Le bibite gassate non sono troppo amiche della salute, questo lo sappiamo bene. Ecco perché la mossa dellaCoca Cola, che è scesa in campo con chi lotta contro l’obesità e promuove stili di vita responsabili , profuma particolarmente di greenwashing.
PARK LIVES – Coca Cola Zero Park Lives: si chiama così l’iniziativa della multinazionale, che si è snodata negli scorsi mesi nel Regno Unito e nei suoi parchi, dove le famiglie sono state invitate a prendere parte a partite di calcio, baseball, ping pong, o a balli di gruppo. Al centro di tutto, insomma, lo sport e l’attività fisica. Ma anche il logo dell’azienda.
IL MESSAGGIO – Alle spalle, il messaggio è quello ben noto, sfruttato da moltissime aziende: sensibilizzare sui benefici derivanti dal praticare regolarmente attività fisica per contrastare i rischi di obesità, che si sviluppano soprattutto in fasce deboli come infanzia e adolescenza.
LA SCIENZA CONTRO LA COCA COLA – La polemica nel Regno Unito si è scatenata subito, supportata peraltro da studi scientifici. Una lattina di Coca Cola contiene 139 calorie, che si smaltiscono con mezz’ora di camminata. “La Coca Cola non è parte della soluzione, è parte del problema”, dice infatti il medico inglese Margaret McCartney.
FURBI O INGENUI? – La stessa McCartney parla però di “pubblicità intelligente” da parte dell’azienda. Non siamo d’accordo. Non è vero che con questa campagna la Coca Cola diventa campionessa di Csr o paladina dell’alimentazione salutare. Anzi, agli occhi dei consumatori – anche di quelli che amano il prodotto e non riescono a farne a meno – è palese che l’azienda tenti di passare dalla parte dei buoni.
Sappiamo tutti che gli effetti di queste bevande non sono certo positivi, sappiamo tutti che l’attività fisica va praticata regolarmente e sappiamo tutti che l’obesità va a nozze con prodotti simili. Nessuna trovata geniale, dunque. Anzi, crediamo di dover giudicare questa mossa un puro tentativo di risollevare le proprie sorti, un tentativo però poco virtuoso.