Le industrie di big tech come quelle di big tobacco regolamentate dopo lunghe battaglie? E’ quello che chiede Frances Haugen, la ex product manager di Facebook che ha denunciato davanti al Parlamento Usa le scelte nocive sul piano politico e sociale del gruppo di Mark Zuckerberg. Ed è quello che promette Richard Blumenthal, il senatore democratico capo della commissione che l’ha ascoltata: uno che se ne intende, visto che qualche decennio fa, da procuratore generale del Connecticut, fu tra i protagonisti della battaglia contro le «corazzate del fumo». Facebook è sotto processo politico, mediatico e anche giudiziario da anni, e non è cambiato nulla. Che c’è di diverso ora? Ci sono novità importanti: la maggior competenza sulla tecnologica e la determinazione dei parlamentari non solo democratici ma anche repubblicani; il presidente Biden, poi, ha messo alla guida degli organismi federali di controllo personaggi molto risoluti; soprattutto, a differenza dei protagonisti delle denunce del passato, la Haugen ha formulato denunce ben definite e ha reso pubblici documenti interni dai quali emerge la consapevolezza di Facebook di gestire business dannosi per i giovani. E le industrie del tabacco, ricorda Blumenthal, caddero proprio sulla loro consapevolezza dei gravi effetti del fumo. Ormai, poi, anche Facebook, sfiancata dagli attacchi, chiede (a parole) norme certe. Tutto vero, ma gli stessi senatori decisi a regolamentare avvertono che i lobbisti di big tech stanno lavorando a pancia bassa per sventare ogni intervento incisivo. La Silicon Valley mantiene tre grossi vantaggi: risorse infinite avendo accumulato centinaia di miliardi di profitti. Ha in mano il futuro mentre, anche se supererà le divisioni, la politica regolerà il passato o, al massimo, il presente. E poi solo queste aziende hanno i dati di tutto ciò che accade in Rete. E non li rendono pubblici. I limiti al fumo arrivarono perché si sapeva dei danni del catrame e della nicotina, dell’inefficacia dei filtri. Le cinture di sicurezza furono imposte all’industria dell’auto in base ai numeri del risparmio potenziale di vite umane. Big tech rende noti solo i dati di suo interesse. Ora senatori dei due partiti vogliono usare i poteri giudiziari del Congresso per obbligare Facebook a consegnare almeno parte delle sue analisi. Un primo passo.
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