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Di cosa stiamo parlando?

Il Fast Fashion è la disponibilità costante di nuovi stili a prezzi molto bassi che ha portato  ad un forte aumento della quantità di indumenti prodotti utilizzati e poi scartati.

Il consumatore finale vive una bulimica esigenza di acquistare, anche condizionato dai modelli proposti dagli influencer.

L’acquisto è favorito dal prezzo decisamente contenuto e alla portata di tutti.

L’Unione Europea aveva elaborato fin dal 2022 una nuova strategia per rendere i tessuti più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili: progettazione ecocompatibile,  informazione più chiara, un passaporto digitale per i prodotti.

Quali sono i punti di degrado delle risorse ambientali che questo modello di Fast Fashion provoca?

Consumo di acqua, impiego dei terreni adibiti alle coltivazioni del cotone, emissione diGas a effetto serra e di microplastiche.

Da fonti della Direzione Generale del Parlamento Europeo il settore tessile è stata la terza fonte di degrado delle risorse idriche e dell’uso del suolo.

Lo sapevate che per ogni cittadino della UE sono stati necessari in media 9 metri cubi di acqua, 400 metri quadrati di terreno e 391 chili di materie prime per fornire abiti e scarpe?

Un unico carico di bucato di abbigliamento in poliestere può comportare il rilascio di 700.000 fibre di microplastica che finiscono sia nella catena alimentare che nel fondo degli oceani.

E che dire del 10% delle emissioni globali di carbonio? Più del totale di tutti i voli Internazionali e del trasporto marittimo messi insieme!

Arriva la vecchia Europa!

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csddd), questo è il nome della Direttiva Europea di cui stiamo parlando, obbliga le aziende a controllare, gestire e minimizzare l’impatto negativo sull’ambiente e sui diritti umani.

La novità della legge è che questo processo dovrà coinvolgere i partners lungo tutta la catena del valore: fornitori, vendita, distribuzione, trasporto, stoccaggio e gestione dei rifiuti.

Sanzioni

Ci sarà una supervisione amministrativa da parte di ciascuno Stato attraverso una Autorità di vigilanza ed un meccanismo di responsabilità civile.

L’inadempimento alla normativa comporterà una sanzione fino al 5% del fatturato mondiale perché la legge si applica anche alle aziende che hanno sede fuori dalla UE se registrano un fatturato superiore a 450 milioni di euro all’anno, indipendentemente dal numero dei dipendenti.

Tempistiche

A partire dal 2027 le prime a doversi attrezzare saranno le imprese europee con più di 5.000 dipendenti ed un fatturato superiore ai 1.500 milioni di euro.

A partire dal 2028 sarà la volta delle imprese con oltre 3.000 dipendenti ed un fatturato superiore ai 900 milioni di euro e dal 2029 tutte le altre.

Come adeguarsi?

“Con un passaporto digitale”. Sarà una scheda scansionabile con un QR code che conterrà un grande numero di informazioni sul capo o accessorio per dimostrare di essere durevoli, riparabili, privi di sostanze nocive e realizzati nel rispetto dell’ambiente e dei diritti sociali.

L’obiettivo è quello di abbattere i rischi del green e del social washing.

La normativa contiene già alcune indicazioni importanti sul tipo di informazioni che i passaporti dovranno riportare, mentre si stanno definendo i campi-dati.

Se sono una PMI perché mi devo adeguare?

Iniziamo ad evidenziare il primo principio: i valori NON economici nelle aziende supportano la crescita sostenibile in coerenza con gli obiettivi comunitari.

Ma in concreto il comportamento virtuoso come giova all’azienda? Quale è il ritorno economico e ci potrà essere un ritorno economico?

Premesso che le PMI, se presenti nella catena di fornitura delle grandi imprese soggette a questi obblighi, saranno coinvolte in questo processo e potranno intercettare importanti risorse pubbliche e private grazie a strumenti finanziari ad hoc allineati, avranno in questo modo anche degli indici positivi per investitori, istituzionali e non, interessati a decarbonizzare i loro portafogli.

Né si dimentichi i concreti vantaggi per l’accesso al credito derivanti dall’adeguamento a tutta questa normativa.

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