image_pdfVersione PDFimage_printStampa

Tutti pazzi per le startup: fino a pochi mesi fa gli incontri erano limitati a pochi adepti, ora sono veri e propri eventi, con centinaia di persone. L’attenzione è sicuramente in crescita, ma che cosa ne sappiamo? A dire il vero, ben poco.Quante sono? Dove sono? Di che cosa si occupano? Quanto lavoro creano? Come lavorano? Il progetto Startuppeople, promosso con Indigeni Digitali e Intervistato.com, è nato con l’obiettivo di rispondere a queste domande. E’ stata creata una mappa e a breve verrà lanciata un’indagine attraverso questionario e videointerviste. La mappa è ancora parziale (l’analisi è stata realizzata su 219 startup, il numero è in costante crescita) ma permette di fare qualche osservazione e avanzare alcune ipotesi.
Le startup raccolte finora sono concentrate nelle grandi città: Roma (42 startup), Milano (33), Torino (13) e Napoli (11) complessivamente coprono quasi la metà delle aziende censite. Il contesto urbano offre infrastrutture (banda larga, trasporti ecc.), ma anche capitale umano e sociale, favorito dalla presenza di università e di luoghi di supporto all’innovazione (coworking, incubatori, acceleratori ecc.).
La prima regione è la Lombardia (62): oltre alla provincia di Milano (37), si segnalano Brescia (8) e Bergamo (7). In Lazio, sono tutte concentrate in provincia di Roma (45 startup), lo stesso vale per Campania (su 21 aziende, 17 sono in provincia di Napoli) e Piemonte (su 19, 15 in provincia di Torino). L’unica regione dove la presenza delle startup è distribuita è l’Emilia Romagna: le startup (sono 20) seguono la dorsale adriatica, attraversando le Marche, fino a toccare i confini abruzzesi, ripercorrendo i luoghi del made in Italy manifatturiero. Nella mappa sono presenti anche tre startup fondate da italiani all’estero: una realtà ancora poco studiata.
Finora sono state mappate quasi esclusivamente startup internet (l’unica eccezione sono due aziende innovative nell’edilizia). Prevalgono le aziende che sviluppano applicazioni per iPhone e Android (35), seguite da consulenza alle imprese, soprattutto nella gestione di servizi ai clienti (31), e-commerce o social commerce (21). Ma ci sono ben 13 startup che si occupano di lavoro (prevalentemente intermediazione domanda/offerta) e 12 nel campo dell’economia e finanza, oltre a ristorazione (12), sport (11) ed eventi e tempo libero (11).
Le nuove forme di imprenditorialità sono legate al saper fare tradizionale del territorio. Roma si caratterizza per le startup nella musica ed è l’unica città con aziende dedicate all’arte e al cinema. A Milano, invece, prevalgono la consulenza e il social commerce. Torino è specializzata nel neo-artigianato e nell’editoria. Invece Napoli è la capitale delle startup dedicate alla società civile e a forme innovative di partecipazione.
Concentrazione nelle città e legame con i sistemi locali di produzione: l’analisi è ancora parziale e l’inserimento di nuove startup potrebbe cambiare la configurazione della mappa.  Resta un punto fermo: per le startup la geografia conta. Ma quali sono i fattori che incidono sulle scelte degli startupper? Lo chiederemo direttamente a loro.

image_pdfVersione PDFimage_printStampa