Irlanda. Il successo dell’iniziativa dell’editor della sezione travel del quotidiano Irish Independent: c’è chi posta quello che pensa di fare a quarantena ultimata, chi racconta ciò che il viaggio rappresenta per lui
Forse più dei viaggi in realtà virtuale o aumentata, più delle applicazioni o delle esperienze a distanza, pur sempre incredibilmente coinvolgenti, può la suggestione. Meglio: la nostalgia, gli obiettivi, la memoria. Anzi: i sogni. Per questo Pól Ó Conghaile, un editor di viaggi che lavora per il quotidiano Irish Independent, ha lanciato un’operazione su Twitter. Racchiusa in un hashtag di successo che, da solo, dice tutto: #WhenWeTravelAgain. Quando torneremo a viaggiare, o quando viaggeremo ancora. E che sta spopolando sul social dell’uccellino. Mentre metà dell’umanità è chiusa in casa per le misure più o meno stringenti legate al contenimento del coronavirus – a quasi quattro miliardi di persone è chiesto (e in certi casi ordinato) di rimanere nelle proprie abitazioni e limitare al massimo gli spostamenti, autorizzati solo per questioni essenziali – il reporter ha immaginato una specie di riflessione collettiva in digitale. Sulle mete che vorremmo visitare per prime, una volta recuperata la libertà. Sul significato intimo di “viaggiare”. Ma anche un modo per respirare, almeno per un attimo, dalla cascata di angoscianti notizie su Covid-19.
“Trovo molto difficile osservare la natura da uno schermo e sono sovraccarico, come tutti, dalla mole di notizie sul coronavirus” ha spiegato a Lonely Planet. “Così un giorno ho fatto una passeggiata per schiarirmi le idee e ho iniziato a pensare a dove vorrei andare quando tutto sarà finito. Mi ha fatto sentire bene, e così ho deciso di condividere l’idea”. Uno spunto semplice ma di successo. Basta scorrere i contenuti pubblicati su Twitter sotto quell’hashtag per godere di un incredibile giro del mondo non solo fra le destinazioni dei sogni delle persone, spesso meno esotiche di quanto si pensi, ma anche nelle loro menti e nei loro pensieri. C’è chi vorrebbe farsi una birra di fronte al selciato del gigante, un affioramento roccioso molto particolare in Irlanda del Nord, a pochi chilometri da Bushmills, composto da 40mila colonne basaltiche di origine vulcanica e intorno al quale ruotano storie e leggende. Oppure chi condivide vecchie foto di viaggio, dai bambini indiani agli avvolgenti tramonti dai rooftop di Hong Kong.
Ciascuno posta la sua foto, spesso con una frase, un verso, un pensiero o una citazione che rafforzano e spiegano le ragioni di quella scelta, cercando di lenire la nostalgia per una dimensione evidentemente centrale per la nostra vita. Chi non smette di sognare le camminate nel Connemara, l’aspra e meravigliosa regione nella contea di Galway, in Irlanda, chi invita i viaggiatori (per ora solo social) in Puglia, a Martina Franca, e chi dice che vorrebbe tornare presto a Roma, Venezia, Bologna e Ravenna. Spazio ovviamente anche per contenuti più leggeri, come chi sogna – più prosaicamente – una paella in Andalucia o chi rimarrebbe soddisfatto semplicemente di farsi una bella nuotata vicino casa o nel suo posto segreto del cuore. Ancora, molti utenti pubblicano foto di animali selvatici dal Sudafrica, skyline di metropoli in giro per il mondo, tramonti dal deserto nei pressi di Dubai, suggestive immagini scattate nel corso di un volo aereo, i ponti di New York e mille altre sfumature del viaggio.
Tutto è iniziato quando Ó Conghaile ha postato il 30 marzo scorso, primo di questa lunga catena digitale, l’immagine di un surfer su una spiaggia deserta di Dunfanaghy, un piccolo centro della costa settentrionale del Donegal, meta turistica sull’Atlantico settentrionale. Dice di aver scelto questa immagine per il suo forte significato di libertà. Quella libertà che oggi ci manca ma che torneremo ad avere in futuro. La risposta al suo tweet e all’operazione è stata enorme e così, ogni giorno alle 8 di sera, il reporter sceglie la sua preferita del giorno e la rilancia. Continuando ad alimentare questa traversata collettiva fra ricordi e desideri, frustrazioni e ambizioni per i prossimi mesi.
“Sono state pubblicate centinaia di foto, dall’Opena House di Sydney ai caffè parigini o i fari della Wild Atlantic Way fino alle spiagge sabbiose dell’Algarve”, in Portogallo, spiega il giornalista. “Senz’altro è triste non poterli visitare oggi, ma ricordarli e osservarli è anche estremamente ispirante”. Cosa sta uscendo da questa seduta di condivisione sulla piattaforma statunitense? Secondo l’inventore dell’hashtag il tema forte è ovviamente la mancanza generalizzata del viaggio: “Il mondo si è ristretto in modo velocissimo – spiega ancora – anche se ci sono pure altri spunti. Il mare e gli oceani sono estremamente presenti, e credo dipenda dal fatto che la loro placidità sia un sollievo in questa fase. Non mancano grandi momenti come i safari ma anche quelli più piccoli, come le camminate nei pressi di casa. Non c’è un solo modo di viaggiare”.
Ancora poche settimane fa, per una manciata di euro, si poteva decollare per quasi qualsiasi posto in Europa. “Adesso è impossibile – chiude Ó Conghaile – e dobbiamo ritrovare il nostro equilibrio”. Per quanto lo riguarda, vorrebbe visitare i paesi sull’oceano indiano anche se intende prima completare la sua meta preferita: l’Irlanda. “Adesso siamo costretti a terra ma trovo ogni giorno nuove ispirazioni per viaggi futuri grazie alle fantastiche immagini condivise con #WhenWeTravelAgain”.