Due ricercatori hanno comprato dei pacchetti di “dati di navigazione in forma anonima” per dimostrare quanto è facile risalire alle informazioni degli utenti
La coppia si è finta un’agenzia di marketing in cerca di grandi pacchetti di dati di navigazione in forma anonima, da fornire in pasto ai propri algoritmi di intelligenza artificiale per educarli a tracciare profili di consumatori quantomeno attendibili. Tanto le è bastato per riuscire a rivolgersi con successo a un data broker, un soggetto specializzato nell’acquisizione e nella rivendita di questi pacchetti di dati, dal quale ha acquisito un database di tre miliardi di url visitati nell’ultimo mese dai già citati tre milioni di utenti.
Per rimanere al sicuro da simili raccolte indiscriminate di dati dovrebbe essere sufficiente fare attenzione ai plugin installati sul proprio browser. Il database acquisito da Eckert e Dewes è stato infatti compilato a partire da una serie di strumenti del genere, uno dei quali — ironicamente — si chiama Web of Trust e offre protezione e anonimato nella navigazione Internet. Il plugin in questione è gratuito e, come molti altri della categoria, per mantenersi in attività vende proprio questo genere di informazioni al miglior offerente; i suoi tentativi di rendere anonime le cronologie acquisite però lasciano evidentemente a desiderare.