L’Unione europea è leader mondiale nell’azione per il clima, in quanto è riuscita a ridurre le emissioni del 31% a partire dal 1990 registrando, nel contempo, una crescita della propria economia di oltre il 60%. Con il Green Deal europeo, presentato nel dicembre 2019, l’UE ha puntato ancora più in alto per i propri obiettivi climatici, impegnandosi a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Tale obiettivo è diventato giuridicamente vincolante con l’adozione e l’entrata in vigore, nel luglio 2021, della normativa europea sul clima. Quest’ultima fissa inoltre un obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. L’UE ha comunicato il traguardo per il 2030 all’UNFCCC nel dicembre 2020, mediante la pubblicazione del suo contributo determinato a livello nazionale nell’ambito dell’accordo di Parigi. Al fine di rispettare questi impegni, nel luglio 2021 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte per rendere le politiche dell’UE in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti e fiscalità adatte a ridurre le emissioni nette di almeno il 55% entro il 2030.
La Commissione UE alla COP26
Dall’1 al 12 novembre la Commissione europea parteciperà alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la COP26, che si terrà a Glasgow, nel Regno Unito. L’1 e 2 novembre la presidente von der Leyen rappresenterà la Commissione al vertice mondiale dei leader che inaugura ufficialmente la COP26. Il vicepresidente esecutivo Frans Timmermans sarà a capo della squadra negoziale dell’UE. Anche la commissaria Kadri Simson parteciperà alla COP26; oltre 150 eventi collaterali avranno luogo presso il padiglione dell’UE.
L’obiettivo della Commissione sarà quello di esortare tutte le parti a rispettare gli impegni assunti nell’ambito dell’accordo di Parigi e a ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Incoraggeremo inoltre i paesi sviluppati a stanziare maggiori finanziamenti per il clima per raggiungere l’obiettivo di 100 miliardi di dollari concordato a Parigi, a cui l’UE contribuisce già per un valore in crescita di oltre 25 miliardi di dollari, e lavorare per mettere a punto il “Codice di Parigi”.
Nell’ambito dell’accordo di Parigi, 195 paesi hanno presentato contributi determinati a livello nazionale (NDC) che illustrano i loro obiettivi individuali in materia di riduzione delle emissioni. La somma di tali contributi dovrebbe garantire che il riscaldamento globale si attesti a un livello inferiore a 2°C e il più vicino possibile alla soglia di 1,5°C entro la fine del secolo. L’ultima relazione di sintesi dell’UNFCCC, pubblicata questo mese, mostra come gli NDC attuali non siano però in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi: ci stiamo pericolosamente avvicinando alla soglia dei 2,7°C, con effetti estremamente dannosi che ci pongono di fronte a una sfida decisiva.
Dal 2020 al 2025 i paesi sviluppati si sono impegnati a stanziare complessivamente 100 miliardi di dollari l’anno di finanziamenti internazionali per il clima per aiutare i paesi più vulnerabili e i piccoli Stati insulari, soprattutto negli sforzi di mitigazione e adattamento. L’UE è il principale donatore, con un contributo superiore a un quarto dell’obiettivo, e la presidente von der Leyen ha recentemente annunciato che l’UE metterà a disposizione ulteriori 4 miliardi di € dal proprio bilancio fino al 2027. Tuttavia, è necessario che anche altri partner intensifichino i propri sforzi per colmare l’attuale deficit, vicino ai 20 miliardi di dollari. I finanziamenti per il clima sono fondamentali per sostenere gli sforzi delle comunità vulnerabili che si ritrovano ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e per promuovere un’economia pulita.
A sei anni dalla sua adozione, l’UE porterà avanti i negoziati anche con altre parti nell’ambito della COP26 per perfezionare il “codice di Parigi”, con norme e procedure per l’attuazione dell’accordo di Parigi. In particolare, l’UE cerca un’intesa che garantisca l’integrità ambientale dei mercati globali del carbonio e che disciplini inoltre gli obblighi di trasparenza e comunicazione. Un mercato internazionale del carbonio efficiente può portare a ulteriori investimenti nella transizione verde e ad accelerare le riduzioni delle emissioni, garantendo efficienza in termini di costi.
Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo, ha dichiarato: “Sarà fondamentale trarre vantaggio dalla scienza, dal sostegno popolare e dall’intensa attenzione cui saremo sottoposti nelle prossime due settimane per compiere passi coraggiosi a favore dell’azione globale per il clima. Solo se lavoreremo insieme potremo proteggere il futuro dell’umanità sul nostro pianeta. Nelle ultime settimane ho collaborato con partner di ogni continente per gettare le basi dei colloqui futuri. Abbiamo tutti il dovere di agire subito, per perfezionare il codice dell’accordo di Parigi, accelerare le riduzioni delle emissioni e garantire i finanziamenti per il clima di cui il mondo ha bisogno.“
In vista dell’apertura della COP26, la Presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Il mondo è ora in gara per raggiungere zero emissioni entro la metà del secolo. Lavorando insieme possiamo uscirne tutti vincitori. Alla COP26 abbiamo il dovere di proteggere il nostro pianeta per le generazioni future. In Europa abbiamo tutti gli strumenti a disposizione per riuscire a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. A Glasgow esorterò gli altri leader mondiali a fare altrettanto, per innovare e investire in una nuova strategia di crescita più sostenibile, per prosperare e costruire società più sane, garantendo nel contempo un futuro migliore per il nostro pianeta.”
Durante il vertice del G20 a Roma, la von der Leyen ha ricordato che le venti maggiori economie lì presenti rappresentano l’80% delle emissioni mondiali. Per questo motivo gli impegni che verranno presi a Roma sui cambiamenti climatici saranno una sorta di pace-maker per la COP26. È essenziale, ricorda il capo dell’esecutivo, stabilire misure efficaci e credibili per la decarbonizzazione, con lo scopo di raggiungere l’obiettivo dello zero netto entro la metà del secolo, oltre a ridurre le emissioni in questo decennio.
Sempre nel corso del suo intervento al G20, la von der Leyen dichiara che la COP26, sul fronte europeo, riguarderà tre pilastri principali: l’ambizione nel raggiungere la soglia di 1,5 gradi, i finanziamenti per il clima e il regolamento sui mercati internazionali del carbonio. È fondamentale che i negoziati di Glasgow vertano su questi punti, chiarisce la Presidente dell’esecutivo.
Verranno inoltre lanciate nuove iniziative durante la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La prima, già recentemente accennata, in collaborazione con gli USA e altri 60 paesi, è il Global Methane Pledge. Con questo impegno, l’UE si prodiga a ridurre le emissioni di metano di almeno il 30% entro il 2030. La seconda azione riguarda, invece, un contributo finanziario di 1 miliardo di euro al Global Forest Pledge, includendo 250 milioni di euro per il bacino del Congo. La terza iniziativa che l’Unione è intenzionata a lanciare verte sull’innovazione. Difatti, quest’ultima è la chiave per combattere il cambiamento climatico e progredire verso un’economia circolare con procedure di produzione pulite e consumi più sostenibili, dimostrando che gli investimenti alle innovazioni verdi pagano. Per tali ragioni verrà lanciata durante la COP26 una partnership insieme a Bill Gates e al suo programma “Breakthrough Energy Catalyst“. In ultimo, è in cantiere un progetto che vede la collaborazione con Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia e Unione Europea, per avviare, insieme al Sudafrica, una Just Energy Transition. L’obiettivo è quello di sostenere il Sudafrica nell’eliminazione del carbone e dedicarsi sempre più rapidamente allo sviluppo delle energie rinnovabili.
Eventi UE a margine della COP26
Nel corso della conferenza, l’UE ospiterà oltre 150 eventi collaterali, sia nel proprio padiglione a Glasgow che in modalità virtuale. Gli eventi, organizzati da diversi paesi e organizzazioni a livello europeo e mondiale, affronteranno un ampio ventaglio di questioni connesse al clima, come la transizione energetica, i finanziamenti sostenibili, la ricerca e l’innovazione.
Fonte: Commissione europea, eprcomunicazione