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Il centro di ricerca nel North Carolina è già costato 500 milioni di dollari. L’obiettivo è promuovere una dieta salutare a base di vegetali e sviluppare farmaci e cure naturali. Coinvolte 12 università e grandi aziende agroindustriali. Il creatore, oggi novantenne, punta ad arrivare a 125 anni in buona salute
Il sogno è arrivare a vivere 125 anni. E se è il sogno di un ricco, forse si può realizzare. Anche se bisogna investire 500 milioni di dollari, coinvolgere 12 università e le maggiori aziende agroindustriali del pianeta. Il North Carolina Research Center di Kannapolis, un vecchio villaggio cotoniero a pochi chilometri da Charlotte, nel cuore sudista degli Usa, non è solo il sogno di David Murdock, il miliardario statunitense che l’ha finanziato, ma anche di qualsiasi studioso di scienze naturali e biologiche che si definisca tale. Murdock, che è originario dell’Ohio, ha scelto Kannapolis per costruire una biopoli, una sorta di bioscience valley, come la definisce Clyde Higgs – responsabile della commercializzazione delle scoperte realizzate dai ricercatori del centro – dedicata a dimostrare che una dieta a base di vegetali non solo allunga la vita ma potrebbe offrire anche una risposta ai maggiori mali contemporanei.
Una dimostrazione? La scoperta di TinChung Leung. Ricercatore della North Carolina Central University, Leung ha appena dimostrato che 10-gingerol, una fitomolecola contenuta nel ginseng, è in grado di interagire con il genoma umano attivando i geni che regolano la produzione dell’eritropoietina, l’ormone che stimola l’eritropoiesi, ovvero la produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo. “L’abbiamo immediatamente brevettata – conferma Higgs – Il progetto è quello di sviluppare un farmaco botanico che possa aiutare gli emofiliaci e alla lunga rendere le trasfusioni del sangue una cosa del passato”.
Il novantenne Murdock tra le cose del passato vorrebbe far finire anche la morte. Per ora si propone di arrivare a festeggiare il suo 125mo compleanno e di arrivarci in buona salute. E Kannapolis riveste un ruolo centrale nella realizzazione di quest’impresa. “Non è uno scienziato – afferma Higgs – ma è un uomo che sa quello che vuole e non bada a spese pur di raggiungere il suo obbiettivo”.
A giudicare dal mezzo miliardo di dollari che ha investito nella creazione del centro, Murdock fa le cose in grande. E’ andato personalmente in Toscana a scegliere il marmo di Carrara (125 tonnellate in tutto) per rivestire l’atrio del David H. Murdock Core Laboratory, l’edifico centrale del complesso in stile Georgiano che ospita il North Carolina Research Center. E lo ha dotato di macchinari unici nel loro genere, come uno spettografo nucleare di massa a risonanza magnetica da 950 Megahertz. Macchinari e innovazioni tecnologiche che sono a disposizione delle maggiori università della regione.
Se si trattasse solo del sogno d’un eccentrico riccone, non sarebbe una novità. Di facoltosi americani che si fatti un paradiso personale ce ne sono stati tanti. Gli Hearst si erano addirittura costruiti un castello nei pressi di San Simeone, in California, circondato da una vasta foresta che ospitava fauna e flora provenienti da tutti gli angoli del globo. Il caso di Murdock è diverso: non solo è riuscito a convincere 12 delle maggiori università della regione, come la Duke University, a creare dei loro avamposti a Kannapolis (e questo si potrebbe giustificare con il fatto che il mecenate mette a disposizone tutto a titolo gratuito), ma ha ottenuto anche che giganti dell’industria agricola come Monsanto e General Mills, e organismi federali di controllo come lo USDA, aprissero loro laboratori nel suo centro.
“Murdock è convinto che trovandosi uno accanto all’altro i ricercatori universitari e quelli delle aziende finiranno col lavorare assieme”, afferma Ken Gepfert, analista del Wall Street Journal passato di recente alla Luqire George Andrews Inc., una delle maggiori agenzie di comunicazione Usa. “E i primi risultati non si sono fatti attendere. Sfruttando le ricerche in metabolomica fatte dallo Human Performance Laboratory con i semi di chia, i funghi portobello e le banane, la Dole Fruit ha creato nuovi prodotti che saranno in commercio a partire dal prossimo autunno”.
Murdock, centesimo nella classifica degli americani più facoltosi con tre miliardi di dollari di patrimonio personale, dalla sua non ha solo il poter finanziare l’operazione ma anche l’essere azionista di maggioranza e chairman della Dole Food. E malgrado sia un personaggio difficile – non di rado rimprovera l’interlocutore per il suo aspetto fisico e ha un ego smisurato – il fatto che controlla il gigante della frutta e verdura statunitense ne fa uno di cui si deve tenere conto, se non altro perché  le sue decisioni condizionano le tendenze alimentari a livello planetario.
“Non ho mai avuto un capo in tutta la mia vita – ha dichiarato di recente Murdock al Times di Londra, che incuriosito dall’iniziativa dell’anziano miliardario aveva spedito un inviato  a Charlotte – Ho distrutto totalmente la capacità di chichessia di darmi ordini”.
Ma per quanto pubblicamente assuma l’atteggiamento del cowboy invincibile, Murdock alla decisione di promuovere un’alimentazione salutare e di favorire lo sviluppo di farmaci che trovino una giustificazione nel mondo biologico, ci è arrivato attraverso drammi personali. Una moglie persa per colpa del cancro delle ovaie. Un figlio annegato in piscina e un altro morto in uno schianto in macchina, ambedue a quanto pare afflitti da problemi di salute che hanno causato gli incidenti. Tutto questo lo ha convinto che una dieta più naturale, più genuina, li avrebbe aiutati a vivere più a lungo o almeno, nel caso della moglie, a soffrire meno.
La sua fissazione per l’alimentazione è così forte che adesso al quartier generale della Dole il vistatore invece di ascoltare la solita musica per ambienti può ricevere suggerimenti per l’alimentazione e ascoltare un notiziario sulla salute. Il cibo servito dalla mensa aziendale è gratuito e la palestra fatta costruire da Murdock all’interno dello stabilimento offre anche il personal trainer. Di fronte agli uffci di Westlake Village, la cittadina californiana dove la Dole Food ha il suo quartier generale, Murdock ha poi costruito il California Health and Longevity Institute, una combinazione tra la SPA, il centro medico e un ristorante d’alta classe, dove i clienti possono fare lo screening per il cancro e le analisi del colosterole, ma anche prendere lezioni di cucina salutare. Il centro, che ha anche un hotel annesso, dovrebbe essere un’impresa che genera profitti – nello spirito di unire la missione sociale con quella commerciale tipico di Murdock – ma nei fatti cura tutti coloro che si presentano praticamente gratis.
Quando Murdock cominciò a costruire Kannapolis molti credettero che si sarebbe trasformata in una cattedrale nel deserto, ma avevano fatti i conti senza Murdock. Il tenace miliardario riesce a fare offerte che non si possono rifiutare, come quella che ha convinto per esempio Mary Ann Lila, una delle maggiori esperte mondiali di mirtillo, a trasferirsi nella Carolina del Nord dalla University of Illinois di Chicago. Il vecchio miliardario ha dalla sua il vantaggio di aver costruito la sua creatura nelle vicinanze di Charlotte, una città la cui qualità della vita è tra le migliori d’America e che offre svaghi e intrattenimento in grado di attirare i migliori talenti internazionali. Non a caso il presidente Barack Obama ha deciso di tenere proprio qui la Convention che lo incoronerà per la seconda volta candidato democratico alla Casa Bianca.

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