Un progetto per il recupero dei fondi di caffè che risponde a due esigenze: trovare soluzioni innovative per lo smaltimento di uno dei più voluminosi rifiuti prodotti e contemporaneamente destinare ad altro fine una matrice organica che possiede diverse qualità riconosciute da numerosi studi.
Il progetto è stato realizzato da CDA (società che gestisce distributori automatici nel Veneto orientale e in Friuli) e prevede il recupero e il riutilizzo dei fondi di caffè trasformati in pellet come fonte energetica nelle stufe pirolitiche. Premiato in Italia con il Good Energy Award, nei mesi scorsi il progetto è stato scelto dal Ministero dello Sviluppo Economico tra le best practice italiane per l’Inventory of Business examples for sustainable and inclusive growth (esempi di crescita economica sostenibile ed inclusiva) ed è arrivato sul tavolo dei Ministri Economici l’8 ed il 9 giugno a Tsukuba durante il G20 del Giappone.
Il progetto è stato anche pubblicato sul sito del METI, il Ministero dell’Economia del Commercio e dell’Industria giapponese, come iniziativa innovativa e come esempio concreto di economia circolare.
Cosa c’è di nuovo
L’iniziativa – scelta per l’impatto sociale, economico, ambientale – risponde allo spirito del modello giapponese Sanpo-Yoshi che prevede benefici per tutti i soggetti coinvolti. In questo caso il produttore, il consumatore e la comunità.
Un esempio che conferma che non solo le grandi multinazionali ma anche le imprese di dimensioni più piccole possono ottenere riconoscimenti significativi…