in cambio annunci di prenotazione di biglietti da parte dei suoi followers. Anche Mary Garcia, studentessa della California, ha dichiarato di aver utilizzato un numero Google Voice per iscriversi alla manifestazione, ma anche due delle sue amiche che si sono iscritte hanno utilizzato i loro numeri reali ed avevano ricevuto messaggi dalla campagna di Trump.

A saldare il tutto sarebbe intervenuto anche il gruppo di hacker Anonymous. L’ipotesi del complotto globale sembra, però, solo parte della spiegazione, spiega l’agenzia di stampa AGI. Negli Stati Uniti il sistema della partecipazione ai comizi + semplice: si prenotano on line i biglietti, che sono gratuiti ma possono anche costare dai 15 ai 40 dollari, e non vanno a esaurimento. Nell’arena, o nello stadio, entra chi arriva prima. Migliaia di persone, in passato, sono rimaste fuori dai comizi di Trump. Davanti a centinaia di migliaia di prenotazioni fantasma, una parte dei fan veri avrebbe dovuto trovare accesso con più facilità. Invece non c’era quasi nessuno neanche per strada. Nel pomeriggio gli organizzatori hanno lanciato l’appello per dire che c’era ancora posto, ma non è arrivato nessuno, nonostante Tulsa e Oklahoma siano feudi trumpiani. Non sarà un evento come Tulsa a cambiare la storia delle elezioni americane, dove Trump è strafavorito. Ma quella del trolling forse sì.

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