image_pdfVersione PDFimage_printStampa

Negli Stati Uniti, nel contesto della campagna elettorale per le elezioni di metà mandato di novembre, i legislatori e le autorità di regolamentazione sono tornati ad accusare TikTok di essere una minaccia per la privacy dei cittadini e la sicurezza nazionale del paese. L’amministrazione del presidente Joe Biden starebbe lavorando a delle misure per risolvere il problema, la cui esatta portata rimane è ancora poco chiara, al pari degli obiettivi dei futuri provvedimenti. TikTok, controllata dal gigante tecnologico cinese Bytedance, conta più di un miliardo di utenti a livello globale, di cui circa 135 milioni negli Stati Uniti. Negli ultimi due anni diversi politici, tra cui l’ex presidente statunitense Donald Trump, hanno avvertito della possibilità che il governo cinese possa usare l’app per raccogliere dati sui cittadini o lanciare operazioni per influenzare la società.

Alla fine del 2019 e all’inizio del 2020 l’esercito statunitense ha vietato ai suoi membri l’uso di TikTok, così come la Transportation security administration – l’ente che si occupa della sicurezza dei mezzi di trasporto – e altre agenzie federali. Il mese scorso, il responsabile amministrativo della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha consigliato ai deputati di non installare l’app. Poco prima, il 17 giugno, BuzzFeed News ha riportato in un’inchiesta che i dipendenti di ByteDance hanno accesso ai dati degli utenti statunitensi di TikTok in alcuni contesti. Ma per i cittadini comuni, gli avvertimenti delle autorità hanno continuato a essere vaghi e inconsistenti, sottolineando la poco chiarezza delle preoccupazioni dei legislatori.

A fronte dell’enorme bacino di utenti, TikTok è senza dubbio una potenziale fonte di una grande quantità di dati personali che, come accade per altre piattaforme, potrebbero essere sfruttati per diffondere disinformazione o promuovere operazioni di influenza. Ma il motivo per cui TikTok è diventato oggetto di attenzioni particolari è meno chiaro. Attualmente è già possibile acquistare o acquisire una notevole mole di dati sensibili relativi a persone che vivono negli Stati Uniti in vari modi, attraverso altre piattaforme pubbliche di social media, l’industria del marketing digitale, i broker di dati e i leak. Già da molto prima dell’ascesa di TikTok, poi, la Cina era già nota sulla scena mondiale per aver rubato enormi quantità di dati su americani e altri soggetti da governi e aziende di tutto il mondo. Le contromisure di Biden e Trump

Secondo un rapporto pubblicato venerdì 2 settembre da Semaforl’amministrazione Biden sta preparando una serie di ordini esecutivi per affrontare il problema di TikTok e quello più generale dell’accesso del settore tecnologico cinese ai dati degli americani. Secondo il rapporto, le azioni della Casa Bianca potrebbero prevedere una riduzione significativa degli investimenti statunitensi in Cina, mentre altre possibili misure potrebbero limitare la vendita di tecnologia a clienti cinesi e i dati  sui cittadini statunitensi che le aziende tecnologiche cinesi possono raccogliere.

Queste misure sarebbero meno drastiche rispetto all’approccio a TikTok adottato dal predecessore di Biden, ma avrebbero una portata e una serie di potenziali ramificazioni più ampie. Negli ultimi mesi dell’amministrazione Trump, la Casa Bianca ha tentato di bloccare TikTok sugli app store statunitensi se ByteDance non avesse accettato di vendere la società a un’azienda con sede negli Stati Uniti. Sebbene la mossa sia fallita, TikTok ha preso provvedimenti per allontanarsi dai suoi proprietari cinesi e a giugno ha annunciato che tutto il traffico degli utenti statunitensi sarebbe stato indirizzato negli Stati Uniti. L’azienda è tuttora al lavoro per eliminare tutti i dati degli utenti dai propri server e operare il passaggio al cloud di Oracle.

Il punto è che TikTok è usato da un sacco di gente – spiega Rui Zhong, ricercatrice del Kissinger Institute on China and the United States. –. L’amministrazione Trump ha cercato di vietare anche WeChat, che oltre a essere una piattaforma di comunicazione è anche una piattaforma tecnologica che raccoglie una grande quantità di dati, più di TikTok. Ma negli Stati Uniti WeChat è usato quasi esclusivamente dagli immigrati cinesi, mentre TikTok è estremamente popolare anche tra gli americani“.

Zhong aggiunge che, se da un punto di vista della sicurezza nazionale degli Stati Uniti è importante riconoscere le possibili minacce, non ci sono abbastanza informazioni su possibili rischi concreti. Sembra che le autorità statunitensi non abbiano ancora mostrato, almeno pubblicamente, una prova incontrovertibile che dimostri l’urgenza della minacciaI dubbi dei legislatori americani e le risposte di TikTok

Il 24 giugno, pochi giorni dopo la pubblicazione dell’inchiesta di BuzzFeed, un gruppo di senatori repubblicani ha inviato una lettera al Segretario del Tesoro Janet Yellen “per chiedere delucidazioni sulla risposta tardiva da parte dell’amministrazione Biden ai rischi per la sicurezza nazionale e la privacy posti da TikTok“. Il 28 giugno, un altro gruppo di nove senatori repubblicani ha inviato una lettera all’amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew, chiedendo informazioni sulle pratiche di gestione dei dati dell’azienda e sul rapporto con ByteDance, dal momento che l’azienda ha sempre sostenuto di non condividere i dati degli utenti statunitensi con il governo cinese.

In una serie di risposte fornite quest’estate ad alcuni senatori e agli utenti statunitensi, TikTok ha ribadito con fermezza che non condivide e non condividerà mai i dati degli utenti statunitensi con il governo cinese, aggiungendo di essere un’entità separata con sede negli Stati Uniti, soggetta alle leggi del paese. L’azienda non riporta pubblicamente le richieste di dati da parte dei governi, ma pubblica due volte l’anno un rapporto sulle richieste di rimozione di contenuti arrivate dai governi. Quest’ultimo documento mostra che l’azienda non ha mai soddisfatto una richiesta di rimozione proveniente dalla Cina.

In definitiva, però, TikTok è ancora di proprietà di ByteDance. E alcuni dipendenti di ByteDance possono accedere ai dati degli utenti di TikTok. Questo significa che anche il Partito comunista cinese al potere può accedere ai loro dati? Nella sua risposta del 30 giugno ai senatori repubblicani, Chew ha dichiarato che “i dipendenti al di fuori degli Stati Uniti, compresi quelli che vivono in Cina, possono accedere ai dati degli utenti statunitensi di TikTok a seguito di una serie di severi controlli di cybersicurezza e protocolli di approvazione delle autorizzazioni supervisionati dal nostro team di sicurezza, che ha sede negli Stati Uniti“. Da tempo, Chew e TikTok sostengono di non avere “mai fornito dati di utenti statunitensi al Partito comunista cinese, e che non lo faremmo nemmeno a fronte di una richiesta”. Quando Wired US ha chiesto a TikTok come queste affermazioni si conciliassero con il fatto che ByteDance ha effettivamente dell’accesso ai dati e che potrebbe essere costretta a disporne dalla legge cinese, la portavoce delle piattaforma Maureen Shanahan ha spiegato che TikTok è [un servizio, ndr] erogato negli Stati Uniti da TikTok Inc. una società costituita in California e soggetta alle leggi e ai regolamenti statunitensi“.Armi impari

Tuttavia, rimane da capire se TikTok sia effettivamente una minaccia specifica per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti o semplicemente uno strumento usato dai legislatori del paese per affrontare questioni più generali legate a sicurezza e privacy dei dati, disinformazione, moderazione dei contenuti e condizionamento delle società in un mercato tecnologico globalizzato.

Ci sono sicuramente segnali che indicano che gli sforzi di influenza cinese sono destinati a crescere e siano legati alla più ampia strategia del governo cinese in materia di autoritarismo digitale – sottolinea Kian Vesteinsson, analista del think tank no-profit sui diritti digitali Freedom House –. Ma è importante riconoscere che anche il governo degli Stati Uniti ha autorità di sorveglianza della sicurezza nazionale ambigue. Negli ultimi anni, le agenzie governative statunitensi hanno monitorato gli account dei social media di persone che coordinavano le proteste negli Stati Uniti e hanno effettuato perquisizioni di dispositivi elettronici in tutto il paese e al confine. Questo tipo di tattica mina l’idea che si tratti solo di una minaccia straniera“.

C’è poi una questione legata a un possibile squilibrio di potere. Per governo cinese, la popolarità e la diffusione della piattaforma all’interno degli Stati Uniti potrebbe renderla uno strumento per estrarre i dati degli utenti statunitensi e lanciare operazioni di influenza nel paese. Di contro. è possibile che il governo statunitense ritenga di non disporre di un meccanismo analogo attraverso il quale poter attingere direttamente ai dati degli utenti cinesi e cercare di influenzare l’opinione pubblica cinese.

Supponiamo per un attimo che l’intelligence statunitense abbia accesso a WeChat. Dovrebbe faticare per ottenerlo e sarebbe costantemente a rischio di essere scoperta e neutralizzata. La Cina, invece, non deve faticare per avere accesso a TikTok: lo ha per legge – spiega Jake Williams, direttore dell’intelligence sulle minacce informatiche della società di sicurezza Scythe ed ex hacker della National security agency –. Di per sé, non credo che la presenza dell’app di TikTok sui dispositivi delle persone rappresenti una minaccia significativa, ma la possibile raccolta dei dati da parte della Cina attraverso la piattaforma rappresenta una preoccupazione maggiore, soprattutto se combinata con gli altri dati già acquisiti da attori statali cinesi“.

Data la sua immensa popolarità, la sua proprietà e il fatto che la maggior parte delle attività di TikTok sono per natura pubbliche, non esiste una soluzione tecnica chiara per escludere la Cina dal servizio. La questione è se il governo degli Stati Uniti abbia o meno intenzione di progettare una soluzione commerciale o incentivare lo sviluppo di una piattaforma alternativa. Tuttavia, le violazioni della privacy, i problemi di sicurezza e le operazioni di influenza straniera contro i residenti negli Stati Uniti attraverso i social media sono problemi che il governo statunitense non ha ancora risolto. E né i divieti tecnologici né la contro-sorveglianza risolveranno la questione.

Gli Stati Uniti dovrebbero dare il buon esempio – chiosa Vesteinsson di Freedom House –. Quando parliamo di espandere i poteri di sorveglianza del governo statunitense, diamo un pessimo esempio ai governi di tutto il mondo“.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

image_pdfVersione PDFimage_printStampa