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Le politiche Esg (Environmenta, Social & Corporate Governance) sono, dopo la cybersecurity, la priorità per le aziende a livello mondiale. È quanto emerge dall’ultimo Emerging Risks Monitor Report di Gartner – il sondaggio ha visto protagonisti 153 dirigenti senior nel secondo trimestre 2021 – secondo cui le pressioni normative stanno impattando sulla riclassificazione.

“I dati del sondaggio riflettono in parte un punto di svolta globale. Le politiche passano da volontarie a obbligatorie e il fatto che siano balzate nella parte alta della classificazione delle preoccupazioni suggerisce che molte organizzazioni potrebbero passare all’azione in tempi brevi”, commenta Matt Shinkman, vicepresidente di Gartner Risk and Audit Practice.

I requisiti normativi Esg si piazzano al secondo posto nel secondo trimestre per la prima volta: nella rilevazione a fine marzo non figuravano fra le prime cinque voci in classifica. Resta in testa la cybersecurity: il rischio di attacchi informatici viene considerata la priorità anche a seguito dell’inasprimento del cybercrime.

La pressione degli investitori sulle politiche Esg non è nuova per i dirigenti, ma le norme si stanno facendo sempre più stringenti in molti Stati e alcuni obblighi stanno man mano entrando in vigore.  Il Regno Unito è il primo paese a richiedere alle aziende di riferire sui cambiamenti climatici e l’Ue ha adottato un sistema di classificazione universale. “Le organizzazioni dovranno probabilmente affrontare un mosaico di requisiti fino a quando non emergeranno standard globali chiari”, evidenzia Gartner.

Sebbene i requisiti normativi Esg rappresentino una sfida per i dirigenti e le organizzazioni, a differenza di molti altri rischi “ad alta velocità” – come i fallimenti del controllo della sicurezza informatica – l’Esg è un “rischio” che si muove più lentamente. Ciò offre alle organizzazioni proattive e ai loro team di gestione del rischio aziendale (Erm) la possibilità di trasformare quest’area di rischio in un’opportunità organizzativa. I dirigenti senior intervistati nell’ultimo sondaggio hanno concordato su questa linea, classificando il rischio normativo Esg come il secondo rischio più praticabile da considerare come un’opportunità.

“Esg può essere un’area stimolante e amorfa con cui i team Erm possono impegnarsi pienamente”, evidenzia Shinkman. “Esg può presentare alle organizzazioni e ai loro team Erm opportunità legate all’essere tra i primi a muoversi, potenzialmente attraendo nuovi investitori e riducendo il costo del capitale”.

Shinkman raccomanda ai team Erm il coordinamento tra le funzioni di assicurazione e delle relazioni con gli investitori per identificare le lacune nelle attività di gestione del rischio legate ai fattori Esg. Una recente ricerca di Gartner ha evidenziato un potenziale divario, mostrando che solo l’8% delle metriche Esg di riferimento tra le società S&P 500 riguardava problemi di governance.

Pur continuando a coinvolgere e monitorare le aspettative degli stakeholder per le divulgazioni Esg, Shinkman sottolinea che le organizzazioni dovrebbero cercare opportunità per diventare i primi ad adottare misure come il reporting di sostenibilità.

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