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Gli ospiti di questa settimana sono Mauro Gazzelli e Shairin Sihabdeen di GratzUp, una start up nata per contribuire a risolvere il problema globale dell’accesso all’acqua sicura.
Ciao Mauro, Ciao Shairin, benvenuti sul mio blog. Ci spiegate come è nata l’idea alla base di GratzUp?
L’idea nasce nel 2014 con l’intento di risolvere, almeno in parte, una delle prime cause di mortalità infantile al mondo: l’acqua contaminata. Era sera, stavamo guardando un documentario in televisione sulle condizioni igienico-sanitarie in cui molte popolazioni si trovano costrette a vivere in diverse regioni nel mondo e ci siamo fermati a riflettere su come potevamo contribuire, nel nostro piccolo, alla soluzione del problema.  Ci sono infatti oltre 2 miliardi di persone, soprattutto bambini, che non hanno accesso a fonti di acqua pulita e rischiano di ammalarsi e morire di infezioni intestinali. Dall’invenzione di una speciale bottiglia che sterilizzava l’acqua e il suo contenitore, grazie ad un percorso di ricerca e sviluppo, GratzUp ha realizzato “G Plant”, l’innovativo e sostenibile impianto autonomo ad energia solare per la sterilizzazione dell’acqua su larga scala senza bisogno di filtri o sostanze chimiche, che sta per essere implementato in Rwanda. La tecnologia di GratzUp è in grado di sterilizzare così, in modo sicuro e semplice, grandi quantità di acqua basandosi sul principio scientifico che sta alla base del normale funzionamento di un’autoclave da laboratorio.
Con quali soggetti avete collaborato per avviare il progetto di ricerca?
Dal 2015, anno in cui abbiamo fondato GratzUp, la ricerca non si è mai fermata grazie al contributo di Università e centri di Ricerca e negli anni il progetto ha trovato il sostegno di investitori internazionali. L’incontro con Padre Patrice Nitrushwa nel 2017, un sacerdote rwandese che aveva vissuto per un periodo della sua vita in Italia, segna l’inizio dell’avventura in Rwanda, un Paese in cui il problema dell’accesso all’acqua potabile è particolarmente sentito.
A che punto è lo sviluppo del progetto in Rwanda?
Dopo aver avviato le prime relazioni con il governo rwandese, abbiamo firmato nel 2018 un memorandum col governo e la diocesi di Byumba con il supporto di Monsignor Servilien Nzakamwita, al fine di installare un sistema di sterilizzazione d’acqua su larga scala partendo da un progetto pilota che coinvolgesse un ospedale e una scuola, con un migliaio di utenti in tutto.
Un team di biologi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore monitorerà i risultati del test pilota che si svilupperà nelle prossime settimane.
Programmi per il futuro?
Al termine dell’implementazione del progetto in Rwanda è già pronto un piano di installazione su larga scala sul territorio rwandese ed in altri Paesi del continente africano e non solo. Stiamo infatti lavorando al fine di implementare nuovi impianti in Tanzania, Etiopia, Egitto e Indonesia.

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