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Si è svolta recentemente a Milano la presentazione della video-inchiesta “Bio-On Unfair Game” che ha ripercorso le vicende travagliate di Bio-On, start-up italiana pioniera nella produzione di plastica biodegradabile al 100% senza impatto ambientale. La narrazione ha abbracciato l’epopea dell’azienda, dalla sua valutazione da capogiro – quasi 1,5 miliardi di euro in Borsa – al precipitoso declino seguito alla diffusione di dubbi sulla validità e sostenibilità del suo business model, che hanno generato una vera e propria tempesta finanziaria. In particolare, il fondo QCM in un video dichiarò senza mezzi termini che dietro a Bio-On c’era una scatola vuota e un progetto non sostenibile. Il processo è ancora in corso in questi mesi, ma in molti si interrogano su quale sia stata la verità. 

Paolo Galli, stretto collaboratore di Giulio Natta, premio Nobel per la chimica, ha difeso la credibilità scientifica dei brevetti di Bio-On. Le sue parole hanno ribadito il valore delle innovazioni portate dall’azienda nel campo dei materiali biodegradabili, sostenendo l’enorme errore strategico e ambientale che ha portato alla chiusura della start-up.

Alessandro Narducci ha offerto una testimonianza diretta sul senso di tradimento e contemporaneamente di speranza che ancora lega molti di coloro che avevano creduto in Bio-On. Dall’altra parte, l’avvocato Stefano Commodo ha annunciato azioni concrete a tutela degli investitori danneggiati, lanciando una notifica di interruzione di prescrizione a Consob e Borsa Italiana per mancata vigilanza sulla vicenda.

Luca Poma, esperto in gestione della reputazione e crisis management, ha messo in luce i meccanismi insidiosi delle campagne di black-PR volte al sabotaggio della reputazione aziendale. A suo giudizio, serve affrontare la vicenda attraverso una lettura critica sulle dinamiche che possono portare al discredito di innovazioni potenzialmente rivoluzionarie.

Marco Rivoira, noto imprenditore nel settore agro-alimentare, ha infine portato una testimonianza tangibile delle potenzialità concrete dei prodotti Bio-On, citando l’esempio di “ZeroPack”, frutto di una collaborazione che ha generato soluzioni di packaging completamente biodegradabili. 

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