Il Jova Beach Party del 2019 fu al centro di polemiche e contenziosi per avere scelto luoghi preziosi, ricchi di avifauna anche rara, come il fratino.
Vennero tagliati alberi per fare posto alle aree destinate al concerto e i fenicotteri rosa vennero disorientati perché in fuga dai decibel sprigionati dal concerto di Jovanotti a Lido degli Estensi.
Il fenicottero rosa è molto esigente, più fragile di quanto i numeri raggiunti dalle sue colonie lascino pensare. Una leggerezza non da poco: il territorio del parco del Delta del Po è il loro sito principale qui, e gli studi passano da questi accorgimenti. Il silenzio totale dell’Ente parco aveva deluso molto. Già a Roma, avevano costretto il cantante a cambiare location perché in prossimità del sito sensibile di Torre Flavia di Ladispoli.
In tutto ciò il Jova Beach Party 2019 si era svolto in zona situata nell’unico punto della costa regionale che non è in erosione. Una zona completamente priva di stabilimenti balneari e qualsivoglia costruzioni, antiche dune con vegetazione pregiata (tra cui rare orchidee) ed un ampio terreno sabbioso che, secondo i biologi, si potrebbe destinare a rinaturalizzazione. Una specifica zona in cui nidificano i Fratini, piccoli uccelli che nel periodo estivo sono molto numerosi con i piccoli nati da poco ancora non perfettamente in grado di volare. Ma abbiamo anche i nostri gabbiani già provati dalla stagione balneare, il gabbiano Nordico, quello Zafferano. Il gabbiano Corallino e quello Rosa, non dobbiamo dimenticare l’enorme valore che hanno queste specie animali e che rendono unici nel mondo i nostri territori”.
Dopo il duro attacco degli ambientalisti e delle associazioni animalista, Jovanotti ha definito l’ambientalismo «più inquinato della fogna di Nuova Delhi, pieno di cialtroneria e narcisismo”.
VERGOGNOSO È STATO IL SILENZIO DEL WWF, che ha collaborato e sostenuto l’evento.
Anche quest’anno vi sarà il Jova Beach Party, ma quest’anno in nome “dell’ambiente”: un “green concert”. Talmente “green” che proprio per volere del suo ideatore di lasciare “l’ambiente meglio di come lo si è trovato” , la nuova edizione del Jova beach party ha un ambizioso progetto ambientale che prende vita in parallelo. Si chiama Ri-Party-Amo, ha già raccolto 3 milioni di euro di donazioni e si fonda su tre capisaldi: la pulizia delle spiagge, progetti di ricostruzione naturale e attività di educazione, sia nelle università sia nelle scuole, che coinvolgeranno le generazioni più giovani.
“E’ il più grande progetto di recupero e ripristino di aree ecologiche problematiche mai fatto in Italia nella storia – ha detto il cantante davanti alla platea di studenti dell’Università Bicocca di Milano – l’idea che una cosa del genere sia resa possibile dalla cosa più effimera che c’è, un concerto, una festona in spiaggia, mi fa piacere e non per meriti specifici perché il mio unico merito è quello di emozionare la gente con un mio concerto. Tutto il resto fa parte della mia responsabilità di cittadino”.
Il progetto, nato dalla collaborazione con una istituzione finanziaria come Intesa Sanpaolo e una in campo ambientale come il WWF Italia, sta raccogliendo milioni di euro che saranno utilizzati per pulire 20 milioni di metri quadri spiagge, laghi, fiumi e fondali; per realizzare sei macro azioni di ripristino degli habitat; organizzare otto incontri nelle università italiane e numerosi workshop nelle scuole capaci di coinvolgere un totale di 100.000 studenti.
Talmente “green” che riduce al minimo l’impatto ambientale a partire dall’assenza di bottigliette di plastica, distribuendo l’acqua in “ecologissime” lattine di alluminio e bicchieri di carta completamente compostabili.
Talmente “green” che a Marina di Ravenna più di 65 metri lineari di piante di tamerici, alte oltre quattro metri, compreso un grande albero al termine del filare, presenti da almeno qualche decennio tra il bagno Ulisse e la zona della sede dell’Associazione Nazionale dei Marinai d’Italia, sono stati rasi al suolo per l’evento di Jovanotti.
Eppure ad aprile di quest’anno Maurizio Salvadori, amministratore delegato di Trident Music la società che produce e organizza il Jova Beach Party, aveva dichiarato: “Sgradevole strumentalizzazione. Il Jova Beach Party è realizzato solo in aree esistenti, già meta costante di un grande numero di persone e con la presenza di strutture per bagnanti e turisti. Non modifica le aree ma anzi le valorizza. Il Jova Beach Party viene realizzato solo in aree meta del turismo di massa”.
Eppure il taglio di alberi è una modificazione del territorio non di poco conto.
Per queste critiche, Jovanotti ha risposto deridendo gli ambientalisti.
“Non comprendiamo come Jovanotti, che ha voluto dimostrare più volte la sua sensibilità per i temi dell’ambiente, insista nel voler portare migliaia di persone, veicoli, frastuoni, logistica, in luoghi naturali. I grandi concerti vanno fatti negli stadi proprio nel rispetto degli animali e dell’ambiente” – disse il Presidente dell’OIPA Massimo Comparotto, sottolineando che, anche se antropizzati, i litorali restano il rifugio notturno dell’avifauna e, in vista di possibili concerti, l’ecosistema dei luoghi ne potrebbe risentire, soprattutto nel periodo di nidificazione che per molte specie si protrae fino alla fine dell’estate.
Inoltre in una recente intervista a Il Fatto Quotidiano, Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, da sempre vegetariano ha dichiarato: “Sono toscano, da bambino mi piacevano (le fiorentine). Ma da anni ho smesso di mangiarle per un motivo sentimentale. Ho un rifiuto quasi pregiudiziale nei confronti degli allevamenti intensivi: per me sono inaccettabili. Gli animali li conosciamo, sanno essere affettuosi, interagiscono con noi. Ma non sono un militante, sono un viandante che cerca nella propria vita di cambiare le proprie idee in base alle esperienze che fa”. Un concetto che Jovanotti ci tiene a chiarire bene: “Sono uno sperimentatore. Non faccio parte di alcuna categoria, se mi sento stretto mi viene voglia di ribellarmi. Per me il cibo è come la vita: si prende tutto e si sceglie il meglio, senza fare proselitismi. Il cibo è libertà”.
Belle parole, anche se ambigue: “non sono miltante”, o meglio avrebbe dovuto dire: “ho deciso di non esserlo più per convenienza”. Nel 2016 fu tra i firmatari sostenitore del SI’ al referendum popolare per fermare le trivelle nei nostri mari… Per non parlare del suo impegno esclusivamente “occidentale” per l’Africa. Oggi vuole fare il vegetariano senza impegno, contro gli allevamenti intensivi ma “senza fare proseliti”.
L’altro volto “green” del Jova Beach Party 2022 infatti è infatti un allevamento intensivo: Fileni spa.
“Abbiamo scelto di essere partner food del Jova Beach Party – spiega Roberta Fileni, AD e Vicepresidente Fileni – perché apprezziamo e condividiamo il grande impegno nel coniugare la buona musica con il rispetto per l’ambiente. Un rispetto che ci unisce profondamente e che noi di Fileni perseguiamo anche attraverso la certificazione B Corp che, primi al mondo nel settore delle carni, abbiamo ottenuto a riprova del nostro impegno a difesa del futuro. Se per molti, essere sostenibili è una scelta tra le tante, per noi è l’unica scelta possibile. Ogni giorno ci ispiriamo al principio del “siamo parte, non siamo tutto”, come recita il nostro Manifesto di Sostenibilità.”
A parlare cosi’ è un allevamento intensivo, che insieme agli altri allevamenti intensivi è tra i responsabili maggiori dell’attuale crisi ecologica, climatica e idrica. Il Gruppo Fileni è retail sponsor del Jova Beach Party 2022, definito da loro stessi come “l’evento che coniuga musica, ecologia e sostenibilità come valori portanti e protagonisti di questa estate”. Forse si continua a definire “green” perché Fileni è un’azienda leader nel mercato delle “carni biologiche”.
Detto questo forse dovremmo chiamarlo il “greenwashing concert” dell’anno.