Facebook ha fatto sforzi per attirare online i bambini ben oltre Instagram Kids
La società ha commissionato molte ricerche per studiare il comportamento dei preadolescenti e capire come intercettarne l'attenzione
La società ha commissionato molte ricerche per studiare il comportamento dei preadolescenti e capire come intercettarne l'attenzione
Facebook sta studiando i modi per coinvolgere nei suoi servizi utenti sempre più piccoli. Messenger Kids è una realtà da anni e già si conoscevano gli sforzi della società per creare un’app di Instagram adatta ai minori di 13 anni, ma nuove rivelazioni mostrano quanto siano importanti i bambini per lo sviluppo di Facebook.
Documenti interni ottenuti dal Wall Street Journal e presentati nell’ultima puntata dei suoi Facebook Files rivelano che Facebook ha formato un team speciale per studiare i bambini e riflettere sui modi in cui potrebbe essere monetizzata la loro attività online. In uno di questi file ci si riferisce per esempio ai bambini di età compresa tra 10 e 12 anni come un “pubblico prezioso ma non sfruttato“.
La cosa che può stupire è che la ricerca di Facebook prende in considerazione diverse fasce di età, tra cui i neonati, cioè bambini tra gli 0 e i 5 anni. Un altro documento suggerisce di “sfruttare gli incontri di gioco” tra bambini piccoli come mezzo per guidare la “crescita” di Facebook. Mentre un altro memo riporta l’idea di consentire ai bambini di usare Messenger Kids da soli.
La ricerca sui bambini dell’azienda si spiega con il successo di app come TikTok e Snapchat nell’attrarre utenti giovani. “Con l’ubiquità di tablet e telefoni, i bambini iniziano a navigare su internet a partire dai sei anni. Non possiamo ignorarlo e abbiamo la responsabilità di capirlo”, si legge in un documento riservato visto dal Wall Street Journal .PUBBLICITÀ
Secondo una dichiarazione rilascita da un portavoce di Facebook l’ultima storia del Wall Street Journal sarebbe invece solo “un insieme di informazioni già pubblicate in articoli precedenti” che si basa su una comunicazione interna decontestualizzata. L‘azienda afferma che sue fasce di età citate “sono una tassonomia utilizzata dall’Age Appropriate Design Code e da altri esperti di policy” e non rispecchiano “i piani prodotto di Facebook”
Mark Zuckerberg ha motivo di essere preoccupato perché, al contrario di altre app, il numero di adolescenti che utilizzano Facebook quotidianamente è diminuito del 19% negli ultimi due anni e potrebbe diminuire di un ulteriore 45% entro il 2023, secondo un altro documento interno. Per questo motivo è abbastanza chiaro perché il social vuole “immaginare un’esperienza Facebook per i più giovani”. Una presentazione fissa inoltre l’obiettivo di far passare gli adolescenti da Instagram all’app di Facebook.
Il bisogno di far arrivare il prima possibile gli utenti sui propri servizi è legato a un’esigenza di business. Facebook usa i dati degli utenti per il micro-targeting, per ma leggi federali negli Stati Uniti vietano la raccolta di dati appartenenti a ragazzini di età inferiore ai 13 anni. Per questo motivo, spiega Gizmodo, “Facebook ha trascorso anni alla ricerca di un modo per convincere i bambini ad adottare i suoi servizi non appena sono abbastanza grandi da essere tracciati”.
Il capo di Instagram, Adam Mosseri, ha detto al Wsj che “non è una novità e non è un segreto che le società di social media cerchino di capire come adolescenti e preadolescenti utilizzano la tecnologia”. Secondo Mosseri Facebook vuole “fare appello alla prossima generazione, ma questo è completamente diverso dalla falsa affermazione che tentiamo consapevolmente di reclutare persone che non sono abbastanza grandi per usare le nostre app”.
I possibili effetti che i prodotti di Facebook hanno sugli utenti più giovani stanno però venendo alla luce. Secondo il Journal Facebook era a conoscenza, attraverso una ricerca interna, che Instagram aveva avuto un impatto negativo sulla salute mentale di alcuni utenti adolescenti. Instagram peggiorerebbe “i problemi di immagine corporea per una ragazza adolescente su tre”, ha affermato la ricerca, osservando anche che alcune ragazze hanno fatto risalire le proprie idee suicide alle loro esperienze sulla piattaforma.
Facebook ha risposto sostenendo che i risultati dello studio erano stati presentati in modo fuorviante e che le conclusioni si applicavano “solo a ragazze adolescenti che avevano già problemi con l’immagine del proprio corpo” e “non una su tre di tutte le ragazze adolescenti”. Il social finora ha rifiutato di rendere disponibile questa ricerca, ma il suo vicepresidente, Nick Clegg, ha fatto sapere che nei prossimi giorni fornirà una sintesi.
La preoccupazione su come l’app potrebbe potenzialmente danneggiare i bambini è stata abbastanza grande da coinvolgere il Congresso degli Stati Uniti. I rappresentanti democratici hanno chiesto a Facebook di rinunciare a lanciare Instagram Kids, una versione del popolare social pensato per i minori di 13 anni. Dopo le pressioni ricevute l’azienda questa settimana ha annunciato di avere interrotto per il momento lo sviluppo dell’app che secondo Facebook aiuterebbe invece a proteggere i bambini, separandoli dagli adulti online. Il vero obiettivo di Facebook, in base alle parole emerse nell’ultima storia pubblicata dal Journal, sembra però quello di sfruttare anche gli utenti più piccoli.
I problemi per la società non sono però finiti perché una sottocommissione del senato americano, presieduta dal democratico Richard Blumenthal, ha chiamato il 30 settembre i rappresentanti di Facebook a parlare dei risultati della ricerca interna su Instagram e i minori. A testimoniare dovrebbe esserci Antigone Davis, il capo della sicurezza globale di Facebook. Martedì 5 ottobre, invece, è stata annunciata la presenza in udienza di un whistleblower interno alla società.