Mark Zuckerberg, durante la presentazione dei risultati finanziari di Facebook, ha annunciato il lancio nei prossimi sei mesi «in diversi Paesi». Potrebbe riguardare anche l’Italia
Nei prossimi sei mesi «WhatsApp Pay sarà rilasciato in diversi Paesi». Sono le parole di Mark Zuckerberg, che durante la presentazione dei risultati finanziari, ha annunciato l’imminente arrivo del sistema di pagamento.
Sistema che Facebook sta testando in India, su un migliaio di utenti, già dal 2018. Nel 2019, una serie di problematiche normative ne hanno impedito il lancio in tutto il Paese. Adesso, però, è arrivato il momento di una mossa più globale. E WhatsApp Pay sembra veramente vicino ad un consistente roll out che potrebbe riguardare anche l’Italia.
Il test in India
«Nel 2018 – ha detto Zuckerberg – abbiamo ottenuto l’approvazione per testare WhatsApp Pay con un milione di persone in India. E così tante persone hanno continuato a usarlo settimana dopo settimana. Sono davvero entusiasta di questo, e mi aspetto che inizi a diffondersi in un certo numero di Paesi nei prossimi sei mesi».
Come funziona WhatsApp Pay
Il sistema di pagamento aggregato a WhatsApp è molto simile ad altri sistemi già in uso da tempo. Si basa su tecnologia UPI (Unified Payment Interface) Peer to Peer, piattaforma di pagamento che lavora in tempo reale, sviluppata da National Payments Corporation of India per facilitare le transazioni interbancarie.
In sostanza consente di effettuare pagamenti fra persone, ma anche di pagare nei siti di e-commerce che lo supportano. I pagamenti passano attraverso il proprio account WhatsApp che è legato a un conto corrente o a una carta di credito.
I dubbi su Libra
La notizia del lancio globale di WhatsApp Pay arriva a pochi giorni dall’ennesimo addio a Libra. La criptovaluta di Facebbok, che nei mesi scorsi aveva dovuto fare i conti col congedo dei maggiori sostenitori del progetto (da Paypal a Stripe, fino a eBay, Visa e Mastercard), ha incassato un altro colpo basso.
Stavolta è stata Vodafone a sfilarsi, facendo sapere che le risorse precedentemente destinate a Libra saranno destinate al suo consolidato servizio di pagamento digitale M-Pesa, che l’azienda intende espandere oltre le sei nazioni africane attualmente servite.
L’esempio WeChat
WhatsApp Pay, però, corre spedita. L’idea di Zuckerberg è quella di rendere l’app di messaggistica anche un sistema di pagamento. E un esempio molto concreto di quello che potrebbe essere già esiste.
WhatsApp Pay potrebbe somigliare molto alla sua omologa cinese WeChat. L’applicazione di proprietà della holding cinese Tencent è una spanna avanti a tutte le altre. WeChat in Cina è sinonimo di un successo digitale clamoroso. Nata come app per la messaggistica (proprio come WhatsApp), è stata trasformata in piattaforma per il business a 360 gradi.
Attraverso la app sono possibili non solo lo scambio di denaro fra privati (in modalità peer to peer), ma anche le transazioni finanziarie fra utente e aziende. I cinesi, tramite WeChat pagano le bollette, i biglietti del treno, le multe, gli acquisti che fanno online e anche il ristorante. Un esempio che Zuckerberg pare voglia seguire fino in fondo. E nei prossimi 6 mesi, lo scopriremo.